MMIGRAZIONE/DZIWISZ: ACCOGLIENZA CON PRUDENZA E RESPONSABILITA’ – di GIUSEPPE RUSCONI

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Interessante incontro a Cracovia con il cardinale Stanislaw Dziwisz, che risponde a domande su vari aspetti dell’odierna realtà civile e religiosa dall’immigrazione al relativismo occidentale con tentativi di imposizione di nuovi modelli in materia antropologica (“anche in Italia”). Il ruolo della Polonia. Lo prossima GMG sotto il segno della misericordia e della pace. L’accoglienza per il Papa sarà “meravigliosa”, perché “per noi il Papa è sempre il Papa, indipendentemente da come si chiami”. La presenza sempre viva di san Giovanni Paolo II.

E’ valsa la pena di lasciare per uno dei cinque giorni la bella Breslavia – con San Sebastian una delle due capitali europee della cultura 2016 – per raggiungere con un comodo treno Cracovia. Dove – dopo essere entrati in centro attraverso la porta di san Floriano, aver visitato la Basilica gotica di Santa Maria , il vivacissimo mercato coperto, la sede in attività febbrile della prossima GMG – abbiamo salito lo scalone del palazzo arcivescovile per incontrare il cardinale Stanislaw Dziwisz. Che ha risposto volentieri, con calma e sguardo molto intenso e concentrato, alle domande di vario contenuto postegli a turno, oltre che da www.rossoporpora.org, da Acistampa, Avvenire, TV 2000 e Zenit. A seguire le nostre domande con le risposte del segretario particolare di Giovanni Paolo II; successivamente una sintesi delle risposte date ai colleghi.

LA TESTIMONIANZA POLACCA PER UN’EUROPA CHE NON DIMENTICHI LE SUE RADICI

Eminenza, quale apporto può dare la Polonia oggi alla Chiesa cattolica e anche a un Occidente in cui si riscontra – come ad esempio negli ambiti della vita e della famiglia – un dilagare della secolarizzazione, del relativismo, del nichilismo. La Polonia può insegnare qualcosa all’Europa?

Io direi che l’Occidente comunque si sta anche rinnovando spiritualmente… ci sono tanti movimenti belli per la vita e la famiglia, movimenti che sanno che l’Europa è fondata sulle radici cristiane. E in questo ambito ci incontriamo molto bene, noi Chiesa in Polonia con le Chiese in Occidente. Io non considererei la situazione con occhiali così neri: la Chiesa ha in sé sempre una forza rinnovatrice, perché capo della Chiesa è Gesù…

… e dunque resta un seme per la società?

Sì, certamente. E’ così anche in Polonia. Noi vogliamo conservare i valori cristiani … la sacralità della vita… praticamente da noi non c’è aborto, mentre prima, sotto il regime marxista, era molto diffuso. E’ stata cambiata la legge. Permangono solo delle eccezioni che non piacciono, ma è in ogni caso fondamentale che sia riconosciuta la sacralità della vita. Cerchiamo di difendere matrimonio e famiglia, così che si mantengano questi valori tradizionali. Certamente ci sono divorzi, ma qui non si parla di matrimoni tra omosessuali o qualcosa del genere. Noi non vogliamo imporre, ma presentare all’Europa questi valori che sono importanti per il futuro della civiltà della stessa Europa. Alcuni ambienti dell’Occidente vogliono invece imporci forme di vita che noi non condividiamo. Succede anche per l’Italia!

La vostra testimonianza dunque serve all’Europa…

Certo dobbiamo difenderci per noi e anche per l’Europa: presentare la famiglia sana, la famiglia numerosa. Da noi c’è crisi demografica; adesso nascono meno figli rispetto a chi muore. Però il Governo ha deciso di aiutare le famiglie con i bambini. E questo è utile, necessario e molto bello.

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L’APERTURA DELLE FRONTIERE DEVE ESSERE RESPONSABILE

Parti consistenti della popolazione polacca, ungherese, slovacca, ceca, in generale della Mitteleuropa, sono molto preoccupate per l’emergere così drammatico del tema dell’immigrazione…

In verità penso che noi siamo molto aperti all’accoglienza, ma caratterizzata da prudenza e responsabilità. Soprattutto da responsabilità.

Come si traduce nei fatti la parola “responsabilità”?

Non è importante aprire completamente, indiscriminatamente la frontiera: bisogna invece pensare a dare a chi accogliamo lavoro, alloggio, quello che serve per una vita dignitosa. Nella storia anche tanti nostri compatrioti sono emigrati iper migliorare la vita o per ragioni politiche dopo la Seconda guerra mondiale. Adesso nella storia tocca a noi aprirci, dare agli altri, ma sempre, sempre con senso di responsabilità e prudenza.

SOLIDARNOSC E PADRE POPIELUSZKO

Eminenza, quanto pesa oggi in Polonia l’eredità di Solidarność?

Dipende da quale Solidarność. Il sindacato Solidarność è sempre stato importante, perché bisogna avere un sindacato per poter difendere quelle persone che devono essere protette. Questa idea di solidarietà bisogna mantenerla come forza sociale. Un sindacato invece non dovrebbe trasformarsi in partito politico, che è una cosa molto diversa.

Se oggi dovessimo chiedere a un giovane polacco chi era il beato padre Jerzy Popieluszko, saprebbe ancora rispondere affermativamente?

Sì. Anche se a Varsavia l’attaccamento a padre Popieluszko, sacerdote di quella diocesi, è più forte che qui. Certamente padre Popieluszko è stato un esempio straordinario. Ci sono parrocchie anche nella diocesi di Cracovia che portano il suo nome. Ha dato la vita per una giusta causa: la difesa del mondo operaio e la liberazione della Polonia dalla schiavitù del marxismo. Anche oggi per un giovane penso sia impossibile non conoscerlo.

SINTESI DELLE ALTRE RISPOSTE

GMG di Cracovia/1: “E’ molto bello che vengano giovani da tutto il mondo a prendere la fiamma della misericordia, fiamma della pace di cui il mondo ha grande bisogno”

GMG di Cracovia/2: (Domanda: Verranno anche ortodossi?) “Noi non diciamo ortodossi o non ortodossi; noi diciamo ‘i giovani’ “.

GMG di Cracovia/3: «Dopo le GMG la gioventù è più impegnata, più gioiosa, con più speranza nel futuro. C’è anche un aumento delle vocazioni. E tante belle amicizie finiscono con un matrimonio. I frutti sono dunque belli e importanti».

Francesco in Polonia: “Sarà accolto in modo meraviglioso. Per noi il Papa è il Papa, indipendentemente da come si chiami”.

Pratica religiosa: “Nel Sud della Polonia la situazione è diversa che al Centro e al Nord. Qui la vita ecclesiale è più intensa. In certe zone, in certe parrocchie del Sud la frequenza domenicale è ancora al 70-80%. Qui a Cracovia attorno al 50%.”

San Giovanni Paolo II: “Lo sento presente, anche se non fisicamente. La gente si rivolge a Dio tramite san Giovanni Paolo II. C’è un rapporto incredibile, che non so come spiegare. Tanti miracoli. Coppie senza bambini vanno da lui per chiedere questa grazia e spesso la ottengono. Anche molti malati di cancro. Ci sono casi clamorosi, come quello di una donna che doveva essere operata al cervello per un tumore: i medici aprono e non trovano nulla. Per la canonizzazione hanno preso un solo miracolo, ma ce n’erano tanti. C’è abbondanza. Invece ci sono candidati santi che devono aspettare a lungo per un miracolo riconosciuto. San Giovanni Paolo II era un uomo unito con Dio.”

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