INVITO: CONVEGNO INTERNAZIONALE ROMA, 30 SETTEMBRE 2015, ORE 16.00 PONTIFICIA UNIVERSITA’ SAN TOMMASO D’AQUINO (ANGELICUM)

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E così siamo giunti ormai a poche ore da un appuntamento di sicuro rilievo in vista dell’apertura in Vaticano del secondo Sinodo (Sinodo ordinario) sulla famiglia, a un anno di distanza dal primo incontro in cui il confronto tra ‘conservatori’ e ‘progressisti’ è stato molto duro: è il Convegno internazionale “Permanere nella verità di Cristo”, che si svolgerà oggi, mercoledì 30 settembre, dalle ore 16.00 presso l’Angelicum di Roma (largo Angelicum 1, via IV Novembre-via Nazionale). Promosso da La Nuova Bussola Quotidiana, Il Timone, L’Homme nouveau, Infovaticana e Human Dignity Institute, il Convegno internazionale vedrà come relatori personalità che certamente sapranno arricchire l’ampio e aspro dibattito sulla famiglia in corso nella Chiesa Cattolica: il cardinale Burke (che rifletterà sulle procedure canoniche riguardanti la nullità matrimoniale), il cardinale Caffarra (al centro del suo intervento il rapporto tra misericordia e verità), l’arcivescovo Vasil’ (segretario della Congregazione per le Chiese orientali ed esperto in materia di procedure delle Chiese ortodosse in relazione al tema del matrimonio) e il professor Kampowski (docente presso l’Istituto Giovanni Paolo II, parlerà soprattutto su matrimonio e convivenze). Il rettore dell’Angelicum padre Adam porterà il saluto della Pontificia Università, mentre l’incontro sarà moderato da Riccardo Cascioli, direttore de La Nuova Bussola quotidiana e de Il Timone. Il Convegno sfocerà poi in un “Appello” ai padri sinodali, già sottoscritto da diversi cardinali, vescovi e sacerdoti e da numerosi laici, tra i quali i filosofi Robert Spaemann, Giacomo Samek Ludovici, Thibaud Collin e Armin Schwibach, l’intellettuale statunitense Robert Royal, lo scrittore francese Guillaume d’Alançon, l’ex-presidente dello Ior Ettore Gotti Tedeschi e il professor Armando Fumagalli, ordinario alla Cattolica di Milano.

Anticipiamo qualche passo dell’ “Appello” ai padri sinodali.

. Carissimi padri,
è evidente che «la famiglia, il matrimonio non è mai stato attaccato come in questo momento», e che la cultura dominante e il potere esercitato attraverso i mass media «bastonano la famiglia da tutte le parti e la lasciano molto ferita» (Papa Francesco, 25 ottobre 2014). Ciò accade soprattutto perché la famiglia – con la sua identità, la sua responsabilità educativa, i suoi fini – impedisce il controllo sociale dei suoi membri, è l’istituzione che maggiormente resiste al potere dominante.
. L’attacco alla famiglia non è solo culturale: è sociale, economico, giuridico, dottrinale, e persino sacramentale. Perciò la sua difesa vuole un Magistero specifico, forte e ben chiaro. Un Magistero che ribadisca i dettami del diritto naturale – che il Vangelo non abolisce ma perfeziona – e orienti i fedeli cattolici circa la necessità di difendere la famiglia anche per responsabilità nei confronti del bene comune della società e di tutti.

Carissimi padri,
vi chiediamo che dal Sinodo esca una riproposizione integrale della tradizione cattolica sui problemi della vita, della famiglia, dell’educazione, che consenta al popolo cristiano di oggi di approfondire la propria identità per svolgere in maniera adeguata la propria missione. Come ricordava Giovanni Paolo II, «alla base di tutto l’ordine sociale si trova quindi questo principio di unità e d’indissolubilità del matrimonio, principio su cui si fonda l’istituzione della famiglia e tutta la vita familiare» (4 ottobre 1997). Questa consapevolezza implica anche un giudizio culturale sulla mentalità dominante, che permetta di essere sempre più caritatevoli.

Vi chiediamo di superare l’astratta contrapposizione tra verità e carità, tra dottrina e pastorale, che non ha alcun fondamento dal punto di vista dell’esperienza della Chiesa, perché la verità si esprime nel mondo come giudizio sulle posizioni e come carità verso le persone.

Vi chiediamo di investire tutte le problematiche particolari, alcune anche dolorose, non come punti totalizzanti ma come punti che esprimono la totalità della posizione. In particolare non è pensabile che la Chiesa ipotizzi l’equivalenza di fatto, non solo di diritto, fra un rapporto e una coppia eterosessuale e una relazione di carattere omosessuale, perché questa sarebbe la sovversione del diritto naturale e del piano d’amore di Dio creatore.

Vi chiediamo nel corso del Sinodo di dare il giusto spazio all’esperienza di famiglie che vivono e testimoniano la bellezza di un amore indissolubile, capace di attrarre e illuminare le tante famiglie che vivono nelle tenebre.

Grato per l’attenzione, confido che il Convegno susciti il vostro interesse. Sempre a disposizione per contatti e chiarimenti, vi saluto cordialmente
Giuseppe Rusconi