Il Tribunal Costituzionale della Discordia

2
643

In un costante crescendo, i cittadini peruviani hanno espresso la loro opposizione al Congresso recentemente sciolto per mandato presidenziale. Un Congresso che, per la maggior parte, risponde a una forza politica che ha una visione egemonica del potere e la strategia di accaparrare per se le istituzioni.

Ogni giorno abbiamo assistito a scandali, alcuni membri del Congresso hanno agito in modo onnipotente, il che è diventato più evidente in quest’ultimo periodo. Con l’arrivo alla presidenza del Congresso del deputato Olaechea Álvarez-Calderón, l’opposizione si era compattata.

Un obiettivo li ha uniti, era la Corte costituzionale, l’istanza che avrebbe dovuto risolvere la libertà di Keiko Fujimori, le questioni più importanti in campo economico, politico e di rilevanza per il cittadino.

Precisamente, la Corte costituzionale è stata la pietra della discordia, la suprema istanza dell’interpretazione e del controllo della costituzionalità. Composto da sette membri, per sei di loro era già scaduto il ​​loro mandato nel giugno di questo 2019, dovevano essere sostituiti.

La modalità di selezione dei Magistrati, prevista dalla Legge organica della Corte costituzionale, grazie alle sue due modalità, favorisce la «distribuzione congressuale».

La designazione viene fatta dal Congresso con il voto di due terzi del numero legale dei suoi membri. Ha due modalità: l’Ordinario, in cui la Commissione speciale del Congresso seleziona i candidati, pubblica sulla Gazzetta Ufficiale l’invito a presentare proposte e pubblica l’elenco delle persone proposte in modo che possano essere osservate, osservazioni che devono essere accompagnate da prove documentali. Entro un periodo non inferiore a sette giorni, la Plenaria del Congresso procede alle elezioni. La seconda modalità, la Speciale, la più utilizzata, prevede che la Commissione Speciale del Congresso selezioni i candidati che, a loro avviso, meritano di essere dichiarati idonei per essere eletti, facendo la chiamata su invito.

Il presidente Martín Vizcarra e il suo gabinetto chiesero al Congresso di correggere la forma di selezione, in particolare «l’invito» che ha contribuito a non dare trasparenza al processo. A tal fine, in tempo debito  presentò al Congresso la «questione di fiducia».

A questa situazione si aggiunge la denuncia dell’unica donna che integra la Corte costituzionale, la giudice Marianella Ledesma Narváez che ha riferito che una persona all’interno della Corte costituzionale «le ha offerto che sarebbe rimasta in carica in cambio del voto a favore dell’habeas corpus Keiko Fujimori». Ha anche affermato che «esiste una chiara intenzione politica di impadronirsi dell’istituzione». Ha puntualizzato: «Ci hanno detto: se sei efficace per la libertà di Keiko, non c’è motivo di cambiare la Corte”. Nessun altro Magistrato l’ha accompagnata nella sua denuncia, inoltre, hanno negato di aver ricevuto quella proposta.

D’altra parte, Odebrecht ha ammesso alla Procuratoria  peruviana il pagamento di tangenti per il sistema idrico potabile di Iquitos, il sistema idrico potabile di Chimbote, l’autostrada interoceanica (sezioni 2 e 3), Costa Verde (Callao), Via Evitamiento del Cusco, Metro di Lima, Gasoducto del Sur e l’autostrada San José Sisa indicando i «soprannomi» relativi ai membri del Congresso eletti nelle campagne congressuali e governative dal 2004 al 2012. Questi nomi, derivati ​​dai «soprannomi», saranno noti nella prima metà di ottobre grazie all’Accordo di collaborazione efficace della Procura della Repubblica peruviana con Odebrecht. Molti di questi nomi fanno parte del Congresso appena sciolto.

La rapidità nell’organizzazione del concorso per l’elezione di detti Magistrati, lasciando da parte la discussione sulla questione di fiducia richiesta dal primo ministro Del Solar per conto del presidente Vizcarra, ponendo dinanzi ad essa l’elezione del primo Magistrato costituzionale che è stato, senza alcuna mostra di pudore, il cugino primo del presidente del Congresso Pedro Carlos Olaechea Álvarez-Calderón, che non si è inibito dall’elezione di un parente stretto, cioè l’avvocato Gonzalo Ortiz de Zevallos Olaechea.

In un voto pieno di incidenti che ha portato, nonostante la veemente richiesta dell’ex presidente del Congresso Olaechea Álvarez-Calderón di richiedere la sua validità, visto che non era stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale «El Peruano», a non essere nominato. Come sostenuto, le elezioni mancavano di trasparenza, garanzie di indipendenza e imparzialità. Inoltre, sono stati presentati ricorsi per annullamento e riconsiderazione, quindi dobbiamo attendere la formazione del nuovo Congresso, che risolverà le osservazioni e deciderà se la nomina procede.

È un peccato che l’avvocato Gonzalo Ortiz de Zevallos Olaechea, figlio del primo Decano dell’Ordine degli avvocati, dopo il governo militare poi eletto primo Procuratore della Nazione, si veda coinvolto in un fatto di un’arroganza quasi di epoca Virreinato che ancora prevale in Perù.

Infine, diamo credito al presidente Martín Vizcarra, i cui cinque assi del suo programma di governo, i primi due sono: Integrità e lotta contro la corruzione e Rafforzamento istituzionale per la governance, sono la motivazione per lo scioglimento del Congresso e ci sono ragioni, l’articolo 134 della Costituzione del Perù lo sostiene.

Confidiamo nella sua buona fede e nella sua vocazione democratica. La società civile, anche quella che si trova all’estero, controlla. Non ci debe deludere.

PRESIDENTE MARTÍN VIZCARRA OFRECE MENSAJE A LA NACIÓN

Los comentarios están cerrados.