PUTIN-PAPA FRANCESCO: NUOVO, PROSSIMO INCONTRO IN VATICANO?– di GIUSEPPE RUSCONI

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Il 10 giugno Vladimir Putin sarà a Milano per la ‘Giornata russa’ nell’ambito dell’Expo e vi incontrerà Matteo Renzi. Sarebbe suo grande desiderio cogliere l’occasione per rivedere a Roma papa Francesco. Per tanti motivi. Ma anche il Vaticano ne avrebbe di suoi.

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Il 10 giugno Vladimir Putin incontrerà a Milano Matteo Renzi, in occasione della ‘Giornata russa’ nell’ambito dell’Expo. Suo grande desiderio però sarebbe poter rivedere, a ridosso dell’appuntamento italiano, anche papa Francesco, naturalmente in Vaticano. E’ quanto si apprende da fonti solitamente bene informate, che danno conto di segnali precisi in tal senso.

Il desiderio di Putin è ben comprensibile. Tra i motivi principali che lo originano la necessità di sfuggire all’isolamento in cui da mesi vogliono confinarlo diversi Paesi occidentali, interessati per ragioni politiche ed economiche a un indebolimento del presidente russo. E massmediaticamente a evidenziarne un’immagine da zar, spietato verso i dissidenti e intollerante verso i cosiddetti nuovi diritti civili (perciò, ça va sans dire, naturalmente ‘omofobo’).

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L’irrisolta questione ucraina continua, a dispetto degli accordi di Minsk, a mietere vittime da una parte e dall’altra: è un conflitto tra fratelli che il Papa ha giustamente denunciato nell’udienza generale del 4 febbraio scorso. L’arcivescovo maggiore della Chiesa ucraina greco-cattolica, Svjatoslav Shevchuk, lancia ricorrenti appelli a Roma perché intervenga con decisione contro quella che ritiene “l’invasione russa” del Paese. La settimana scorsa il ministro degli esteri Pavel Klimkin ha incontrato a Roma lo stesso Shevchuk e ha di nuovo invitato il Papa a visitare l’Ucraina. Ma per il momento non se parla, anche perché l’agenda di Francesco è già carica di appuntamenti importanti: tuttavia può darsi che il Segretario di Stato cardinale Parolin possa recarsi in tempi non lontani, dopo Minsk, anche a Kiev, sempre con l’intenzione di tessere la tela fragilissima di una vera tregua e di un’auspicabile pace in quello scacchiere.

Ancora recentemente (il 5 maggio) il patriarca ortodosso Kirill ha rilevato che “papa Francesco e il Segretario di Stato hanno adottato una posizione apprezzabile sulla questione ucraina, evitando pronunciamenti unilaterali e chiedendo la fine della guerra fratricida”. Jorge Mario Bergoglio rassicura poi gli ortodossi russi per il suo atteggiamento contro “il proselitismo”, tradizionale spina nel fianco dei rapporti Roma-Mosca.

MEDIO ORIENTE E ‘VALORI NON NEGOZIABILI

Tra la Russia e il Vaticano permangono poi interessi oggettivamente convergenti nella questione mediorientale: ambedue puntano a una soluzione negoziata dei diversi conflitti regionali, in modo da dare una minima stabilità all’area così da riuscire a mantenere in essa una presenza cristiana, purtroppo ormai molto ridotta (salvo che in Libano). Per la Russia poi occorre evitare che l’Isis riesca a mettere in pericolo le frontiere nazionali e che si crei in qualche modo una convergenza tra Turchia e fondamentalismo islamico in grado di destabilizzare alcune parti del Paese e rendere problematico l’accesso russo al Mediterraneo.

Altra assonanza c’è tra Russia e Vaticano sul tema dei ‘valori non negoziabili’, da difendere e promuovere in sede internazionale. La valutazione espressa dal cardinale Parolin a proposito del referendum irlandese pro- ‘matrimonio gay’ (“anche una sconfitta per l’umanità”) non lascia dubbi sull’atteggiamento in materia della Santa sede, a dispetto degli alti lai levatisi da settori ‘progressisti’ o da questo o quel vescovo irlandese o tedesco.

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PUTIN, LA CINA, IL VATICANO

C’è un altro motivo che renderebbe interessante il possibile nuovo incontro a breve tra Francesco e Putin. Si sa del grande interesse della Santa Sede a una ‘normalizzazione’ dei rapporti con il gigante cinese. E si sa che, respinto come ‘indesiderato’ da buona parte delle potenze occidentali (di cui si fanno diligente eco molti grandi mass-media naturalmente ‘progressisti’), Putin coltiva sempre più i rapporti con le Potenze asiatiche, tra le quali primeggia proprio la Cina. Il cui presidente Xi Jinping, a Mosca per le celebrazioni l’8 maggio del settantesimo della vittoria sul nazismo, ha addirittura pubblicamente lodato la Chiesa ortodossa russa per aver contribuito in modo rilevante alla guerra unitaria contro il nazismo. Si può legittimamente pensare che Putin possa dunque diventare un alleato importante anche per la ‘costruzione’ di rapporti diplomatici fruttuosi tra Vaticano e Cina.

KOCH, BELGRADO, MOSCA

Infine, nell’ambito dei rapporti tra cattolici e ortodossi russi, va ricordata la recente visita del cardinale Kurt Koch a Belgrado, sede di un Patriarcato da sempre vicino a quello di Mosca, in nome della ‘fratellanza slava’. Il presidente del Pontificio Consiglio per l’Unità dei Cristiani ha incontrato per l’occasione sia il patriarca Ireneo che il presidente della Repubblica Tomislav Nikolic: in ambedue le occasioni si è prospettata una visita del Papa in Serbia. Forse propedeutica all’agognato incontro tra Francesco e Kirill?

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Nato a Bellinzona (Canton Ticino, Svizzera), Giuseppe Rusconi si è laureato nel 1973 presso l’Università cattolica di Milano con una tesi in storia contemporanea. Docente di letteratura italiana fino al 1988 (anche dieci anni a Roma), è stato a Berna come giornalista parlamentare per sette anni. Tornato a Roma nel 1996 per una ricerca negli archivi vaticani, si è poi occupato del mensile cattolico “il Consulente RE”, di cui è stato direttore. Nel 2013 ha aperto il blog www.rossoporpora.org, che tratta soprattutto argomenti relativi al mondo cattolico, anche con interviste a molte personalità. Collabora regolarmente con il mensile cattolico “Inside the Vatican’ e con il quotidiano “Giornale del Popolo’ di Lugano.