La copertina de “Il Timone” di febbraio 2018 è già di per sé un promemoria molto chiaro per i cattolici in vista delle politiche del 4 marzo. Il mensile di apologia -fondato da Giampaolo Barra nel 1999 e oggi diretto da Riccardo Cascioli (direttore pure de ‘La Nuova Bussola Quotidiana’) titola: “Un voto per riemergere” con sommario inequivocabile: “Alle urne dopo il trionfo dell’agenda radicale. Ma i principi non negoziabili valgono ancora”.

Sono due in particolare gli articoli del ‘Primo Piano’ che trattano l’argomento. Il primo, intitolato “Si vota. E i cattolici?” è a firma di Stefano Fontana, che non fa sconti e scrive tra l’altro: “Fino a qualche tempo fa il voto cattolico al Partito Radicale era ancora considerato impossibile. (…) Poi ci sono stati gli apprezzamenti alla Bonino e a Pannella, poi la Bonino è stata persino ospitata in qualche chiesa per parlare dello ius soli , poi qualche Accademia Pontificia ha promosso dei Convegni con la presenza di abortisti dichiarati, poi una promotrice dell’aborto – Lilianne Ploumen – è stata premiata dal Vaticano…insomma anche nei confronti dell’ideologia radicale i paletti sono stati travolti”. E “da tempo il magistero ecclesiastico si comporta secondo due modalità: prima di tutto non interviene più a indicare cosa si dovrebbe fare davanti a leggi contrarie alla legge morale naturale, il che consiste, di fatto, nel lasciare via libera a ogni espressione di voto; secondariamente propone come assolutamente prioritari temi come l’ambiente o gli immigrati che prioritari non sono”. Conclusione: “Se un partito non contiene nel proprio programma principi contrari alla legge morale naturale e divina, è votabile, anche se non tutte le sue scelte sono condivisibili o anche se non tutti i suoi esponenti sono coerenti”. Il cattolico “sa bene che la politica non può e non deve vietare tutti i vizi e tutti i peccati, come sa anche che gli uomini sbagliano. Egli deve piuttosto dare il proprio contributo al partito che rispetta i principi non negoziabili assolutamente imprescindibili o che, quantomeno, non li nega”.

Sullo stesso tema – sotto il titolo “Un’agenda da fermare” e il sommario “La vecchia legislatura ha accelerato la svolta sui temi antropologici. E ora non resta che finire il lavoro: ius soli, gender a scuola e omofobia. Chi vota deve saperlo”- scrive Riccardo Cascioli: “Siamo dunque nel mezzo di una vera e propria rivoluzione, perseguita con feroce determinazione attraverso governi calati dall’alto (…) Che tali leggi e provvedimenti siano stati il vero obiettivo di questa legislatura ce lo dicono sia la determinazione con cui sono stati portati all’approvazione (…) sia l’inefficacia e la tiepidezza con cui sono stati affrontati altri temi importanti per il nostro Paese”. Osserva poi Cascioli che ci sono cattolici che ingenuamente pensavano che con Renzi e Mattarella la famiglia non sarebbe stata smembrata. Pura miopia: “La cultura catto-democratica o dei ‘cattolici adulti’ di cui Renzi e Mattarella sono eredi, ha per suo scopo l’accettazione radicale del laicismo, la perdita di ogni identità cattolica in nome della stabilità delle istituzioni, per cui in politica tutto è mediazione”. E, conclude Cascioli, “Non a caso questa corrente politica ha trovato piena consonanza con una gerarchia ecclesiastica (la stessa che ha voltato le spalle al popolo che si ritrovava nei Family Day) che fa delle ‘soluzioni condivise’ ( a scapito dei contenuti) il proprio idolo”.

Nel tradizionale ‘dossier’ del ‘Timone’ alcuni approfondimenti sul tema della ‘bella morte’ (inteso non in senso dannunziano): “La Chiesa ha sempre lottato per accompagnare i fedeli nell’ultimo decisivo passaggio, non per una ‘dolce’ morte, ma per una morte ‘bella’. Ciò che conta è la salvezza delle anime, senza dimenticare il corpo”. L’articolo introduttivo che segue è di Luigi Piras, mentre Giulia Tanel dà la parola sul “senso della fine” a quattro sacerdoti impegnati nella pastorale sanitaria. Come si vive oggi la malattia? E la morte? Si chiedono i sacramenti? Quale ruolo hanno i parenti?: riflettono su tali impegnative domande don Massimo Angelelli, don Maurizio Funazzi, don Giovanni Maria Pertile e don Fabio Giovenzana. Marco Guerra si intrattiene invece sull’esperienza del fine vita con quattro medici: Filippo Maria Boscia, Antonio Spagnuolo, Massimo Gandolfini e Renzo Puccetti. Andrea Zambrano intervista infine un’impresaria di pompe funebri: il succo dell’esperienza è nel titolo “Oggi si muore (senza impegni)”. Con un sommario che così inizia: “Seppellire i morti è un inutile e scomodo fardello”.  Purtroppo, nota Zambrano, “si muore soli e soli si va al camposanto. Molto spesso senza messa e sempre più di frequente senza una chiesa dove raccogliere e presentare a Dio i lamenti e l’anima, il perdono e la speranza. Oggi morire è affar di burocrazia che si scontra con l’impreparazione dei parenti rimasti, i quali non sanno e non vogliono gestire l’incomodo”.

Tanti altri come al solito i contributi su temi di interesse oltre alle tradizionali rubriche, dall’intervista di Lorenzo Bertocchi a Franco Nones ( primo fondista non scandinavo a vincere una medaglia d’oro olimpica) alla rilettura della classica prova di san Tommaso sull’esistenza di Dio alla luce delle ricerche del fisico Guido Tonelli (articolo di Francesco Agnoli), a una riflessione approfondita di Giacomo Samek Lodovici sull’istituto dell’obiezione di coscienza.

‘Il Timone’ è venduto solo in abbonamento (inoltre si può trovare in 861 parrocchie italiane e in oltre 80 librerie, elenco completo sul sito www.iltimone.org). Per informazioni contattare [email protected] o  il numero telefonico 02/69015059 . Da febbraio 2017 ‘Il Timone’ si può sfogliare online, a pagamento, su www.iltimone.org il primo di ogni mese.