Il prossimo 20 gennaio, Donald Trump si insiederà com il 47º presidente degli Stati Uniti. Dal giorno della sua vittoria elettorale la sua residenza di Mar-a-Lago a Palm Beach, Florida, è diventata un fulcro di attività diplomatiche e politiche, attirando una serie di leader mondiali, ministri e imprenditori desiderosi di stabilire o rafforzare i rapporti con la nuova amministrazione.
Mar-a-Lago: La seconda Casa Bianca
Donald Trump ha definito Mar-a-Lago il «Centro dell’Universo», sottolineando l’importanza che attribuisce alla sua residenza come luogo di incontro e discussione. La tenuta, con le sue 126 stanze e una storia che risale agli anni ’20, è stata spesso utilizzata da Trump sia come residenza privata che come club esclusivo per eventi sociali e politici.
Storia e origini
Mar-a-Lago, situata a Palm Beach, Florida, è una delle proprietà più iconiche degli Stati Uniti. Con una combinazione architettonica unica, e un passato intrecciato di storia e controversie contemporanee, questa residenza rappresenta un emblema di lusso e prestigio.
Costruita negli anni ’20 dall’ereditiera e filantropa Marjorie Merriweather Post, allora la donna più ricca d’America grazie alla fortuna accumulata con la Postum Cereal Company (in seguito General Foods), Mar-a-Lago rappresenta un capolavoro architettonico. La villa, circondata da magnifici giardini, è costata circa 7 milioni di dollari (l’equivalente di oltre 100 milioni di dollari odierni) e la sua costruzione, iniziata nel 1924, si è completata nel 1927. Il suo nome, che significa «dal mare al lago» in spagnolo, riflette la posizione unica della proprietà, che si estende dalla laguna di Palm Beach fino all’Oceano Atlantico.
Architettura e design
Il progetto architettonico di Mar-a-Lago, realizzato da Marion Sims Wyeth con arredi curati dall’artista viennese Joseph Urban, fonde stili del Rinascimento spagnolo, del Barocco italiano e influenze moresche, creando una villa di 126 stanze arricchita da soffitti a cassettoni, pavimenti in piastrelle europee e una torre alta 23 metri con viste spettacolari.
L’eredità di Marjorie Post
Marjorie Merriweather Post aveva intenzione di trasformare Mar-a-Lago in una residenza invernale solo per i Presidenti. Alla sua morte, nel 1973, la proprietà fu donata al governo degli Stati Uniti, ma purtroppo mantenere la villa si rivelò troppo costoso, cosí nel 1981, il governo restituì Mar-a-Lago alla Fondazione Post, che a sua volta la mise in vendita.
Quattro anni dopo, nel 1985, Donald Trump l’acquista per circa 10 milioni di dollari, quasi nulla rispetto al suo valore, soprattutto per l’estensione, 5,800 mq senza tralasciare che il prezzo comprende tutti gli arredi originali. Trump trasforma la proprietà in un club privato esclusivo, riservandosi un’ala della proprietà che include la residenza “Presidenziale”, per suo uso personale. Trasforma parte della tenuta in un campo da golf e l’arreda di strutture come la club house, un albergo e altro per attrarre frequentatori facoltosi. Ma più tardi, agli inizi degli anni ’90, a causa di gravi difficoltà finanziare Trump decide di cambiare il modello di business del club e apre Mar a Lago a eventi mondani, politici e culturali per attrarre personalità e gente di alto profilo.
Mar-a-Lago come residenza presidenziale
Durante la sua prima presidenza (2017-2021), Mar-a-Lago viene soprannominata la «Casa Bianca d’Inverno» e diventa il palcoscenico di incontri diplomatici di alto profilo. Tra gli ospiti di rilievo figurano leader mondiali come il presidente cinese Xi Jinping e il primo ministro giapponese Shinzo Abe, ricevuti per colloqui strategici e cene ufficiali nella lussuosa cornice della tenuta. Tuttavia, nonostante l’importanza degli eventi ospitati, la proprietà si ritrova al centro di accese polemiche. Da un lato, emergono accuse di conflitti di interesse legate alle elevate quote di adesione richieste ai membri del club, dall’altro, il ritrovamento di documenti riservati alla fine del mandato che scatena un caso legale di portata nazionale e internazionale. Questi episodi non solo mettono in discussione l’utilizzo della residenza per fini presidenziali, ma attirano anche un’intensa attenzione mediatica e giudiziaria, accendendo dibattiti sull’etica e sulla sicurezza. Infatti risale al gennaio 2022, che gli Archivi Nazionali degli Stati Uniti segnalano la mancanza di alcuni documenti ufficiali della Casa Bianca, che avrebbero dovuto essere consegnati al termine della presidenza Trump, secondo il Presidential Records Act. Questa legge, infatti, stabilisce che tutti i documenti presidenziali devono essere archiviati e conservati negli Archivi Nazionali per garantire trasparenza e preservare la storia di quel governo.
La perquisizione dell’FBI a Mar-a-Lago
L’8 agosto 2022, l’FBI, con un mandato di perquisizione, entra nella residenza privata e durante l’operazione di perquisizione, gli agenti recuperano numerosi documenti classificati, inclusi materiali contrassegnati come Top Secret. Secondo le autorità, i documenti ritrovati includevano informazioni sensibili sulla sicurezza nazionale, che avrebbero potuto mettere a rischio gli Stati Uniti se finiti nelle mani sbagliate.
Le accuse contro Trump
A seguito del ritrovamento, Donald Trump viene indagato per diverse possibili violazioni, ma nega ogni illecito, sostenendo d’aver declassificato i documenti in questione mentre era presidente, una mossa che sostiene essere nei suoi poteri. Tuttavia, non è stato presentato alcun documento formale che supporti questa affermazione, e gli esperti legali sottolinearono all’epoca che la declassificazione informale non segue le procedure legali standard.
Il ritrovamento di documenti riservati a Mar-a-Lago ha acceso un dibattito nazionale sulla trasparenza e sulla responsabilità dei funzionari pubblici, anche perchè ci sono dei pregressi, come ad esempio il portatile di Hilary Clinton, mentre era Segretario di Stato, usato dal marito della sua assistente a scopo personale, per addescare ragazze minorenni, oppure le carte sempre presidenziali rinvenute nel garage della casa privata di Biden. Ad oggi comunque rimangono insolute tutte le questioni.
Ruolo attuale
Oggi Mar-a-Lago non è solo una residenza privata, ma anche un club esclusivo per eventi e membri selezionati, ma da quando Donald Trump è entrato in politica, la tenuta è divenuta il fulcro delle sue attività politiche, una sorta di quartier generale informale, che ospita alleati, sostenitori e incontri strategici.
L’ultima visita di rilievo è stata quella del Primo Ministro italiano Giorgia Meloni. Pur essendo nella lista degl’ invitati all’insediamento presidenziale previsto per il prossimo 20 gennaio, Meloni, impossibilitata a partecipare alla cerimonia, ha scelto di recarsi direttamente a Mar-a-Lago. La visita, definita “diplomatico-politica”, aveva l’obiettivo di affrontare alcune questioni bilaterali, tra cui, presumibilmente, la delicata vicenda della giornalista italiana Cecilia Sala.
La residenza è diventata anche un punto di incontro per noti imprenditori, desiderosi di negoziare o instaurare un dialogo con il futuro presidente, consolidando così il ruolo di Mar-a-Lago come crocevia di politica, affari e diplomazia.
Un’icona di lusso e potere
Mar-a-Lago rappresenta quindi molto di più di una semplice proprietà di lusso. È un simbolo del sogno americano, ma anche una testimonianza delle tensioni tra interessi personali e pubblici che caratterizzano la carriera politica e imprenditoriale di Donald Trump. Con il suo mix di storia, architettura e controversie moderne, continua a essere una delle residenze più affascinanti degli Stati Uniti. Sicuramente riflette lo stile personale del presidente eletto, ed è anche un palcoscenico per le dinamiche che plasmeranno la politica interna e internazionale nei prossimi anni.