Quaresima, il Papa: “Conversione e speranza riposta nella fiducia in Dio”

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In assenza del Pontefice, ancora ricoverato al Gemelli, il penitenziere Maggiore Cardinale Angelo De Donatis ha presieduto le cerimonie del mercoledì delle Ceneri in preparazione alla Pasqua.

Il mercoledì delle Ceneri ci introduce al pellegrinaggio annuale della santa Quaresima. È un tempo apparentemente ripetitivo, a tratti faticoso, ma che ha l’unico scopo di prepararci alla Pasqua. Invita i fedeli a vivere intensamente la preghiera, la penitenza e la conversione in piena libertà. Oggi si è svolto il rito di benedizione e di imposizione delle ceneri, come ogni anno sul colle Aventino nella chiesa di San Anselmo. La celebrazione nella forma «Stazioni» romanae è stata presieduta dal cardinale Angelo De Donatis, penitenziere maggiore. A seguito di una processione penitenziale, la cui destinazione è stata la basilica di Santa Sabina, si è tenuto un momento di preghiera. Al rito spirituale hanno partecipato anche i Cardinali, gli Arcivescovi, i Vescovi, i Monaci Benedettini di Sant’Anselmo, i Padri Domenicani di Santa Sabina e alcuni fedeli.

Il grande assente è stato Papa Francesco, ricoverato ancora al Gemelli. Gli ultimi bollettini medici parlano di un miglioramento, ma la sua guarigione richiede ancora tempo e riposo. Dall’inizio del suo pontificato, Francesco è stato costretto per la seconda volta a saltare le funzioni del mercoledì delle Ceneri. Già nel 2022 il pontefice, a causa di un problema al ginocchio, non aveva potuto presiedere i riti che segnano l’avvio della Quaresima. Per quanto riguarda i riti quaresimali il Pontefice aveva invece saltato la Via Crucis del venerdì Santo al Colosseo nel 2023 e nel 2024.

A leggere il testo dell’omelia preparata dal Santo Padre è stato il Card. Angelo De Donatis: “Riceviamo le ceneri chinando il capo verso il basso, come per guardare a noi stessi. Le ceneri, infatti, ci aiutano a fare memoria della fragilità e della pochezza della nostra vita: siamo polvere, dalla polvere siamo stati creati e in polvere ritorneremo. E sono tanti i momenti in cui ‒ aggiunge ‒ guardando la nostra vita personale o la realtà che ci circonda, ci accorgiamo che è solo un soffio”. Ogni uomo che vive si affanna intento ad accumulare ricchezze e premi.

Nel testo il pontefice ricorda che la Quaresima è un periodo di pellegrinaggio interiore ed esteriore, legato quest’anno al Giubileo della Speranza. Se riceviamo le ceneri col capo chino per ritornare alla memoria di ciò che siamo, il tempo quaresimale non vuole lasciarci a testa bassa ma, anzi, ci esorta a sollevare il capo verso Colui che dagli abissi della morte risorge, trascinando anche noi dalla cenere del peccato e della morte alla gloria della vita eterna.

La speranza della Pasqua verso cui ci incamminiamo, invece, ci sostiene nelle fragilità, ci rassicura del perdono di Dio e, anche mentre siamo avvolti dalla cenere del peccato, ci apre alla gioiosa confessione della vita: «Io so che il mio redentore è vivo e che, ultimo, si ergerà sulla polvere!» Cita Benedetto XVI: “L’uomo è polvere e in polvere ritornerà, ma è polvere preziosa agli occhi di Dio, perché Dio ha creato l’uomo destinandolo all’immortalità”.

È un invito rivolto a ciascuno a chiedersi se siamo davvero sulla strada della conversione o se, al contrario, rimaniamo bloccati nella comodità o nella paura: “Ritorniamo a Lui con tutto il cuore, rimettiamo Lui al centro della nostra vita, perché la memoria di ciò che siamo – fragili e mortali come cenere sparsa nel vento – sia finalmente illuminata dalla speranza del Risorto”.

«I cristiani sono chiamati a fare strada insieme, mai come viaggiatori solitari”. Francesco invita a riflettere sul significato di questo tempo liturgico: imparare dall’elemosina a uscire da noi stessi per condividere i bisogni gli uni degli altri e nutrire la speranza di un mondo più giusto; imparare dalla preghiera a scoprirci bisognosi di Dio o, come diceva Jacques Maritain “mendicanti del cielo”, per nutrire la speranza che dentro le nostre fragilità e alla fine del nostro pellegrinaggio terreno ci aspetta un Padre con le braccia aperte; imparare dal digiuno, per non vivere di solo appagamento dei bisogni.

Il card. Angelo De Donatis sottolinea, che in questa Quaresima, Dio ci chiede di verificare se nella nostra vita, nelle nostre famiglie, nei luoghi in cui lavoriamo, nelle comunità̀ parrocchiali o religiose, siamo capaci di camminare con gli altri, di ascoltare, di vincere la tentazione di arroccarci nella nostra autoreferenzialità̀ e di badare soltanto ai nostri bisogni. “Cerco percorsi di liberazione dalle situazioni di peccato e di mancanza di dignità̀?”.

La Quaresima è innanzitutto una «chiamata alla conversione: quella della speranza, della fiducia in Dio e nella sua grande promessa, la vita eterna. Dobbiamo chiederci: ho in me la convinzione che Dio perdona i miei peccati? Oppure mi comporto come se potessi salvarmi da solo? Aspiro alla salvezza e invoco l’aiuto di Dio per accoglierla? “Vivo concretamente la speranza ‒ chiede Papa Francesco ‒ che mi aiuta a leggere gli eventi della storia e mi spinge all’impegno per la giustizia, alla fraternità, alla cura della casa comune, facendo in modo che nessuno sia lasciato indietro? Con questa speranza nel cuore, mettiamoci in cammino. E lasciamoci riconciliare con Dio”

Fonte: RaiNews