Il Giubileo prosegue nonostante Papa Francesco sia in convalescenza. Prega e lavora. È la settima domenica con la finestra chiusa per l’Angelus. Ma il governo della Chiesa resta nelle sue mani.
Quando si entra in ogni stanza d’ospedale, in ogni casa, in ciascuna casa di cura – afferma Papa Francesco – facciamolo con la sensazione di attraversare un’altra «porta santa” attraverso la quale portiamo la Speranza che è Gesù Cristo nostra salvezza”. A Roma il via al settimo appuntamento giubilare, dedicato agli ammalati e al mondo della Sanità, in programma dal 5 al 6 aprile 2025. All’evento sono arrivati circa 20 mila pellegrini, tra pazienti e professionisti legati alla sanità – medici, infermieri, tecnici, farmacisti, volontari del mondo della salute, operatori della pastorale sanitaria provenienti da 90 paesi del mondo.
Come negli altri eventi giubilari, il programma prevede il pellegrinaggio alla Porta Santa, la possibilità di ricevere il sacramento della Riconciliazione nelle chiese giubilari, attività culturali, artistiche e spirituali in alcune piazze di Roma. A piazza di Spagna è previsto l’incontro dal titolo «Il valore del dono e della solidarietà», a cura del Ministero della Salute, mentre nella Pontificia Università della Santa Croce (PUSC), il Convegno «Hospice = Hope», organizzato dall’Università Campus Bio-medico di Roma, sul tema delle cure palliative. Tra i tanti incontri anche a Piazza Risorgimento l’associazione American Heart Association organizza un evento per insegnare, in diverse lingue, le manovre di rianimazione cardiopolmonare.
La chiesa nei secoli della sua storia ha realizzato nell’ambito della cura dei malati o delle persone sofferenti, una storia straordinaria di carità fatta di luoghi di ospitalità, non solo nosocomi. Tanti uomini e donne hanno dato la loro vita al servizio, alla cura dell’anima e del corpo, all’amore verso il malato, incontrando in essa il volto di Gesù. Testimone di un’appassionata cura verso i poveri delle periferie del mondo è stata Santa Madre Teresa di Calcutta.
Il Giubileo della Speranza prosegue, nonostante Papa Francesco continui la sua convalescenza. Il suo unico contatto con il mondo sono i messaggi scritti e anche qualche telefonata. Il Papa segue alla lettera, almeno per il momento, le prescrizioni dei medici che indicavano la necessità di due mesi di assoluto riposo. Oltre alla terapia farmacologica, si sottopone quotidianamente a fisioterapia respiratoria e motoria. I malati è stato un mondo sempre caro a Francesco e che adesso sente sicuramente più vicino dopo questo lungo periodo di fragilità.
Una speranza che, come osserva il Santo Padre, mantiene saldi nelle difficoltà e offre alimento alla virtù della fortezza e che, come la speranza, è un dono di Dio.
“È una roccia indistruttibile alla quale aggrapparsi per affrontare le tempeste della vita”. La malattia diventa occasione per un incontro trasformativo, “un’esperienza che, anche nel sacrificio, ci rende più forti, perché ci rende più consapevoli che non siamo soli. Il dolore – aggiunge il Papa – porta sempre con sé un mistero di salvezza, perché ci fa sperimentare in modo vicino e reale la consolazione che viene da Dio”.
Nel messaggio per la XXXIII Giornata Mondiale del Malato 2025, Papa Francesco pone due domande: «Come possiamo rimanere forti, quando noi stessi soffriamo di malattie gravi, invalidanti, che magari richiedono cure i cui costi vanno oltre le nostre possibilità?». Come possiamo farlo quando, oltre alla nostra sofferenza, vediamo soffrire coloro che ci amano e che, pur essendo al nostro fianco, si sentono impotenti per non poterci aiutare? Andando più in profondità, entrambe le domande si interrogano su come restare in attesa quando sperimentiamo l’impotenza della malattia in noi stessi o, a maggior ragione, in qualcuno che amiamo.
Sono molte le situazioni in cui questa promozione della dignità della persona può essere influenzata nella nostra società. Povertà, disoccupazione, tratta delle persone, la mancanza di libertà… e, naturalmente, la malattia e la sofferenza, soprattutto nelle situazioni di fine vita. Per questo motivo è doveroso che le persone, come società, come Chiesa, ripensino e ravvivino quello sguardo verso la sofferenza, verso gli ammalati, tanto più in un anno giubilare come quello che abbiamo iniziato. Siamo molti nella Chiesa a dedicarci a quest’ Opera di Misericordia”.
Papa Francesco afferma che la sofferenza e il dolore colpiscono la persona non solo nel suo aspetto fisico, influiscono anche sulla loro integrità, sul loro ambiente familiare e sociale. Allo stesso modo a livello psicologico ed emotivo e ovviamente a livello spirituale. “Per alleviare il dolore sono necessari farmaci, analgesici, ma per alleviare la sofferenza abbiamo bisogno di trovare risposte sul significato e trascendenza della vita umana, una ragione di quella situazione, una luce di Speranza”.
È la settima domenica che papa Francesco non si affaccia dalla finestra del palazzo apostolico per l’Angelus domenicale. Ma prega e lavora; a parte i medici e le segretarie, non vede nessuno, ma il governo della Chiesa resta nelle sue mani. Francesco la scorsa domenica in un testo scritto si rivolge ai malati: “Viviamo questa Quaresima, tanto più nel Giubileo, come tempo di guarigione”. Il Pontefice ringrazia ancora una volta di cuore quanti sono impegnati nell’aiuto del prossimo: “Anch’io la sto sperimentando così, nell’animo e nel corpo. Perciò ringrazio di cuore tutti coloro che, a immagine del Salvatore, sono attraverso la loro parola e la loro scienza, strumento di guarigione, uniti anche con l’affetto e la preghiera”. “La fragilità e la malattia sono esperienze che ci accomunano tutti; a maggior ragione, però, siamo fratelli nella salvezza che Cristo ci ha donato”.
Questo evento giubilare si concluderà domenica 6 aprile, con la Santa Messa in piazza San Pietro alle ore 10.30, presieduta dal Pro-Prefetto mons. Fisichella, che leggerà l’omelia scritta da Papa Francesco per l’occasione.