Viva il meticciato! Un Nikkei sul tetto del mondo / ¡Viva el mestizaje! Un Nikkei en la cima del mundo

0
217

Hace unos días, en una entrevista sobre el Papa León XIV, el interlocutor lo describió solemnemente como “mestizo”. No entendí bien el sentido: venía de un romano, y ya sabemos que Italia ha sido tierra de conquistas y migraciones. De ahí el dicho: “cada italiano, una cara; cada cara, una raza”.

Pero ayer, en Turín, entendimos todo. ¡Viva el mestizaje! Lo celebró el mundo entero cuando Mitsuharu “Micha” Tsumura, peruano de origen japonés, fue consagrado como el mejor chef del planeta.

Su restaurante Maido, en Lima, fue reconocido como el Best Restaurant in the World, y su cocina Nikkei – una alquimia de técnicas japonesas y sabores peruanos -, como la síntesis perfecta de identidades que no se excluyen, sino que se abrazan.

Micha comenzó hace más de 16 años. Estuvo a punto de abandonar, pero su padre le dijo: “Persevera. Sigue creyendo en lo que estás haciendo”.
Hoy, su éxito no es solo el suyo: es un homenaje a todo el Perú que es mestizo, al que resiste y crea, al que transforma heridas en arte, sabor y esperanza.

País de raíces antiguas, Perú ha sido protagonista desde Caral «cuna de civilización» y el Imperio Inca, desde el Virreinato que fue encuentro más que colonia. Hoy, como república, no se parece a sus vecinos que se inclinan al estatismo: el Perú cree en la empresa privada, en la capacidad individual de su gente – nativos y foráneos -. Y cuando esta libertad se combina con visión, puede dar al mundo joyas como Maido.

El “efecto Turín”
Por primera vez, la ceremonia de premiación se celebró en el histórico Lingotto de Turín —símbolo industrial, cuna de FIAT—. John Elkann, presidente de STELLANTIS y heredero de la saga Agnelli, agradeció al presidente del Piamonte, a chefs, empresarios y ministros italianos por haber traído el evento a esta sede. “Es una manera de presentar nuestra cultura italiana”, dijo.

Y qué mejor que celebrar una cultura abierta, acogedora, que sabe que la belleza no se reduce a un solo origen. Por eso, fue en Turín donde un peruano mestizo fue coronado con un plato mestizo, por una historia que no niega sus raíces sino que las mezcla con gratitud.

Micha y la sostenibilidad humana
Su discurso fue conmovedor. Agradeció a su equipo, a su hermana, a sus amigos de siempre. Y dijo:

“Mi sueño no es solo un premio. Mi sueño es hacer feliz a la gente.
La gastronomía, la comida, la hostelería… pueden cambiar el mundo.
Hablamos de sostenibilidad ambiental, pero ¿cuándo hablamos de sostenibilidad humana?
La comida puede ser ese lugar donde volvamos a estar todos juntos.”

Sí, Micha, gracias. Has hecho visible que un plato puede unir lo que otros dividen. Que el arte de cocinar puede ser también el arte de reconciliar.

Que el Perú tiene algo inmenso que dar: una humanidad mestiza, compleja y luminosa, que ha aprendido a crear a partir del cruce, no del rechazo.

En un mundo que vuelve a levantar muros y alimentar odios, un plato Nikkei servido en Turín nos recuerda que el mestizaje —cuando se cultiva con amor y perseverancia— puede ser el mayor acto de paz.

Qualche giorno fa, in un’intervista su Papa Leone XIV, l’interlocutore lo ha solennemente definito «meticcio». Non ho ben capito il significato: veniva da un  romano, e sappiamo che l’Italia è stata terra di conquiste e migrazioni. Da qui il detto: «ogni italiano, un volto; ogni volto, una razza».

Ma ieri, a Torino, abbiamo capito tutto. Viva il meticciato! Il mondo intero l’ha celebrato quando Mitsuharu «Micha» Tsumura, peruviano di origine giapponese, è stato incoronato miglior chef del pianeta. Il suo ristorante Maido, a Lima, è stato riconosciuto come Miglior Ristorante del Mondo, e la sua cucina Nikkei – un’alchimia di tecniche giapponesi e sapori peruviani – è la sintesi perfetta di identità che non si escludono, ma anzi si abbracciano.

Micha ha iniziato più di 16 anni fa. Era sul punto di arrendersi, ma suo padre gli disse: «Persevera. Continua a credere in quello che fai».
Oggi, il suo successo non è solo suo: è un omaggio a tutto il Perù che è meticcio, a quello che resiste e crea, a quello che trasforma le ferite in arte, sapore e speranza.

Paese dalle radici antichissime, il Perù è stato protagonista fin da Caral «culla di civiltà» e dall’Impero Inca, fin dal Vicereame che fu più un incontro che una colonia. Oggi, da repubblica, non è come i suoi vicini che tendono allo statalismo: il Perù crede nell’impresa privata, nella capacità individuale del suo popolo, nativo e straniero. E quando questa libertà si unisce alla visione, può regalare al mondo gemme come Maido.

L'»Effetto Torino»
Per la prima volta, la cerimonia di premiazione si è tenuta nello storico Lingotto di Torino, simbolo industriale, luogo di nascita della FIAT. John Elkann, presidente di STELLANTIS ed erede della famiglia Agnelli, ha ringraziato il presidente del Piemonte, chef, imprenditori e ministri italiani per aver organizzato l’evento in questa location. «È un modo per presentare la nostra cultura italiana», ha affermato.

E quale modo migliore per celebrare se non con una cultura aperta e accogliente, consapevole che la bellezza non si limita a una sola origine. Ecco perché è stato a Torino che un meticcio peruviano è stato insignito con un piatto meticcio, per una storia che non rinnega le proprie radici, ma le fonde con gratitudine.

Micha e la sostenibilità umana
Il suo discorso è stato toccante. Ha ringraziato il suo team, sua sorella e i suoi amici di una vita. Ha detto:

«Il mio sogno non è solo un premio. Il mio sogno è rendere felici le persone.
Gastronomia, cibo, ospitalità… possono cambiare il mondo.
Parliamo di sostenibilità ambientale, ma quando parliamo di sostenibilità umana?
Il cibo può essere quel luogo in cui ci riuniamo di nuovo tutti.»

Sì, Micha, grazie. Hai reso visibile che un piatto può unire ciò che altri dividono. Che l’arte culinaria può essere anche l’arte della riconciliazione. Che il Perù ha qualcosa di immenso da offrire: un’umanità eterogenea, complessa e luminosa, che ha imparato a creare attraverso l’intersezione, non attraverso il rifiuto.

In un mondo che ancora una volta alza muri e alimenta l’odio, un piatto Nikkei servito a Torino ci ricorda che l’incrocio, se coltivato con amore e perseveranza, può essere il più grande atto di pace.