In occasione del Giubileo 2025 a Palazzo Barberini potete vedere 24 capolavori concessi straordinariamente in prestito dai piu prestigiosi musei nazionali ed internazionali di Michelangelo Merisi detto CARAVAGGIO.
Una mostra che racconta la forza innovatrice di Caravaggio nel panorama artistico, religioso e sociale del suo tempo, riportando in un luogo simbolo della connessione tra l’artista e i suoi mecenati capolavori riscoperti ed esposti per la prima volta in Italia, accanto a opere di collezioni private raramente visibili e altre entrate nell’immaginario collettivo, vere e proprie pietre miliari della Storia dell’Arte.
In mostra anche il RITRATTO di MAFFEO BARBERINI, recentemente svelato al pubblico ed ECCE HOMO riscoperto a Madrid nel 2021, che torna in Italia dopo quattro secoli.
Il percorso della mostra e articolato in quattro sezioni, coprendo un arco cronologico di circa quindici anni, dall’arrivo a Roma intorno al 1595 alla morte a Porto Ercole nel 1610. Nella prima parte dedicata al DEBUTTO ROMANO, l’esposizione affronta gli anni dell’arrivo di Merisi a Roma verso 1595 e i primi passi in città. L’incontro con il suo piu grande commitente, il cardinale Francesco Maria del Monte per cui dipinge i Musici, la Buna Ventura e i Bari, caratterizza la fase giovanile di Caravaggio. A suggellare il successo di Caravaggio a Roma, nel 1600 fu l’incarico di dipingere due tavole per la cappella Cerasi in Santa Maria del Popolo: la Crocifissione di San Pietro e la Conversione di Saulo che ora è esposta a Palazzo Barberini. La sezione espositiva IL DRAMA SACRO TRA ROMA E NAPOLI parte dalla prima commissione pubblica ottenuta da Caravaggio nel 1599: le tele della cappella Contarelli nella chiesa di San Luigi dei Francesi.
Il ciclo dedicato a San Matteo rappresenta per Merisi una vera sfida, che per la prima volta si confronta con quadri di historia e da ora in poi si dedicherà a temi sacri.
In questa sezione troviamo alcune delle opere religiose tra le più emblematiche di Caravaggio maturo all’apice del successo. La Cattura di Cristo e il San Giovanni Battista nel 1606 nascosto nelle campagne laziali da Colonna i dipinti la Cena in Emmaus e forse il San Francesco in meditazione. Secondo alcuni studiosi a questo periodo può risalire anche David e Golia della Galleria Borghese dove raffigura se stesso nei panni di Golia. Poi la partenza per Napoli dove fu molto apprezzato e dipinse opere mirabili come ECCE HOMO, recentemente rinvenuto a Madrid e uno dei capolavori, la FLAGELLAZIONE, realizzata per la cappella di San Domenico Maggiore.
L’ultima parte della mostra raccolta sotto il titolo FINALE DI PARTITA, affronta la fase finale della vita dell’artista: animato dal costante desiderio di tornare a Roma, sua patria d’elezione, Caravaggio lasciò Napoli e nell’estate del 1607 parti per Malta.
Dopo rocambolesche peripezie a Siracusa e Messina, Merisi ritorna a Napoli dove realizzerà le ultime sue opere tra le quali San Giovanni Battista della Galleria Borghese e il Martirio di Sant’Orsola, dipinto per Marcantonio Doria pochi giorni prima del suo ultimo tragico viaggio. Nel 1610, Caravaggio parti per Roma dopo il perdono del Papa ma non arrivò mai per coronare il suo sogno di tornare e per la via di ritorno, morì a Porto Ercole, a soli trentanove anni.
Venticinquesima opera della mostra-extra moeniama eccezionalmente visitabile in occasione della mostra-è il Giove, Nettuno e Plutone, l’unico dipinto murale eseguito da Caravaggio nel 1597 (c.a.) all’interno del Casino dell’Aurora, a Villa Ludovisi (Porta Pinciana) su commissione del Cardinale Del Monte per il soffitto del camerino in qui quest’ultimo si dilettava nell’alchimia. L’opera, raramente accessibile, raffigura un’allegoria della triade alchemica di Paracelso: Giove, personificazione dello zolfo e dell’aria, Nettuno del mercurio e dell’acqua e Plutone del sale e della terra. La mostra sarà aperta al museo di Palazzo Barberini fino il 6 luglio 2025.

