Intervista a S.E. Monica Robelo Raffone Ambasciatrice del Nicaragua in italia di Simona Bottoni

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Sra. Monica Robelo Raffone
Sra. Monica Robelo Raffone

Lo sviluppo delle infrastrutture in Centroamerica e Caraibi è legato agli attuali cambiamenti degli equilibri internazionali e sta trovando espressione concreta nell’amplimento del Porto di Mariel e nella creazione di una Zona Economica Speciale a Cuba; nella creazione di una terza corsia nel canale di Panamà; nella realizzazione del Canale di Nicaragua. Tutte queste opere dimostrano che si tratta di una regione economicamente dinamica, con lo sguardo rivolto al futuro. Per queste ragioni abbiamo voluto rivolgere qualche domanda all’Ambasciatrice del Nicaragua in Italia S.E. Monica Robelo Raffone proprio sul Canale che il suo paese sta programmando di realizzare.

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Il progetto di costruzione del Canale di Nicaragua è stato approvato e, nel caso, quando e con quale provvedimento?
Il 3 luglio 2012 il Parlamento nicaraguense ha approvato la legge 800, “LEY DEL RÉGIMEN JURÍDICO DE EL GRAN CANAL INTEROCEÁNICO DE NICARAGUA Y DE CREACIÓN DE LA AUTORIDAD DE EL GRAN CANAL INTEROCEÁNICO DE NICARAGUA”, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale in data 9 luglio 2012.
Il 13 giugno 2013 il Parlamento ha approvato un disegno di legge che attribuisce una concessione cinquantennale per la costruzione dell’opera alla Hong Kong Nicaragua Canal Development Investment Company (HKND). La concessione è rinnovabile per altri cinquant’anni dal momento dell’effettiva entrata in funzione del canale.

Dove passerebbe di preciso il Canale e quali saranno le sue caratteristiche tecniche?
Percorso: attraverserà il paese da est ad ovest – da Brito (villaggio sul Pacifico) alla spiaggia di Punta Gorda sul Mar dei Caraibi. Sarà lungo 278 Km, di cui 20 Km nel Pacifico, 105 km nel lago di Nicaragua e 153 km dal lago ai Caraibi. Avrà una larghezza da 230 a 530 metri e sarà profondo 28 metri, con un pescaggio di circa 20 metri.
Consentirà ad imbarcazioni con capacità di 300-400 mila tonnellate di attraversare il continente. Studi di fattibilità prevedono che ogni anno potranno navigare per la Ruta Interoceanica più di 5000 barche di tutto il mondo.

A quanto ammonta il costo complessivo del progetto e della realizzazione, quando inizierebbero i lavori ed in quanto tempo saranno completati?
Il costo sarà di circa 50 miliardi di dollari. La società HKND troverà i finanziamenti. Le attività sono cominciate il 22 dicembre 2014. Ad oggi i cantieri hanno riguardato le strade di accesso e altre infrastrutture necessarie allo scavo vero e proprio. I lavori termineranno nel 2019. Nel 2020 il Canale sarà operativo.

Canale-Nicaragua

 

Che previsioni di entrate ci sarebbero dal momento in cui comincerà a funzionare ed in quanto tempo è previsto si possa rientrare dell’importo investito?
Verranno costruite delle opere complementari al Canale: nella zona di Rivas un aeroporto di categoria 4E. Sarà il più moderno aeroporto dell’America Centrale in grado di ricevere gradi aerei cargo e passeggeri, come gli Airbus 380 e Boeing 777; una zona di liberoscambio, la quale includerà una zona di processamento per le esportazioni, un centro finanziario internazionale. Detta zona genererà 113.000 posti di lavoro diretti.
Si costruiranno strade ed autostrade. Le strade che stiamo costruendo attualmente sono per creare accesso ai macchinari pesanti. Poi verranno le strade che connetteranno i punti strategici come i porti, aeroporto, con la strada Panamericana. E’ previsto un ampliamento della rete stradale in previsione dell’aumento del traffico leggero e pesante, la costruzione di una centrale elettrica, la realizzazione di una fabbrica d’acciaio ed altre strutture correlate al fine di garantire il completamento del canale entro 5 anni.
Si tratta di un investimento che genererà maggiori investimenti. Per quanto riguardala la parte turistica, verranno costruiti 7 complessi turistici.


Quali benefici economici e di aumento di posti di lavoro ci sarebbero per il Nicaragua?
Per quanto riguarda lo sviluppo del paese, la crescita dovrebbe passare dal 4-5% annuo all’11% nel 2015 e al 15% nel 2016.
Il canale e l’effetto moltiplicatore porteranno a raddoppiare la nostra economia, duplicare le entrate governative, tagliare della metà la povertà estrema dal 14% al 7% (403.583 persone usciranno dalla povertà generale entro il 2018 e 353.935 persone usciranno dalla povertà estrema entro lo stesso periodo). Per il 2018 sono previsti 1.2 milioni di posti di lavoro formali.

Questo Canale potrebbe essere una valida concorrenza a quello di Panamà: in che modo?
No, il Canale del Nicaragua sarà complementare a quello di Panamà. Attualmente il Canale di Panamà ha una capacità per navi da 4.500 container. Con l’ampliamento avrà capacità per navi da 13.000 container. Ciò nonostante la grandi barche di ultima generazione (le tripla E), con capacità per 18.800 container, non passerebbero per il Canale di Panamà.
Parlando di navi portarinfuse, Panamà, dopo l’ampliamento, avrà capacità per navi di 20.000 tonnellate, Nicaragua avrà capacità per navi di 400.000 tonnellate.
Per quanto riguarda le petroliere, il canale di Panamà avrà capacità per navi fino a 120.000 tonnellate, quello del Nicaragua per navi fino a 320.000 tonnellate.
Queste navi non potrebbero passare per il canale di Panamà anche dopo l’ampliamento, e, non volendo passare per quello di Nicaragua, quando sarà completato, l’alternativa sarebbe passare intorno al Capo Horn , il che significherebbe più costi, tempo e contaminazione ambientale.
Secondo studi realizzati nel 2013 per il 2030 il traffico marittimo sarà per lo più dominato dalle grandi navi, perché più economiche. Manca ad oggi una percorso che consenta il passaggio a queste grandi navi.
Il Canale del Nicaragua, include oltre al collegamento via acqua, due porti, che avranno capacità per 2.65 milioni di container e 2.8 milioni di tonnellate di prodotti del petrolio. Si tratterà di 2 porti di acqua profonda che serviranno tutta la Regione, in quanto non verranno utilizzati solo per l’entrata ed uscita delle barche, bensì come punti di carico e scarico delle merci.

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Simona Bottoni vive e lavora a Roma. E’ laureata in giurisprudenza e Specialista in Diritto Civile; ed abilitata alla professione di avvocato. E’ latinoamericanista con un Master in Alti Studi latinoamericani organizzato dalla Sapienza di Roma e conseguito presso l’IILA. Dal 2011 collabora con l’Istituto di Alti Studi e Scienze Ausiliarie (IsaG) dov’è inserita nel Programma di Ricerca “America Latina”. E’ giornalista iscritta all’Ordine dal 2008 e pubblica articoli di politica interna ed estera sui quotidiani “Europa”, “L’Occidentale” e “FareItaliaMag”; come pure sui periodici “Peace Reporter”, “E” (il mensile di Emergency), “Charta Minuta” e “Geopolitica”, la rivista dell’IsaG. Il suo interesse principale è il Brasile ed il mondo lusofono. Parla portoghese brasiliano, francese ed inglese.