Auguri Europa!

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Auguri Europa! Al di là delle guerre, delle divisioni e dei sentimenti bassi che come esseri umani abbiamo, è gratificante vedere che un progetto di costruzione volontario procede. La maggior parte dei suoi cittadini sono convinti che sia il miglior progetto di convivenza e sviluppo che sia stato creato nel mondo dalla volontà di uomini e donne europei.

Se prima, solo pochi mesi fa, i paesi sovranisti parlavano di lasciare l’Unione europea, adesso nessuno ne parla più. Anzi, vogliono partecipare per migliorarla. Per raggiungere questo cambiamento, si discuterà, si studierà, si deciderà insieme, nessuno prevarrà sugli altri. Questa è la democrazia effettiva e reale che rende grande questa idea dei Padri fondatori dei sei paesi: Germania, Francia, Belgio, Lussemburgo, Olanda, Italia. Di fronte al disastro della guerra avevano capito che solo lavorando insieme e negoziando con un obiettivo di bene comune, avrebbero  potuto raggiungere lo sviluppo e uscire dall’estrema povertà in cui le guerre li avevano lasciati, che come ben sappiamo, a nulla portano. 

Non si deve nascondere il sovranismo, un desiderio di ricupero dell’autonomia che gira in Europa, anche in Italia. Date le difficoltà, si cerca l’uomo forte, il capo supremo, alcuni ricordano Mussolini. È più semplice affidare a un uomo solo il comando che mettere in pratica la discussione, la negoziazione, il ragionamento per raggiungere il bene comune.

A Lima ho saputo che il Colegio Antonio Raimondi, prima di far cantare ai bambini l’inno d’Italia, fa cantare l’inno di Mussolini, «Faccetta nera». Al mio ritorno a Milano, il conducente del taxi, un giovane italiano mi ha fatto fare un giro molto lungo per arrivare a casa mia, nonostante la mia insistenza di non prendere un’altra strada, lui aveva il comando, mi ha spiegato che era meglio Mussolini, perché era stato “il miglior periodo economico vissuto dall’Italia, il cui unico errore fu l’essersi alleato con Hitler». Certo, è più semplice delegare che costruire insieme, è più facile non capire che il sistema amministrativo italiano è così complicato che nessun governo a sua volta lo tocca, che le divisioni all’interno della casa devono diventare un fronte unico al di fuori dei confini, non una possibilità di denigrare l’avversario e perdere la forza internazionale, come è stato visto nell’Unione europea. Ci sono molti esempi, l’olio d’oliva, per esempio. Le divisioni tra i diversi Consorzi italiani hanno finito col dare il primato agli spagnoli, che hanno visto nell’Unione europea “la nuova America» e sanno utilizzare bene i fondi strutturali persi dall’Italia. Gli spagnoli si presentano uniti anche se a casa loro sono divisi. Una visione pragmatica di paese, economicamente redditizia.

Il sovranismo è di grande debolezza per affrontare i problemi che richiede la vita internazionale; il caso del Regno Unito è una telenovela senza fine, stanca, appassiona e tutti preghiamo perche finisca presto. Parteciperanno alle elezioni europee, ma non è chiaro se assumeranno il mandato parlamentare, una dura prova per i testi giuridici europei che fino ad ora resistono al disordine e alle passioni. Anche lì, nella vecchia terra di William Shakespeare, le lotte di divisione interna hanno fatto perdere la bussola del lavorare insieme per il benessere del paese in un’Europa solida. Tuttavia, Auguri Europa!