A Roma II edizione del premio in memoria di Joaquin Navarro-Valls sulla Leadership e la Benevolenza
Premiati Lina Tombolato Doris e Nicolò Govoni. Si sono distinti per progetti di sviluppo e solidarietà per infanzia e giovani. Modelli positivi a cui ispirarsi
A Roma è stato assegnato nella sua seconda edizione il Premio Internazionale Joaquin Navarro-Valls per la Leadership e la Benevolenza. La cerimonia di premiazione si è svolta presso la Sala della Protomoteca dei Musei Capitolini a Roma alla presenza di numerosi e autorevoli ospiti tra cui Luisa Todini, Matteo Colaninno, Ferruccio De Bortoli, Valentina Alazraki e Gianni letta.
L’iniziativa è promossa dalla Biomedical University Foundation, ente no profit a sostegno dello sviluppo dell’Università e della Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico in memoria del Joaquín Navarro-Valls, medico e giornalista, portavoce di Papa Giovanni Paolo II e direttore della Sala Stampa della Santa Sede per 22 anni, dal 1984 al 2006, nonché fondatore della Foundation insieme a Paolo Arullani.
I premi quest’anno sono stati conferiti a Lina Tombolato Doris per la categoria Senior, e a Nicolò Govoni, per la categoria Junior. La motivazione è quella di aver saputo abbracciare le sfide del nostro tempo, cioè di aver saputo dimostrare, nelle rispettive carriere, integrità e importanti basi etiche nella leadership, capacità di comunicazione, cura delle risorse umane e solidarietà, mettendo al centro la persona. I beni materiali – ha sottolineato papa Francesco in più di un’occasione – hanno un senso solo nella misura in cui diventano un opportunità per fare il bene anche gli altri.

“Quando la vita è così generosa non si può che viverla con un forte senso di riconoscenza, di condivisone, di restituzione, di aiuto nei confronti di chi non è stato altrettanto fortunato – dichiara Lina Doris –. Voglio dire ai giovani di sognare, di guardare il futuro con speranza e fiducia. Progettate il vostro domani senza perdervi nello sconforto dinanzi alle difficoltà, che sono parte integrante della vita”.
Viviamo un panorama desolante; solo nel 2024 si sono registrati 50 conflitti sparsi per tutto il mondo. Attualmente ci sono esempi di leadership completamente fragili, esposte a pressioni interne, politicamente ed economicamente. Leadership intrise di egocentrismo o permeate da una visione cinica della vita. Gli organizzatori affermano che con quest’evento vogliono avere non soltanto figure di riferimento come quella di San Giovanni Paolo II o Madre Teresa di Calcutta, ma delle guide che incarnino anche valori che permettano ai nostri giovani di guardare al futuro senza paura e utilizzando al meglio i propri doni. La vera leadership comporta sempre un’azione che promuove e realizza il bene, che crea relazioni sulla base della fiducia, con una visione positiva e di speranza, nel mondo, amandolo appassionatamente, e per il mondo.
“L’obiettivo del Premio è quello di individuare e valorizzare personalità di grande spessore che nel loro impegno professionale e sociale incarnino i valori di leadership e benevolenza” dichiara il Presidente della Biomedical University Foundation, Alessandro Pernigo. “Lina Tombolato Doris e Nicolò Govoni, ponendo le loro capacità e la loro dedizione al servizio di progetti di sviluppo e solidarietà, in coerenza con quanto ci ha insegnato la vita di Joaquín Navarro-Valls, hanno contribuito al miglioramento della società e rappresentano modelli positivi a cui ispirarsi”.
A beneficiare del Fondo Borse di Studio dell’Università Campus Bio-Medico di Roma intitolato a Navarro-Valls, sono studenti meritevoli provenienti da contesti socioeconomici non favorevoli. Nel 2023 sono stati raccolti fondi per assegnare 10 borse di studio a copertura totale della retta per studenti con un reddito familiare inferiore a 28mila euro e iscritti a differenti Corsi di Laurea nell’anno accademico 2024/25.

Abbiamo incontrato Nicolò Govoni, classe 1993, fondatore di Still I Rise. Per il suo impegno a favore dell’educazione e della protezione dei bambini profughi e vulnerabili è stato nominato per il Premio Nobel per la Pace.
Nicolò quest’anno hai ricevuto il premio Joaquin Navarro-Valls per la Leadership e la Benevolenza. Cosa significa per te questo premio?
Significa un incoraggiamento. Non posso dire che sia un riconoscimento, non posso dire che sia un punto di arrivo perché, di fatto, abbiamo appena cominciato. Quindi non possiamo che viverlo come uno sprono a fare di più, a fare meglio e a cercare di migliorarci sempre. Per esempio con le nostre scuole internazionali ci rifacciamo a un percorso di studi dell’IB, International Baccalaureate; vogliamo offrire questa possibilità anche alle popolazioni vulnerabili. Non siamo d’accordo che un’istruzione di quella qualità possa essere accessibile solo a chi economicamente può permettersela. Abbiamo deciso di tentare qualcosa che nessuno prima aveva tentato, ovvero dare questo percorso, questo diploma in una baraccopoli e a bambini molto vulnerabili. Dedico questo premio a loro, che mi hanno reso migliore, hanno reso migliore la mia vita e quella dei miei collaboratori.
Il mondo si può cambiare a partire dalla Benevolenza?
Assolutamente! Penso che, come ha detto il Presidente della Fondazione Biomedical University Foundation, Alessandro Pernigo, durante la premiazione, la benevolenza è un atto di speranza verso il futuro. La benevolenza significa credere che il futuro possa essere migliore, per cui se tu sei gentile nei confronti del presente, poi questo si sostanzia in un futuro più bello. Penso che nel momento in cui noi viviamo la vita in modo più umano, più altruistico, il mondo si possa cambiare.
Quali sono stati i valori che ti hanno spinto ad aiutare, nella loro crescita, i tanti giovani e bambini nel mondo in estrema difficoltà?
Mi rifaccio a quelli che sono i tre valori cardine delle nostre scuole, che sono anche il motto delle scuole: ambizione, coraggio e cura. Per noi questi tre valori sostanziano il leader del domani. Siamo i primi al mondo a offrire il Baccalaureato Internazionale gratis ai bambini profughi. Quello che vogliamo è dare la possibilità a bambini che non hanno avuto le fortune della vita di diventare i leader di domani. Per noi un leader non può essere semplicemente una persona che possa contare su strumenti materiali; il mondo può cambiare con un approccio etico e con gli strumenti sociali per farlo. Quindi un leader per noi deve essere ambizioso, deve essere coraggioso e deve, soprattutto, prendersi cura degli altri.
Joaquín Navarro-Valls era anche un uomo di fede. Nelle tue difficoltà, affrontando gli impegni nobili per il mondo, quanto ti è di aiuto la fede?
Questa è un’ottima domanda. Io penso che la fede, un concetto importantissimo, gigantesco, vada a influenzare tutto quello che facciamo. Per noi, non è una fede religiosa, noi non siamo un’organizzazione religiosa, è una fede nell’ideale di giustizia che il mondo possa migliorarsi e che se può migliorare, debba migliorare. Io mi definisco una persona di fede. Non sono una persona religiosa, ma per me la fede va molto oltre la religione. La fede è un modo di vivere la vita.

Quali sono i progetti educativi futuri alla luce della premiazione con la Biomedical University Foundation?
Siamo presenti al momento, con le nostre istituzioni educative, in 5 paesi: Congo, Kenya, Siria, Yemen e Colombia. Attualmente stiamo allestendo la scuola in India, che speriamo apriremo l’anno prossimo. E dopo l’India si arriva al punto culminante di questo processo di espansione. Nel 2019 abbiamo deciso, abbiamo disegnato la nostra espansione internazionale, e finalmente, dopo l’India, apriremo una scuola in Italia.
A chi vi rivolgete?
Abbiamo un focus importante sui profughi, per cui il 50% di tutti i bambini nelle scuole internazionali che gestiamo sono profughi migranti, ma anche in Italia sarà così. E l’altra metà invece è vulnerabile del luogo, quindi bambini che pur non essendo migranti vivono situazioni di svantaggio. La scuola in Italia sarà esattamente così: il 50% migranti e il 50% di bambini italiani vulnerabili.
All’età di 20 anni hai fatto il volontariato in India e oggi vivi in Kenya, da cui dirigi le diverse attività di sostegno educativo a bambini e giovani di tutto il mondo. Che messaggio daresti oggi ai nostri giovani?
Il mondo si può cambiare, questo è ciò in cui credo fermamente. Spesso e volentieri ci viene fatto credere che il mondo non possa migliorare e che il mondo, anzi, sia destinato a peggiorare. I media e la politica a volte ce lo rappresentano così. Ma statisticamente, se guardiamo ai numeri, vediamo che il mondo sta migliorando di anno in anno da un punto di vista globale, sotto ogni singolo parametro; nonostante tutto, nonostante le guerre che comunque continuano a essere inaccettabili. Quindi quello che voglio dire ai giovani, ma in realtà anche ai meno giovani, è che il mondo si può cambiare, ma bisogna crederci e provarci.
Tu hai parlato della tua vita da ragazzo. Oggi sei arrivato a fare cose molto grandi per gli altri. Per fare tutto ciò uno deve avere una storia perfetta?
No, no, no, assolutamente! Anzi, fallire è la chiave. Il fallimento ti insegna a vincere. Purtroppo viviamo in una società in cui il fallimento viene demonizzato; il fallimento è visto come un capolinea, ma in realtà non è così. Io ho vissuto una un’adolescenza travagliata. Sono diventato quello che sono oggi grazie a questi fallimenti. Il fallimento insegna a migliorarti, e ti insegna a combattere, quindi ben venga.
Fuente: Rainews