Il MET rende omaggio al Perù: una nuova sala per la grande arte preispanica

0
69

Ci sono radici che non si vedono, ma sorreggono il mondo intero

Nelle sale del MET, il Perù non è solo esposto: è rivelato.
Con ogni trama, ogni oro, ogni gesto scolpito nella pietra,
una civiltà antica prende voce e ci parla nel presente.
Non è nostalgia: è rinascita.

Il Metropolitan Museum of Art di New York (MET) inaugurerà a maggio una sala rinnovata interamente dedicata al Perù, consolidando la sua collezione come la più importante di arte preispanica dell’America Latina. Questa sala, completamente riprogettata, ospita una straordinaria varietà di pezzi che coprono oltre 3.000 anni di storia peruviana. Secondo quanto condiviso da Hernando TorresFernández, direttore del Centro Culturale Inca Garcilaso del Ministero degli Affari Esteri del Perù, gran parte di questi oggetti furono donati da Nelson Rockefeller, il che conferisce ulteriore valore storico e simbolico alla collezione.

Con oltre 3.955 risultati sotto il termine «Perù», il MET ha dimostrato una dedizione eccezionale alle culture originarie del territorio peruviano, dalle civiltà Moche, Nasca, Wari, Paracas, Cupisnique, Lambayeque, fino a espressioni coloniali e contemporanee.

Tra i pezzi più importanti troviamo:

  • «Cristo con la Croce, chiamato ‘Il Signore della Caduta'» (ca. 1770–75), opera anonima del periodo coloniale andino con un’iconografia barocca ricca di simbolismo.

  • «Nostra Signora di Valvanera» (ca. 1770–80), una rappresentazione della Vergine che evidenzia il sincretismo religioso coloniale.

  • Una bottiglia scultorea mochica (200–500 d.C.) con figura seduta, simbolo della maestria ceramica di questa cultura.

  • Un tamburo della cultura Nasca (100–400 d.C.), che rivela la conoscenza acustica e cerimoniale di questa civiltà.

  • Una impressionante bottiglia a forma di felino Wari (600–900 d.C.), con disegni geometrici di forte valore simbolico.

  • Pannelli tessili come il «Feathered Panel» (650–1000 d.C.), realizzati con piume colorate, e altri frammenti di tessuti Paracas e Chuquibamba che mostrano la complessità dell’arte tessile precolombiana.

  • La maschera funeraria Lambayeque (Sicán) (900–1100 d.C.), che rappresenta il volto dorato di una figura sacra.

  • E opere contemporanee come «Vírgenes Urbanas» (2007), di Ana de Orbegoso, che collegano il passato alle espressioni attuali dell’identità peruviana.

Queste opere non sono solo esempi dell’incredibile capacità artistica e simbolica delle civiltà peruviane, ma anche una testimonianza dell’impatto culturale di questi popoli nella storia universale dell’arte.

Il MET, insieme al Louvre, è considerato uno dei musei più importanti al mondo. Recentemente, il suo direttore Max Hollein ha visitato Lima ed è stato ricevuto da autorità peruviane, tra cui Hernando Torres – Fernández, consolidando così i legami tra l’istituzione statunitense e il patrimonio culturale del Perù.

Con questa iniziativa, il Perù non solo guadagna visibilità, ma anche riconoscimento per la profondità, la diversità e la bellezza delle sue tradizioni. La riapertura di questa sala al MET sarà una celebrazione globale dell’arte peruviana, un nuovo capitolo nella valorizzazione internazionale delle nostre radici.

Nelson Rockefeller e il suo lascito: un mecenate per l’arte precolombiana

La grandezza della collezione peruviana al MET non si può comprendere senza il gesto visionario di Nelson Aldrich Rockefeller (1908–1979), imprenditore, filantropo e vicepresidente degli Stati Uniti. Appassionato d’arte latinoamericana, Rockefeller non fu soltanto un collezionista: fu un ponte tra culture.

Attraverso la sua fondazione e donazioni personali, contribuì a far sì che capolavori delle civiltà preispaniche trovassero un luogo dignitoso e accessibile in uno dei musei più prestigiosi al mondo. Il suo impegno non riguardava solo l’arte come oggetto, ma l’arte come espressione identitaria, storica e spirituale dei popoli dell’America Latina.

Grazie alla sua sensibilità, una parte inestimabile del patrimonio peruviano è oggi protetta, studiata e celebrata al MET, davanti agli occhi del mondo.