TERRORISMO ISLAMICO E DEBOLEZZA DELL’OCCIDENTE – di GIUSEPPE RUSCONI

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La correlazione tra offensiva jihadista e profonda crisi di valori in Europa al centro di un dibattito tra parlamentari a Roma, in occasione della presentazione di “Sfida all’Occidente. Il terrorismo islamico e le sue conseguenze”, antologia di interventi in materia (dal 2001 al 2016) raccolti da Gaetano Quagliariello e Andrea Spiri. Nel volume testi, tra gli altri, di Camillo Ruini, Magdi Allam, Marcello Pera, Joseph Ratzinger, Luigi Compagna, Amel Nona.

Incontro assai stimolante quello tenutosi martedì 28 marzo a Roma nella Galleria Alberto Sordi presso piazza Colonna. L’occasione era offerta dall’uscita di una raccolta di interventi dal 2001 al 2016 su un argomento di attualità incontestata e dal titolo “Sfida all’Occidente. Il terrorismo islamico e le sue conseguenze”, a cura di Gaetano Quagliariello e Andrea Spiri (ed. Rubbettino e Fondazione Magna Carta). A riflettere sul tema lo stesso Quagliariello e i colleghi Massimiliano Fedriga, Paolo Romani, Maurizio Sacconi e Giulio Tremonti, moderati da Eugenia Roccella.

Il filo rosso dell’incontro è stato individuato da Gaetano Quagliariello sia nell’intervento introduttivo in Galleria che nella prefazione del volume: “L’esistenza di un nesso tra lo scontro che oppone il terrorismo islamico all’Occidente e la crisi di valori che ha colpito l’Occidente medesimo”. Da posizioni “laicissime”, ha annotato il senatore di Idea, posso constatare che “esiste un problema riguardante i principi non negoziabili”. Ed è vero che “i Papi possono cambiare”, ma tali principi “rimangono”. Proprio sulla questione antropologica “si è misurata l’ampiezza della frattura fra i vecchi diritti e i nuovi ‘diritti insaziabili’. Questi ultimi sono il prodotto di un uso invasivo e disinvolto delle biotecnologie, che tende a ridurre l’umano a pure materiale da laboratorio”. Non solo, ma anche “a modificare radicalmente le esperienze fondamentali che accomunano tutti gli uomini, come la nascita, la maternità e la paternità”.

Per Eugenia Roccella (deputata di Idea), che ha ricordato gli incontri della Fondazione Magna Carta a Norcia (“Il crollo della basilica di San Benedetto ha assunto il valore di un simbolo”), siamo ormai confrontati “con una devastazione della quotidianità”, che va al di là del fatto puro e semplice degli attentati dei fondamentalisti islamici. La moderatrice ha evidenziato anche come in diverse città europee ci siano ormai quartieri in cui “non si può più entrare liberamente”, non solo a Bruxelles (Molenbeek), ma anche ad esempio in Svezia. E ha rievocato eventi orribili come lo stupro di 1400 minorenni dal 1997 al 2013 a Roterham (Yorkshire), a lungo taciuti dalle autorità per evitare accuse di razzismo (gli stupratori erano in gran parte inglesi di origine pachistana e di religione islamica).  Fatti criminali del resto ripetuti in altre città come Oxford (almeno 400 le ragazze stuprate, sempre da parte di islamici). La reazione dell’Occidente? “Imagine” ai funerali e peggio ancora: “Da John Lennon a Elton John scendiamo sempre più in basso”.

QUALCHE SPUNTO DAL DIBATTITO

 

Massimiliano Fedriga (capogruppo Lega Nord alla Camera dei deputati) 

.“Il termine ‘populismo’ è stato inventato come autogiustificazione da una classe politica, economica, sociale che non è stata in grado di dare risposte ai problemi dei cittadini”

. “Il fondamentalismo islamico in Europa è nato tra gli immigrati di II-III generazione anche all’interno di un ‘modello multiculturale’ tanto vantato e fallimentare. E’ un dato grave e non si può tacciare di ‘populismo’ chi mette in discussione le virtù di tale modello”.

. “Il nostro compito è difendere la nostra cultura, tradita da chi ci governa, che mette delle bombe all’interno del concetto di famiglia. Non sono un complottista, ma mi sembra che ci sia un disegno dietro l’annullamento dell’individuo, della famiglia, della comunità”.

 

Paolo Romani (capogruppo di Forza Italia al Senato) 

. Romani ha illustrato i punti principali dell’accordo ( “Patto nazionale per un islam italiano”, non facile da applicare) stretto il primo febbraio tra Governo italiano e la maggior parte delle comunità islamiche, tra cui l’Ucoii, “in odore di essere stato o di essere vicina ai Fratelli musulmani. E’ dai Fratelli musulmani che passa la linea di demarcazione che divide l’islam”.

. “Oggi i migranti che arrivano sulle nostre coste sono quasi tutti economici. Con tredici navi pagate non si sa da chi le ONG portano i migranti trasferiti dai gommoni non nel primo porto disponibile in Tunisia, ma in Italia. Dobbiamo assolutamente intervenire sulle coste libiche. Sono in forte aumento i minori non accompagnati: è un problema nuovo e bisogna fermarli prima che partano, altrimenti andranno a ingrossare la criminalità”.

 

Maurizio Sacconi (presidente della commissione Lavoro e Previdenza sociale del Senato, centrista) 

. “In un Occidente molto debole, che non afferma la propria identità -come sarebbe necessario per un dialogo fecondo – i giovani immigrati di II-III generazione pongono domande fondamentali sulla vita, cui non si è riusciti a dare una risposta. Nella perdita di senso della società occidentale si colloca la denatalità, spia più evidente di tale collasso. Occorre oggi un cambio di passo culturale da parte dell’Occidente. E ciò riguarda anche molti cattolici ‘commerciali’, pronti sempre a mercanteggiare, come quelli del Pd”.

. ”Si vuole un ‘uomo nuovo’, costruito con approccio giacobino da parte di élites che vogliono informare del loro pensiero unico l’Occidente. Vorrebbero non nascessero più disabili e che i neonati fossero frutto di tecniche artificiali; l’ uomo nuovo’ avrebbe relazioni affettive labili e potrebbe chiedere assistenza per il suicidio. Sono gravissime le responsabilità di chi asseconda il progetto nichilista”.

 

Giulio Tremonti (senatore indipendente di centro-destra) 

.“I muri non sono da demonizzare. Possono trasmettere anche un messaggio di sicurezza”.

. Chi, tra le élites europee, perora la causa dell’entrata della Turchia nell’Unione europea, dimostra di non aver capito niente della stessa UE. Come si farebbe a conciliare nell’UE il diritto musulmano con quello della Corte di Strasburgo?”

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