Mostra Alphonse Mucha per Julia-Sandra Virsta

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“Preferisco essere qualcuno che crea immagini per le persone piuttosto che qualcuno che fa arte fine a se stessa” 
Alphonse Mucha, Palazzo Bonaparte, nel cuore di Roma, si conferma ancora una volta come uno dei luoghi simbolo dell’arte internazionale. Dopo mostre di straordinario successo come quelle dedicate a Monet, Escher, Van Gogh, e Munch, che hanno realizzato numeri record di visitatori, ospita ora un evento imperdibile che celebra la grazia e la forza di un artista capace di parlare ancora oggi al nostro tempo. Presentata in anteprima internazionale, la mostra è prodotta e organizzata da Arthemisia con la Mucha Foundation e i Musei Reali di Torino.
Palazzo Bonaparte si trasforma nel tempio dell’Art Nouveau presentando la più ampia retrospettiva mai dedicata ad Alphonse Mucha (Ivančice, 24 luglio 1860 – Praga, 14 luglio 1939), artista ceco, padre e maestro indiscusso di quello stile raffinato e sensuale che ha rivoluzionato l’immaginario visivo di ogni tempo. Con una selezione di oltre 150 opere, è un viaggio nell’intera opera di Mucha attraverso l’esposizione di tutti i suoi capolavori (tra cui Gismonda, 1894; Médée, 1898; JOB, 1896; la serie The Stars del 1902 o quella sulle Pietre Preziose del 1900 o ancora gli studi sull’Epopea Slava) provenienti dal Mucha Museum di Praga, e allarga la visione all’importanza e alla centralità della bellezza nella storia dell’arte. In mostra, infatti, anche straordinarie opere archeologiche e rinascimentali, passando a capolavori dell’Ottocento con l’eleganza de La contessa De Rasty (1879) di Boldini per giungere finalmente al Novecento con la sontuosa Semiramide (A Babilonia) del 1905 di Saccaggi. Ad arricchire il percorso anche arredi, oggetti Art Nouveau e tantissimo altro: un dialogo inedito che illumina Mucha da prospettive nuove.
“L’arte è l’espressione dei nostri sentimenti più intimi… È un bisogno spirituale.” 
Alphonse Mucha, Ospite d’onore della mostra è la Venere di Botticelli (1485-1490), prestata in via del tutto eccezionale dai Musei Reali – Galleria Sabauda di Torino, perfetta sintesi del concetto di bellezza e seduzione. La Venere, icona e testimonial mondiale del fascino senza tempo, stabilisce un ponte ideale tra l’arte rinascimentale e l’Art Nouveau. Il capolavoro quattrocentesco, recentemente oggetto di approfondite indagini diagnostiche, dialoga sorprendentemente con le figure femminili di Mucha, rivelando come l’ideale di bellezza attraversi i secoli con continuità straordinaria.
A Palazzo Bonaparte, Mucha viene raccontato attraverso i suoi celebri manifesti teatrali, pannelli decorativi, calendari e illustrazioni, testimoni di un’epoca in cui l’arte si fondeva con la vita quotidiana e ne impreziosiva ogni gesto. Ma, su tutto, Mucha è colui che ha saputo reinventare l’immagine femminile nell’arte, trasformandola in icona di grazia e forza, protagonista indiscussa di un linguaggio decorativo – tra fiori, linee morbide e atmosfere oniriche – che ancora oggi ispira moda, grafica e design contemporaneo, fino ad influenzare il mondo dei più moderni tatuaggi dove i suoi soggetti sono diventati uno dei temi più ricorrenti e richiesti al mondo.
Alphonse Mucha è stato molto più di un artista. È stato un innovatore, un comunicatore visivo capace di dare una forma seducente e riconoscibile all’immaginario della Belle Époque. I suoi celebri manifesti pubblicitari – come quelli dedicati a Sarah Bernhardt o ai profumi e ai liquori parigini – non solo resero popolare l’arte grafica, ma trasformarono il linguaggio visivo del suo tempo, anticipando i principi del design moderno. La donna di Mucha, con le sue linee flessuose, i capelli fluenti, le vesti leggere e gli elementi naturali che la circondano, è diventata l’icona universale della femminilità Art Nouveau, movimento che ha rivoluzionato le arti applicate e la visione estetica tra fine Ottocento e inizio Novecento. La mostra “Alphonse Mucha. Un trionfo di Bellezza e seduzione” non si limita a raccontare l’evoluzione dello stile di Mucha: invita il visitatore a entrare nel suo mondo, restituendo l’atmosfera vibrante della sua epoca. L’allestimento sarà un’esperienza avvolgente, in cui ambienti, luci, profumi, musiche e cromie condurranno il pubblico in un vero e proprio passaggio temporale, riportandolo indietro nel tempo. Accanto alle opere dell’artista, il pubblico potrà ammirare arredi, preziosi e oggetti di design, fotografie e materiali d’epoca, in un viaggio immersivo tra eleganza, natura e simbolismo, dove ogni dettaglio – visivo, sonoro, tattile – contribuirà a evocare l’incanto di un’epoca che ha reso l’arte parte integrante della vita. “Nel celebrare il 25º anniversario di Arthemisia, sentivamo il dovere e il desiderio – dichiara Iole Siena, Presidente di Arthemisia – di rendere omaggio alle donne e alla bellezza femminile, temi che da sempre attraversano la storia dell’arte con grazia, forza e profondità. Abbiamo scelto di farlo in un luogo simbolico e ormai consacrato come il tempio delle grandi mostre d’arte, offrendo al pubblico un’esposizione inedita, intensa e ricca di emozione. Sono certa che questa mostra saprà toccare l’animo dei visitatori, lasciando un segno indelebile nei loro occhi e nei loro cuori. E guardando al futuro, ci avviamo verso il 2026 che vedrà Palazzo Bonaparte teatro di due mostre straordinarie: in primavera – in occasione dei 160 anni delle relazioni diplomatiche tra Italia e Giappone – la più completa mostra mai dedicata in Italia ad Hokusai, il più grande pittore e incisore giapponese e, in autunno, una eccezionale esposizione su Kandinskij, padre fondatore dell’astrattismo.”
Julia-Sandra Virsta

Venere di Botticelli
 Autoritratto Alphonse Bucha periodo slavo