Papa Leone XIV: “Siate uniti nelle diversità cercando strade nuove di evangelizzazione”

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Papa Leone XIV: “Siate uniti nelle diversità cercando strade nuove di evangelizzazione”

I santi Pietro e Paolo ci interpellano anche sulla vitalità della nostra fede. Ci ispirano la volontà di aprirci ai cambiamenti. “Lasciamoci interrogare dagli avvenimenti della vita ordinaria”

Oggi la Chiesa celebra la solennità dei Santi Pietro e Paolo, due figure centrali del cristianesimo. Questa festa è una delle più importanti nel calendario liturgico della Chiesa cattolica, non solo in Italia, ma anche in molti paesi di tradizione cristiana. Durante il rito liturgico Papa Leone XIV ha imposto i Sacri Palli, presi dalla Confessione dell’Apostolo Pietro e destinati agli Arcivescovi Metropoliti nominati nel corso dell’anno.

Nella festa degli Apostoli Pietro e Paolo, Papa Leone XIV ha ricordato con parole suggestive che la missione apostolica di annunciare la salvezza di Cristo è l’unica ragion d’essere della Chiesa nel suo cammino nella storia: “Cari fratelli e sorelle, oggi festeggiamo due fratelli nella fede, Pietro e Paolo, che riconosciamo come pilastri della Chiesa e veneriamo come patroni della diocesi e della città di Roma”.

Nell’omelia della messa nella Basilica di San Pietro, Papa Leone ha preso spunto dalle letture della liturgia del giorno per sottolineare che Pietro e Paolo rispondono con accenti diversi alla chiamata di Cristo e all’incontro con Lui: “La storia di questi due Apostoli interpella da vicino anche noi, Comunità dei discepoli del Signore pellegrini in questo nostro tempo. In particolare, guardando alla loro testimonianza, vorrei sottolineare due aspetti: la comunione ecclesiale e la vitalità della fede”.

In questo senso, il Papa ha detto che i Santi Patroni di Roma, Pietro e Paolo, i due grandi pilastri e simboli della Chiesa, sono stati due uomini devoti a Dio che, secondo la liturgia di questa solennità, hanno accettato di seguire Cristo, donando la loro vita, portando la Verità di Dio e proclamando il Vangelo.

Pietro e Paolo morirono lo stesso giorno, il 29 giugno del 67 d.C., durante le persecuzioni ordinate da Nerone: “Nella prima Lettura troviamo Pietro che, in prigione, attende che sia eseguita la sentenza; nella seconda, l’apostolo Paolo, anch’egli in catene, in una sorta di testamento, afferma che il suo sangue sta per essere sparso e offerto a Dio. “Sia Pietro che Paolo, dunque, – aggiunge Papa Prevost – donano la loro vita per la causa del Vangelo”.

Pietro e Paolo sono stati il sigillo dell’unità nella Chiesa di Cristo nonostante le controversie del momento. San Pietro è stato il primo Papa e la “roccia” della Chiesa, mentre San Paolo è stato l’apostolo delle genti. I due Apostoli, dopo un lungo cammino, hanno abbracciato la fede e hanno vissuto l’apostolato in modo diverso. “La loro fraternità nello Spirito non cancella le diversità dalle quali sono partiti: Simone era un pescatore di Galilea, Saulo invece un rigoroso intellettuale appartenente al partito dei farisei; il primo lascia subito tutto per seguire il Signore; il secondo perseguita i cristiani finché viene trasformato da Cristo Risorto”.

San Pietro, la Messa presieduta dal Papa per San Pietro e Paolo 29_06_25
San Pietro, la Messa presieduta dal Papa per San Pietro e Paolo 29_06_25 (AFP)

Papa Leone XIV esorta ai fedeli nella Basilica di San Pietro a meditare e approfondire la storia di Pietro e Paolo che ci insegna il senso della comunione a cui il Signore ci chiama, un’armonia di voci e di volti che non cancella la libertà di ognuno. “I nostri Patroni – prosegue il Pontefice – hanno percorso sentieri diversi, hanno avuto idee differenti, a volte si sono confrontati e scontrati con franchezza evangelica. Eppure ciò non ha impedito loro di vivere la concordia apostolorum, cioè una viva comunione nello Spirito, una feconda sintonia nella diversità”. 

Il Papa durante l’Omelia cita Sant’Agostino: “Un solo giorno è consacrato alla festa dei due apostoli. Essi erano una cosa sola. Benché siano stati martirizzati in giorni diversi, erano una cosa sola. Chiamare questi santi martiri pilastri della Chiesa non è superfluo. Il peso del gregge di Cristo, pellegrino per il mondo, grava su di loro, come se fossero le colonne di un edificio. Senza di loro, l’edificio crollerebbe. Con loro, c’è sempre equilibrio”.

La festa dei Santi Pietro e Paolo è una delle celebrazioni più significative per i romani, che attraverso di essa rafforzano il loro legame con la città e le proprie origini. Ogni anno passato e presente si fondono per ricordare la loro identità di cristiani romani, nel segno della grande opera di diffusione della Parola di Dio compiuta dai due martiri, entrambi morti nella Città Eterna, futura culla della religione cristiana.

Nel suo discorso, il Papa ha detto che: “È importante imparare a vivere così la comunione perché la varietà dei doni, raccordata nella confessione dell’unica fede, contribuisca all’annuncio del Vangelo. Su questa strada siamo chiamati a camminare, proprio guardando a Pietro e Paolo, perché di tale fraternità abbiamo tutti bisogno”. Una fraternità di cui la Chiesa, ne hanno bisogno le relazioni tra laici e presbiteri, tra i presbiteri e i Vescovi, tra i Vescovi e il Papa.

Le diversità nella Chiesa è un laboratorio di unità e di comunione, di fraternità e di riconciliazione perché ciascuno con la propria storia personale, impari a camminare insieme agli altri. Ma il Vescovo di Roma ribadisce che i santi Pietro e Paolo ci interpellano anche sulla vitalità della nostra fede. Nell’esperienza del discepolato, infatti, c’è sempre il rischio di cadere nell’abitudine, nel ritualismo, in schemi pastorali che si ripetono senza rinnovarsi e senza cogliere le sfide del presente. “Nella storia dei due Apostoli, invece, ci ispira la loro volontà di aprirsi ai cambiamenti, di lasciarsi interrogare dagli avvenimenti, dagli incontri e dalle situazioni concrete delle comunità, di cercare strade nuove per l’evangelizzazione a partire dai problemi e dalle domande posti dai fratelli e dalle sorelle nella fede”.

Papa Leone XIV si rivolge alla Chiesa che è in Roma, perché più di tutte essa è chiamata a diventare segno di unità e di comunione, Chiesa ardente di una fede viva, Comunità di discepoli che testimoniano la gioia e la consolazione del Vangelo in tutte le situazioni umane. Si rivolge anche ai fratelli Arcivescovi che oggi hanno ricevuto il Pallio. “Carissimi, questo segno, mentre richiama il compito pastorale che vi è affidato, esprime la comunione con il Vescovo di Roma, perché nell’unità della fede cattolica, ciascuno di voi possa alimentarla nelle Chiese locali a voi affidate”.

Saluta e ringrazia ai membri del Sinodo della Chiesa greco-cattolica ucraina per la loro presenza e per il vostro zelo pastorale: “Il Signore doni la pace al vostro popolo! E con viva riconoscenza saluto la Delegazione del Patriarcato Ecumenico, qui inviata dal carissimo fratello Sua Santità Bartolomeo”. 

Allo stesso modo, in questa data si celebra la Giornata del Papa. In questo giorno, i fedeli sono invitati in modo particolare a meditare sul ministero del Successore di Pietro, il Sommo Pontefice, a pregare per lui e a contribuire con le lor elemosine e donazioni alla sua missione evangelizzatrice e caritativa.