UE: meno burocrazia per i cittadini che vivono o lavorano in un altro Stato membro

0
802

Circa 17 milioni di cittadini dell’UE vivono in un paese dell’Unione diverso dal proprio. Circa due milioni di cittadini sono pendolari giornalieri transfrontalieri che lavorano o studiano in un paese dell’UE, ma vivono in un altro.

Dal 16 febbraio sono state approvate le nuove norme proposte dalla Commissione europea nell’aprile del 2013 a seguito dei riscontri ricevuti da cittadini che consideravano le procedure da seguire lunghe e onerose e sono state adottate nel giugno del 2016. I paesi dell’UE hanno avuto due anni e mezzo di tempo per adeguarsi alle nuove semplificazioni.

A norma del nuovo regolamento, quando si presenteranno documenti pubblici rilasciati in uno Stato membro dell’UE alle autorità di un altro Stato membro, non sarà più necessario alcun timbro di autenticazione e, di conseguenza, verranno meno anche le relative procedure burocratiche. In base alle nuove norme, inoltre, i cittadini non saranno più tenuti a fornire in molti casi una traduzione giurata/ufficiale del loro documento pubblico. Il regolamento prevede al tempo stesso solide garanzie per prevenire le frodi.

Le nuove norme elimineranno una serie di procedure burocratiche:

  • i documenti pubblici (certificati di nascita, di matrimonio, del casellario giudiziale, ecc.) rilasciati in un paese dell’UE dovranno essere accettati come autentici dalle autorità di un altro Stato membro senza che sia necessario apporvi alcun timbro di autenticazione;
  • il regolamento elimina anche l’obbligo per i cittadini di fornire in tutti i casi una copia autenticata e una traduzione asseverata dei documenti pubblici che li riguardano. Si potrà richiedere un modulo standard multilingue, disponibile in tutte le lingue dell’UE, da presentare come ausilio alla traduzione allegato al documento pubblico per evitare l’obbligo di traduzione;
  • il regolamento prevede tutele contro le frodi: in caso di dubbi fondati sull’autenticità di un documento pubblico, l’autorità ricevente potrà verificarla con l’autorità di emissione dell’altro paese dell’UE attraverso una piattaforma informatica già operativa: il sistema di informazione del mercato interno (IMI).

Il regolamento riguarda soltanto l’autenticità dei documenti pubblici; per il riconoscimento del contenuto e degli effetti dei documenti pubblici rilasciati in un altro paese dell’Unione gli Stati membri continueranno infatti ad applicare le norme nazionali.

Il regolamento riguarda i documenti pubblici che certificano:

la nascita; l’esistenza in vita; il decesso; il nome; il matrimonio, compresi la capacità di contrarre matrimonio e lo stato civile; il divorzio, la separazione legale e l’annullamento del matrimonio; le unioni registrate, compresi la capacità di contrarre un’unione registrata e lo stato di unione registrata; lo scioglimento di un’unione registrata, la separazione legale o l’annullamento di un’unione registrata; la filiazione; l’adozione; il domicilio e/o la residenza; la nazionalità; l’assenza di precedenti penali; il diritto di voto e di eleggibilità alle elezioni amministrative e alle elezioni del Parlamento europeo.

Il regolamento introduce moduli standard multilingue quali ausili alla traduzione dei documenti pubblici che certificano:

la nascita; l’esistenza in vita; il decesso; il matrimonio, compresi la capacità di contrarre matrimonio e lo stato civile; le unioni registrate, compresi la capacità di contrarre un’unione registrata e lo stato di unione registrata; il domicilio e/o la residenza; l’assenza di precedenti penali.