Le europarlamentari Kashetu Kyenge insieme a Roberta Metsola, sono le Autrici della Risoluzione del Parlamento Europeo, del 17 dicembre 2014, Situazione nel Mediterraneo e necessità di un approccio globale dell’UE alle migrazioni
L’EP Kashetu Kyenge, ritiene che l’Accordo con Turchia ormai è parte della soluzione, ma bisogna verificare il rispetto delle Convenzioni internazionali
«L’Accordo con la Turchia, al termine del Consiglio Europeo dei 28 Stati Membri, non è da sola la soluzione, ma è certamente parte della soluzione della crisi dei rifugiati. In Turchia, alle porte dell’Europa, vivono ancora milioni di rifugiati siriani e non possiamo chiudere gli occhi sulla necessità del dialogo». Lo ha detto l’europarlamentare Cécile Kyenge (S&D-PD) responsabile per il Parlamento Europeo del rapporto immigrazione. «Cooperare concretamente è necessario – ha continuato Kyenge – se non vogliamo che la situazione, già grave, imploda e travolga tutto e tutti. Anche grazie alle prese di pozione del Parlamento Europeo e alla nostra pressione politica come Gruppo parlamentare S&D, la proposta iniziale di accordo con la Turchia è stata significativamente migliorata, rafforzando il profilo del rispetto dei diritti umani e del diritto d’asilo».
Kyenge ha espresso dubbi sull’accordo:«Lo confesso, però, non riesco ancora a dire: mi fido e mi affido a quanto è stato scritto nell’Accordo. Stiamo parlando di persone che fuggono dalla guerra e dalla disperazione, non di numeri. Farò da subito tutto quanto è nelle mie facoltà di europarlamentare per verificare l’effettivo rispetto sul campo delle convenzioni internazionali e le norme europee a protezione dei diritti umani e del diritto d’asilo. E l’effettivo sviluppo con le risorse europee dei servizi, a partire dalla scuola, nei campi profughi in Turchia».
Kyenge ha fatto anche riferimento al rapporto parlamentare sull’immigrazione di cui è relatrice e approvato questa settimana in commissione parlamentare. «La drammatizzazione dell’accordo con la Turchia è conseguenza del ritardo dell’Unione Europea nel dotarsi di un’agenda vera, quella che ho messo nero su bianco nel mio Rapporto al Parlamento e che rilancio oggi: superare il regolamento di Dublino in chiave solidale, creare un sistema di redistribuzione di richiedenti asilo permanente e vincolante, corridoi umanitari, visti e ammissioni umanitarie, canali legali d’immigrazione economica, salvare Schengen con una gestione comunitaria delle frontiere da parte di una Guardia di frontiera europea, piano d’azione europeo sulla cause profonde dell’immigrazione».