Francesco ha definito il governo Ortega «una dittatura grottesca, comunista, hitleriana”. 396 gli attacchi contro la Chiesa cattolica nel 2022. Dopo la condanna a 26 anni di carcere al vescovo nicaraguense Rolando Álvarez, la situazione peggiora
Abbiamo incontrato l’Avv. Difensore dei diritti umani e autrice del libro “Nicaragua: una Chiesa perseguitata?”, Martha Patricia Molina.
Recentemente gli Stati Uniti hanno pubblicato un’indagine sugli abusi e le violazioni dei diritti umani in Cuba, Nicaragua e Venezuela denunciando esecuzioni, torture e la scomparsa degli oppositori al regime. Cosa ne pensa?
Ritengo che tutte le condanne che la dittatura sandinista riceve in questo contesto contribuiscano maggiormente a sradicare completamente questo male che abbiamo dagli anni ’80, perché Daniel Ortega non ha mai veramente lasciato il potere. Negli anni ’80 abbiamo beneficiato di un periodo di pace con la presidente Violeta Barrios de Chamorro, ma durante il suo mandato ha continuato a governare dal basso. Penso che tutti questi studi, analisi e condanne, siano un contributo da parte della comunità internazionale e sicuramente servono. Ora, la comunità internazionale, negli spazi politici, condanna costantemente la dittatura, ma allo stesso tempo la finanzia attraverso le organizzazioni finanziarie multilaterali. Quindi questi finanziamenti che la dittatura riceve la mantengono al potere.
Mi dia un esempio…
Il denaro non viene utilizzato per le politiche pubbliche, ma per il populismo e la repressione. Ed ecco un esempio: quest’anno l’Esercito nicaraguense e la Polizia nazionale hanno ricevuto un buon aumento nel bilancio generale della Repubblica. In altre parole, c’è questo doppio discorso che da un lato li condanna, dall’altro li finanzia.
Il continente latinoamericano si tinge di rosso con dure conseguenze per la popolazione. C’è un cambiamento reale nei paesi socialisti della regione?
Credo che tutto quello che sa di socialismo, almeno nell’esperienza che abbiamo avuto in Nicaragua, sia dannoso. Dannoso perché non insegna alla forza lavoro a lavorare, ma lascia loro credere che tutto cada dal cielo e tutto sia dovuto in cambio del servilismo dimostrato dalla popolazione. Quindi penso che in tutti i paesi dove si sta instaurando il socialismo non sappiano a cosa vanno incontro, almeno in quei paesi come il nostro. In America Latina, purtroppo, non abbiamo mai assistito ad una storia che mettesse al centro la democrazia. E questo è dannoso, cioè, in pratica, si mette al centro un partito politico o un gruppo di persone che dicono di essere socialisti, ma che allo stesso tempo vivono come capitalisti, cioè si aspettano che il popolo viva come socialista, ma vivono loro stessi, per primi, come esclusivi detentori dei capitali.
Con quali paesi ha relazioni il Nicaragua?
Il Nicaragua ha ottime, anzi, eccellenti relazioni diplomatiche con i suoi pari, ovvero con dittature e regimi autoritari come il nostro. In altre parole, stiamo parlando di Venezuela, Cuba, Russia e alcuni Paesi asiatici. Con loro andiamo d’amore e d’accordo. L’Indice di percezione della corruzione ha generato più corruzione in tutti i Paesi che sono molto inclini al fenomeno, e il Nicaragua è uno dei tre Paesi più corrotti dell’America Latina. Quindi, oltre alla corruzione, c’è anche l’impunità.
Recentemente sono stati sospesi i rapporti diplomatici tra Nicaragua e la Santa Sede. Papa Francesco in un’intervista ha dichiarato che il governo di Ortega è “Comunista, hitleriano e grottesco”. Che clima vive la Chiesa cattolica in Nicaragua?
Il Papa ha solo descritto ciò che i nicaraguensi e la comunità internazionale già sapevano. Il Vaticano, per propria formazione religiosa e dottrinale, punta a decentralizzare anche nel rispetto di ciò che dice la Conferenza Episcopale interna, ovvero la Conferenza episcopale di ogni Paese. Il Papa ha inviato numerosi messaggi in questo senso, ma mai si è esposto come in quest’ultima occasione, in cui ha definito correttamente cosa sia questa dittatura sandinista. La Chiesa cattolica, attraverso il Vaticano, ha sempre cercato il dialogo in Nicaragua, i vescovi e i sacerdoti hanno parlato sempre e solo di dialogo. Ma Daniel Ortega e sua moglie non hanno alcuna intenzione di dialogare, tanto meno con la Chiesa cattolica. Soprattutto sentono che la Chiesa cattolica li attacca, li denuncia e non benedice le violazioni dei diritti umani. Quindi Daniel Ortega e Rosario Murillo vogliono una Chiesa sottomessa a loro, una Chiesa che li aduli costantemente, perché i sacerdoti e i vescovi non accettano di farlo.
Lei pensa che si aggraverà ancora di più la situazione della chiesa perseguitata in Nicaragua?
Queste dichiarazioni del Papa hanno avuto un impatto molto forte sulla Chiesa cattolica nicaraguense. Nello studio «Nicaragua, una Chiesa perseguitata», fino all’ottobre 2022, sono stati registrati 396 attacchi di ogni tipo contro la Chiesa. Attualmente sto lavorando alla terza edizione, che probabilmente pubblicherò dopo la Settimana Santa, ciò significa che questi attacchi e ostilità contro la Chiesa cattolica non sono cessati. In effetti l’anno più disastroso per la Chiesa cattolica è stato il 2022, ma in questi pochi mesi i numeri sono aumentati, e di molto, rispetto allo stesso periodo dello scorso. Questo mi dà la certezza che quest’anno sarà forse tre volte peggiore dell’anno precedente.
…mi sta dicendo che la dittatura socialista di Ortega è in pieno regime?
C’è più sorveglianza sui sacerdoti, sui vescovi, non solo quelli di Managua, ma anche dell’interno del Paese. Ci sono state più molestie, più diffamazioni, più furti nelle chiese cattoliche, anche a causa della rottura o della sospensione delle relazioni con il Vaticano. Ricordiamoci che la Chiesa Cattolica sopravvive grazie al sostegno che diamo noi laici, ma anche grazie agli aiuti internazionali che altri Paesi inviano, alle donazioni, eccetera. E poi questo avveniva eventualmente attraverso la nunziatura. Ora non è più così. Inoltre, con la chiusura delle università cattoliche, tutta l’impalcatura della Chiesa cattolica è ancora più complicata. La dittatura ha toccato tutti i fronti della Chiesa, perché è l’unica istituzione rimasta nel Paese che annuncia e denuncia, come dice il Vangelo, questo tipo di arbitrio. La dittatura sta sradicando in maniera assoluta tutti gli spazi democratici.
Qual è la situazione attuale di monsignor Rolando José Álvarez Lagos?
La dittatura ha ordinato di trasferirlo in carcere. Dopo di che, per molto tempo, la famiglia non ha saputo cosa gli stesse succedendo, ma due giorni fa la dittatura ha fatto una messa in scena. Lo hanno presentato e gli hanno permesso di mangiare con i suoi due fratelli, hanno fatto un allestimento spettacolare, hanno messo le tende. Hanno creato un ambiente sontuoso, lui vestito come se stesse celebrando la messa. La dittatura è brava con queste cose, a fare questi montaggi perché ha fatto la stessa cosa anche con i precedenti prigionieri politici che sono stati esiliati, per l’esattezza 222, ai quali è stata tolta anche la nazionalità. Sappiamo che in quelle carceri, in cui si trova anche Rolando José Álvarez, vengono praticati più di 38 metodi di tortura, trattamenti crudeli, inumani e degradanti; ed è vero che recentemente, quando è stato presentato monsignor Rolando José Álvarez, non sembrava che lo avessero picchiato, ma guardandolo sembra sempre più debilitato. Voglio dire, conosco personalmente il vescovo, e so che lui non è così.