La sessione plenaria del Parlamento europeo di martedì 13 dicembre ha avuto come relatore principale il presidente del governo spagnolo Pedro Sánchez. Dal luglio 2023 la Spagna presiede la presidenza pro-tempore del Consiglio dell’Unione Europea, che si concluderà il 31 dicembre. È cosa abituale che all’inizio del mandato presidenziale, il/la presidente del governo detti il suo programma semestrale, questa volta la Spagna, in quel periodo, era in difficoltà politica, Sánchez aveva indetto elezioni anticipate.
È stato il secondo mandato di Sánchez che ha visto il sostegno alle sue azioni e alla fazione di sinistra gradualmente deteriorarsi. Fazione a cui appartiene un personaggio di spicco dell’Unione Europea, Josep Borrell, a cui pochi, pochissimi perdoneranno in Italia di aver nominato l’esponente 5 Stelle Luigi di Maio come Rappresentante Speciale dell’Unione Europea per il Golfo Persico, senza avere l’avallo del governo italiano e nominandolo senza che avesse un diploma. Un insulto a tutti i programmi Eramus, ecc., a maggior ragione perché Di Maio, uomo del Sud Italia, aggraverà ulteriormente l’abbandono scolastico. Josep Borrell ha dato prova di grande forza, è stata la prima offesa al governo di Giorgia Meloni.
Tornando a Sánchez, le elezioni regionali del maggio 2023 lo vedono perdere gran parte delle Comunità e dei Comuni, rafforzando il suo avversario: il Partito Popolare. Detto questo, Sánchez vedendo avvicinarsi la presidenza spagnola, dichiara lo scioglimento delle Cortes e convoca elezioni generali il 23 luglio, votare in pieno sole, interrompere le vacanze per votare. Sánchez ha messo alla prova la volontà degli spagnoli.
Nelle suddette elezioni estive, il PP ha ottenuto 136 seggi, il PSOE 122, nonostante Sánchez presiedesse il governo, non avendo, nessuno dei vincitori la maggioranza si sono dovute organizzare coalizioni. La destra non è riuscita a ottenere i voti per formare un governo, il Re Felipe avrebbe potuto lasciar passare due mesi e procedere a indire nuove elezioni, si sapeva già qualcosa dell’ipotetico patto di Sánchez con gli indipendentisti, che avrebbe messo a dura prova l’unità della Spagna e dell’ordine costituzionale. Tuttavia, il Re procedette. Sánchez è tornato al potere e, come era stato anticipato sia dal PP che da VOX, aveva stretto un accordo con gli indipendentisti.
Ecco il divorzio di Sánchez – PSOE dai cittadini, è vero che la politica fa di tutto per vincere, ma ci sono alcune regole etiche che non vanno superate come se nulla fosse. Sánchez si è alleato per 7 voti con il partito che prima lui aveva definito «inaffidabile», lo ha fatto per egoismo personale, per restare al potere. Grazie a ciò ha perso quel poco di credibilità che gli era rimasto. C’è un punto sensibile in ogni paese, per i peruviani, quel punto sensibile sono gli eredi del terrorismo, siano essi Castillo, Boluarte e le loro varianti. Per il popolo spagnolo sono gli indipendentisti catalani, ebbene Sánchez ha stretto un accordo con loro in trattative segrete, contraddicendo tutte le loro precedenti dichiarazioni riguardo a Junts, il partito di Puigdemont. Cosa hanno ottenuto? l’amnistia generale per tutti i perseguitati dalla giustizia per l’azione indipendentista del 2017, nonché il ritorno di Puigdemont, che era fuggito in Belgio. L’investitura di Sánchez avvenne il 16 novembre. Per questo motivo, uno dei primi risultati menzionati nella sessione plenaria di Bruxelles è stato «abbiamo ottenuto un partito progressista per altri quattro anni». Materialmente, lui, impegnato nei suoi complotti, contro-complotti, accordi segreti, ha trascorso quattro mesi in un avanti e indietro, le sue possibilità di esercitare effettivamente una presidenza spagnola erano scarse, tuttavia ha nominato e posizionato la sua gente di partito nelle istituzioni europee.
Ritornando alla sessione plenaria del 13 dicembre, Sánchez ha presentato la sua presidenza come “un gande successo”, menzionando risultati che, chiaramente, avrebbero potuto essere raggiunti senza di lui e senza la presidenza spagnola, ha sottolineato una serie di atti legislativi approvati come la legge sull’intelligenza artificiale, il diritto alla riparazione e altri. La forte volontà spagnola si è vista, invece, nella nomina di Nadia Calviño, dopo tre mesi di campagna, alla direzione della Banca Europea per gli Investimenti, lei prima vicepresidente del governo spagnolo e ministro degli Affari economici e della Trasformazione digitale da gennaio 2019. Era anche volontà di Sánchez organizzare la CELAC. Ma, se parliamo di risultati concreti, è stato firmato solo l’Accordo di Modernizzazione Avanzata Cile-Unione Europea, l’AMA. Non si può ignorare la richiesta urgente di Boric: la firma è avvenuta proprio il 13 e il referendum cileno per il cambio di costituzione si è tenuto il 18. Tuttavia i cittadini cileni hanno votato a favore del mantenimento della loro Costituzione.
Per il resto il discorso di Sánchez si è concentrato sull’attacco al centrodestra e all’ultradestra, prevedendo cose terribili.
Il primo partito europeo, il PPE, ha risposto attraverso il suo presidente Manfred Weber, ha fatto notare la tecnicità del suo discorso, essendo lui il primo ministro spagnolo, il bilancio politico non era positivo. La prima critica è stata la firma, ancora una volta rinviata, dell’accordo con il MERCOSUR: «700 milioni di consumatori nel mercato unico più importante del mondo, era importante che voi assicuraste che fosse firmato, che il Sud America non cadesse nelle mani della Cina», a proposito del sostegno all‘Ucraina, e su Orban lo ha avvertito «se il Consiglio di questa settimana fallisce sarà un altro fallimento per Sanchez», ha sottolineato che parlare di democrazia significa dire la verità al popolo prima delle elezioni «non si può promettere che non si concederanno amnistie tre giorni prima e poi concederle», ha sottolineato l’aperto dibattito nelle Cortes spagnole sull’amnistia, «il suo predecessore Felipe Gonzáles si è opposto pubblicamente e ha affermato che era un rischio per la costituzione spagnola. L’Europa è preoccupata. La Commissione vi pone domande molto importanti.»
Inoltre Sanchez, ha promesso a Puigdemont una commissione speciale sulle sentenze e sulla legislazione in Spagna, contraria alla separazione dei poteri, aggravata dall’atteggiamento del gruppo Puigdemont che ha messo gli occhi contro singoli giudici, creando uno shock nel parlamento spagnolo. Gli ha chiesto: «Sarà favorevole a una simile Commissione?», avvertendolo: «Se questa verrà approvata, state certi che sarà necessaria una Commissione d’inchiesta nel Parlamento europeo per studiare da vicino ciò che sta accadendo in Spagna. L’Europa è molto orgogliosa di socialisti forti e potenti, Willy Brandt per esempio, c’è stato un problema con il presidente Costa per 78 mila euro per frode, lui si è dimesso subito. Dobbiamo ricordare che non è uno scandalo parlamentare, per il momento abbiamo sul tavolo uno scandalo socialista.»
Weber ha infine affermato «possiamo avere opinioni diverse sui contenuti ma in questo progetto europeo siamo sempre stati uniti. L’Europa può stare solo unita, come due gambe, quindi dobbiamo essere d’accordo», contando anche sui partiti più piccoli. Ha concluso con le parole di Martin Luther King, «ogni uomo deve decidere se lavorerà nell’altruismo o nell’oscurità dell’egoismo distruttivo».
Dagli interventi dei deputati e gruppi politici, sono emerse proteste e dettagli di una cattiva gestione politica da parte di Sánchez. La situazione ha raggiunto il culmine quando lui ha preso la parola al termine del dibattito.
Ha riaffermato il successo della presidenza spagnola, riguardo alle dichiarazioni espresse, definendole false, poiché non rispondono alla verità dei fatti. Sostiene che “La Spagna è una delle democrazie più complete del mondo, occupa una posizione di primo piano nelle quattro classifiche di qualità democratica esistenti, avendo migliorato il suo punteggio in tutte da quando ho l’onore di essere presidente del governo di Spagna». Ha assicurato che la Spagna «ha uno Stato di diritto completo, uno dei 25 più solidi al mondo secondo il prestigioso Rules of Law del World Justice Report e se non occuperemo una posizione migliore, signore e signori del partito popolare,è perché c’è un caso di legalità, visto che da cinque anni consecutivi il PP sta rinviando dirottando il rinnovo del Consiglio Generale della Magistratura. Dobbiamo porre fine a questo attacco alla giustizia che indebolisce la nostra democrazia. Pertanto, io colgo l’occasione per ribadire al PP la mia disponibilità a raggiungere Accordi di Stato, a rinnovare il Consiglio Generale della Magistratura anche per riformare l’articolo 49 della nostra Costituzione e a disporre di nuovi modelli di finanziamento regionale, cosa molto importante per uno Stato composito come il quello spagnolo», ritiene che, terminato il periodo elettorale, «è giunto il momento di lavorare per l’interesse generale e di raggiungere un accordo e credo che possiamo e dobbiamo capirci, così come le nostre famiglie politiche si capiscono» in questo senso ha chiesto al PPE di «rompere l’idillio con l’ultra destra, ecco di cosa stiamo parlando».
Entrando in quella che vede come una futura Commissione europea di centrodestra, ha spiegato che «nell’ultimo decennio la percentuale dei voti per l’ultradestra in Europa è raddoppiata. Oggi l’ultradestra è la prima opzione conservatrice” la considera “la vera minaccia per la democrazia e per il progetto europeo” Riferendosi ai fatti della Catalogna, ha ricordato la dichiarazione di Reyners «Spero che il dialogo tra Madrid e Barcellona possa riprendere» difendendo il suo accordo di amnistia.
Una situazione mai vista prima da un presidente di un governo europeo, ha preso di mira Martin Weber, gli ha detto, l’ultradestra è «il vero nemico dell’Europa, la destra è irresponsabile aprendogli le porte facendo proprie le loro idee», aggiungendo, «che è ciò che sta erodendo la democrazia, ciò che sta illegalizzando i partiti politici, ciò che attacca la separazione dei poteri, ciò che mette a tacere i media critici, minando al tempo stesso il progetto europeo, fermando la transizione ecologica e fermando i diritti delle persone, delle donne e la comunità LGBT”. Direttamente a Martin Weber «Siete consapevoli di tutto questo? Vi sentite davvero a vostro agio nell’essere complici di questa minaccia. Sono lieto che dopo vent’anni in quest’Aula abbiate cominciato a interessarvi di ciò che accade in Spagna, se davvero volete aiutare, il mio consiglio è di conoscere prima il nostro Paese e di non limitarsi a ripetere i proclami infondati che vi fanno i colleghi del PP spagnolo”.
Riferendosi a VOX, un Sánchez scatenato, spiega «sapete che stanno recuperando i nomi delle strade di personaggi famosi legati alla dittatura franchista? Sarebbe anche questo il vostro piano per la Germania? Signor Weber? Riportare i nomi dei leader del Terzo Reich nelle strade e nelle piazze di Berlino?”
Una dimostrazione di cattivo gusto ha portato Sánchez nei confronti di un avversario politico e senza possibilità né diritto di replica. Dopo la “corrida” Sánchez è uscito dall’emiciclo tra fischi, insulti e urla.