On. Giulio Tremonti nella Conferenza degli Ambasciatori dell’Ordine di Malta

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Il primo intervento nella Conferenza degli Ambasciatori del Sovrano Militare Ordine di Malta è stato a carico del presidente della Commissione affari esteri della Camera dei Deputati, già ministro di economia e finanze nei governi Berlusconi, Giulio Tremonti, dal titolo “Il nostro tempo è fuori squadra” o “Time is out of joint”. Questo testo farà parte della Revista Panorámica Latinoamericana-UE en castellano.

A continuazione il testo.

La ragione dello strano titolo scelto per questo intervento “Time is out of joint” è stato detto mezzo millennio fa dall’Amleto di Shakespeare. Ed è proprio questo “Time is out of joint”, un detto che ci aiuta a intendere come oggi, al principio di questo millennio, si viva un salto di epoca, si vede un tornante della storia non diversi da quelli che hanno segnato i ‘500, proprio alla metà del passato millennio.

Nel ‘500 sono stati visti e vissuti due eventi rivoluzionari, paralleli e connessi. La scoperta dell’America, l’invenzione della stampa. Con la scoperta dell’America l’asse geopolitico ruota dal Mediterraneo all’Atlantico e così nuovi spazi, nuovi Stati ed è in specie proprio sulla costa Atlantica che hanno origine i primi Stati Nazione, nuove religioni, queste molto più “business friendly” rispetto alla religione cattolica romana e perciò più adatte, le nuove religioni, allo sfruttamento del nuovo mondo. Nell’insieme, un mondo, per cui a Colonia nel 1557 Jansonius stampa il suo libro “Mundus Furiosus”. Con l’invenzione della stampa si libera il sapere, sapere che prima era chiuso e controllato nei Monasteri, come nel romanzo “In Nome della Rosa”, e così che si passa da Bartolomeo a Copernico, da Galileo a Cartesio, Cartesio con il suo “Cogito Ergo Sum” questa è la base della Scienza moderna.

“What’s past is prolog” sempre Shakespeare “La Tempesta” e oggi più o meno lo stesso, per effetto di due fenomeni paralleli ugualmente rivoluzionari. La scoperta dell’Asia, prima scoperta economica, ma oggi vediamo anche causa di grandi effetti politici e poi, la caduta dei confini sostituiti dalla rete, la rete base di un nuovo e rivoluzionario “Digito ergo sum” quello che oggi ci spinge dentro una quasi folle, certo artificiale esistenziale modernità, con una sola differenza tra allora ed oggi, “Asia Digito” sono cambiamenti che si sono sviluppati non nel corso di un secolo, come nel ‘500, ma nel tempo quasi istantaneo che marca la globalizzazione. Al suo principio, la globalizzazione è stata una utopia, credo l’ultima utopia del ‘900, la fine della storia, l’uomo nuovo in un modo nuovo, il presidente Obama si insedia dichiarando “non abbiamo un passato abbiamo solo il futuro”.

Ma ora è arrivata, diciamo non del tutto prevista, è arrivata la crisi della globalizzazione che vedo evidente nel quasi biblico riemergere di sette piaghe: il disastro ambientale, la degenerazione della finanza nei debiti, la società in decomposizione nel vuoto della vita, la spinta verso il transumano, l’apparizione dei giganti della rete, la pandemia, le guerre.

Si dice che gli uomini imparano l’economia con le crisi e la geografia con le guerre, oggi terminata l’eccezione stiamo tornando nella discontinua e spesso tragica e drammatica normalità della storia, ed è per questo che vorrei tornare al luogo in cui tutto è cominciato nel 1989, con la caduta del Muro di Berlino in Europa.

La guerra di Putin ha interrotto il movimento che per il Generale De Gaulle, per Papa Wojtyla quasi fatalmente avrebbe dovuto scorrere sull’Europa unificandola dall’Atlantico agli Urali, un movimento che da ultimo si è in effetti materializzato con il “Gas Streams”, diversamente oggi, per effetto della guerra, dal Baltico al Mar Nero, dai Balcani al Medio Oriente è il destino che ci riporta su luoghi antichi, luoghi dove la storia torna ad essere inevitabile. Luoghi su cui l’Europa non può camminare come “l’Angelus Novus” di Paul Klee con la testa rivolta all’indietro.

La tesi che provo qui a sostenere è che l’Europa o è unita da nord a sud e da est ad ovest o non è una sede internazionale ai tavoli internazionali, puoi sedere con il tuo posto segnalato a tavola, oppure puoi esserci ma solo come pietanza scritta sui menù e questo è il rischio che potrebbe essere. Non sarò diplomatico, troppa superficialità si vede in quelli che oggi parlano di allargamento dell’Europa come se farlo fosse facile, come se fossero sufficienti le intenzioni o gli annunci. In realtà è l’attuale macchina politica dell’Europa che è superata, sono necessari un nuovo hardware costituzionale, necessario per una unione che conterrà 35 unità statali, impossibile che ciascuno Stato abbia ancora il suo “Veto Voto Power”. Soprattutto è necessario un nuovo software politico. La realtà è che oggi in Europa ci sono due Europe: l’Europa che è ad Ovest e l’Europa che è ad Est.

La prima è assolutamente dogmaticamente Democratica basata sulla “Rule of Law” da ultimo è concentrata sulla postmodernità tipica delle dottrine fluide e della “Cancel Culture”. Ma c’è anche l’Europa che è ad Est, che applicando la metrica di Bruxelles oggi non sarebbe ancora sufficientemente perfettamente democratica. Nel suo discorso all’Università di Budapest guardando il fiume Danubio, Papa Francesco parla dei ponti come simbolo della necessaria unione delle culture europee. L’Unione Europea per essere tale non può basarsi sull’attuale artificiale separazione tra modernità e tradizione perché dove non si conosce il passato si perde il futuro, soprattutto quando in tante parti dell’Europa dell’Est la memoria significa le sofferenze vissute dai popoli nel corso della loro storia. Permettetemi di citare Churchill, “l’amore per la tradizione non ha mai indebolito una nazione, anzi ha rafforzato le nazioni nel momento del pericolo”.

Oggi seguendo l‘élite, l’Europa sta perdendo la sua anima non sostituibile con la finanza, con la concorrenza, col mercato, con l’unione bancaria, con la competitività. Voi pensate davvero che l’Europa fondata da grandi uomini possa essere guidata da tecnici che fanno gli influencer candidandosi al comando, ma non alle elezioni? Non può essere così, oggi la vecchia triade Libertè, Egalitè, Fraternitè è ancora comunque meglio della nuova ma fallimentare triade Globalitè, Marche, Monnaie, cercò di finire con un esempio concreto.

Oggi in Europa sembrano trionfanti dottrine che obliterano la Famiglia e la Natività, imponendo a tutti un nuovo Identikit europeo neutro e fluido, la decadenza dell’Impero Romano inizia con Heliogábalo che pensa di poter essere uomo di giorno, donna di notte in realtà non è difficile verificare che oggi l’edonismo è un lusso proibitivo, per essere chiari, la politica che vede solo i diritti individuali ignorando i doveri collettivi sta producendo e produrrà effetti social drammatici e in un tempo molto breve. Finora il nostro sistema sociale si è basato il nostro “wellfare state” ha funzionato dalla culla alla tomba. Oggi le nostre curve demografiche sono già drammatiche in pochissimo tempo “niente culle” vorrà dire “niente stato sociale” e di conseguenza “niente sanità pubblica”, “niente pensioni” questo non è rilevante per i pochi più fortunati ma si annuncia come una prossima regressiva tragedia per la massa dei poveri portando con sé una tragedia prima sociale e poi anche politica, per questo, certo non solo per questo, ma anche per questo, come nei secoli passati vale oggi e varrà per il futuro il vostro motto “Tuitio Fidei et Obsequium Pauperum”.

 

Nota: Tuitio Fidei et Obsequium Pauperum –  Difesa della Fede e Servizio ai Poveri