Maestà,
desidero esprimere sentimenti di gratitudine a Lei e alla Regina Mathilde, anche a nome di mia figlia e della delegazione che mi accompagna, per la calorosa accoglienza che ci è stata riservata sin dal nostro arrivo.
È un privilegio essere ospiti al Palazzo Reale durante la nostra visita di Stato, un segno tangibile dell’amicizia che le Loro Maestà ci riservano.
È un’amicizia che ricambiamo e che trae fondamento e vigore dalla nostra storia comune: dall’incontro tra l’Impero Romano e la Gallia Belgica, ponendo basi della comune civiltà latina e dell’eredità culturale che ancor oggi ci accomuna.
Tra il XIII e il XV secolo, l’intreccio di relazioni commerciali fra le città delle Fiandre e le Repubbliche marinare italiane diede vita a una fitta rete di scambi che superava l’ambito del traffico di merci, veicolando capitali, dando vita a tecniche bancarie d’avanguardia e a vivaci fermenti culturali.
Una sinergia che favorì un mecenatismo illuminato, motore dello splendore del Rinascimento. Due scuole, quella fiamminga e quella italiana che, in contemporanea, tanto hanno contribuito alla cultura europea.
I pittori fiamminghi, con la loro innovativa arte a olio e il raffinato realismo, lasciarono un’impronta profonda sull’estetica italiana, influenzando maestri come Antonello da Messina e Leonardo da Vinci.
Il Palazzo del Quirinale, a Roma, custodisce – ed espone al pubblico che tutti i giorni visita il Palazzo – splendidi arazzi fiamminghi.
Due stupendi esemplari, i “Pergolati con scene mitologiche”, tessuti per Margherita di Parma, all’epoca Governatrice delle Fiandre, sono nel mio studio di lavoro quotidiano e ho quindi il privilegio di ammirare ogni giorno quei sapienti intrecci di filo e oro, che raccontano di un continente dove arte, cultura e scienza si diffondevano oltre i confini degli Stati, favorendo la nascita di un sentire comune.
Un continente, dunque, che, poco meno di settanta anni fa, i nostri due Paesi hanno contribuito a unire – anche grazie ai nostri leader politici dell’epoca – nel nome di valori comuni, di prosperità condivisa e di un futuro di pace.
Maestà,
oggi le Istituzioni Europee, che Bruxelles si è assunta il compito di accogliere, si confrontano con sfide esistenziali.
Regno del Belgio e Repubblica Italiana, forti dei loro valori e della loro storia democratica, possono sostenere l’Unione Europea in una fase storica in cui sfide globali vogliono porre in discussione principi fondanti della nostra stessa Unione e della convivenza pacifica tra i popoli.
Non possiamo permetterci cedimenti.
L’Unione è garanzia della libertà e del progresso dei nostri popoli. Sono intollerabili narrative e atti che vorrebbero indebolire la sovranità e la libertà del popolo europeo e degli altri popoli.
Il premio Nobel per la pace, Henri la Fontaine, nel suo discorso alla prima Assemblea della Società delle Nazioni – che aveva contribuito a fondare – disse “la guerra è il diritto che i popoli si sono arrogati di essere giudici, parti e carnefici nella propria causa. Questa idea dobbiamo eliminarla non solo dal nostro diritto nazionale, ma anche dal diritto internazionale, e ogni nazione che farà ricorso alla guerra, anche se la sua causa è giusta, dovrà essere considerata colpevole di aver commesso un crimine”.
In questi quasi settant’anni di vita l’Unione Europea ha difeso e promosso i nostri valori e i diritti dei nostri cittadini, creando l’area più vasta di democrazia e progresso sociale sin qui conosciuta.
Ed è nell’ambito della impegnativa e affascinante costruzione di questo percorso che si sono susseguiti momenti felici e tragedie.
Sono grato alle Loro Maestà per aver deciso di essere domani a Marcinelle. Per tutto ciò che la tragedia del Bois du Cazier rappresenta per il Belgio e l’Italia, per l’intera storia europea.
Un luogo simbolo dell’animo e della dedizione di quanti, giunti dall’Italia e da altri paesi europei, lottavano – attraverso il duro lavoro – per risollevare sé stessi e le loro famiglie dalla devastazione del Secondo conflitto mondiale.
Il Belgio è stato terra di accoglienza e le comunità di origine italiana hanno saputo corrispondere con laboriosità e creatività.
Giorno dopo giorno Bruxelles e Roma – unite dalla nostra amicizia e da un solido rapporto bilaterale – hanno continuato a offrire il proprio contributo per dar vita a un’Europa di pace e prosperità diffusa.
Con questi sentimenti brindo all’amicizia fra i nostri due Paesi e formulo a Lei Maestà, alla Regina Mathilde e a tutto il popolo belga, i migliori auguri di benessere, prosperità e pace.
Su Majestad,
Deseo expresarles mi gratitud a usted y a la Reina Matilde, también en nombre de mi hija y de la delegación que me acompaña, por la cálida bienvenida que nos han brindado desde nuestra llegada.
Es un privilegio ser huéspedes del Palacio Real durante nuestra visita de Estado, una muestra tangible de la amistad que Sus Majestades nos tienen.
Es una amistad recíproca que encuentra su fundamento y fuerza en nuestra historia compartida: el encuentro entre el Imperio Romano y la Galia Belga, que sentó las bases de la civilización latina común y el patrimonio cultural que aún nos une.
Entre los siglos XIII y XV, el entrelazamiento de las relaciones comerciales entre las ciudades de Flandes y las Repúblicas Marítimas Italianas dio lugar a una densa red de intercambios que trascendió el ámbito del tráfico de mercancías, el transporte de capital, el desarrollo de técnicas bancarias de vanguardia y una vibrante efervescencia cultural.
Una sinergia que fomentó el mecenazgo ilustrado, motor del esplendor del Renacimiento. Dos escuelas, la flamenca y la italiana, contribuyeron enormemente a la cultura europea simultáneamente.
Los pintores flamencos, con su innovador arte al óleo y su refinado realismo, dejaron una profunda huella en la estética italiana, influyendo en maestros como Antonello da Messina y Leonardo da Vinci.
El Palacio del Quirinal en Roma alberga —y exhibe al público que lo visita a diario— espléndidos tapices flamencos.
Dos impresionantes ejemplos, las «Pérgolas con Escenas Mitológicas», tejidas para Margarita de Parma, entonces gobernadora de Flandes, se encuentran en mi estudio de trabajo, y por ello tengo el privilegio de admirar a diario esos hábiles tejidos de hilo y oro, que hablan de un continente donde el arte, la cultura y la ciencia se extendieron más allá de las fronteras nacionales, fomentando el nacimiento de un sentimiento compartido.
Un continente, pues, que, hace poco menos de setenta años, nuestros dos países contribuyeron a unir —gracias también a nuestros líderes políticos de la época— en nombre de valores comunes, prosperidad compartida y un futuro pacífico.
Su Majestad,
Hoy en día, las instituciones europeas, que Bruselas se ha comprometido a acoger, se enfrentan a desafíos existenciales.
El Reino de Bélgica y la República Italiana, firmes en sus valores e historia democrática, pueden apoyar a la Unión Europea en un momento en que los desafíos globales amenazan con socavar los principios fundacionales de nuestra propia Unión y la coexistencia pacífica entre los pueblos.
No podemos permitirnos ceder.
La Unión es la garantía de la libertad y el progreso de nuestros pueblos. Las narrativas y acciones que buscan socavar la soberanía y la libertad de los pueblos europeos y de otros son intolerables.
El Premio Nobel de la Paz, Henri la Fontaine, en su discurso ante la primera Asamblea de la Sociedad de Naciones —cuya fundación contribuyó a realizar—, afirmó: «La guerra es el derecho que los pueblos se han arrogado de ser jueces, partes y verdugos de su propia causa. Debemos eliminar esta idea no solo de nuestro derecho nacional, sino también del derecho internacional, y cualquier nación que recurra a la guerra, incluso si su causa es justa, debe ser considerada culpable de haber cometido un delito».
En estos casi setenta años de existencia, la Unión Europea ha defendido y promovido nuestros valores y los derechos de nuestros ciudadanos, creando el mayor espacio de democracia y progreso social conocido hasta la fecha.
Y es en la desafiante y fascinante construcción de este camino donde han ocurrido momentos de felicidad y tragedia.
Agradezco a Sus Majestades su decisión de estar mañana en Marcinelle, por todo lo que la tragedia del Bois du Cazier representa para Bélgica e Italia, para toda la historia de Europa.
Un lugar que simboliza el espíritu y la dedicación de quienes, llegados de Italia y otros países europeos, lucharon, con mucho esfuerzo, para salvarse a sí mismos y a sus familias de la devastación de la Segunda Guerra Mundial.
Bélgica ha sido una tierra acogedora, y las comunidades de origen italiano han respondido con laboriosidad y creatividad.
Día tras día, Bruselas y Roma, unidas por nuestra amistad y una sólida relación bilateral, han seguido aportando su contribución a la creación de una Europa de paz y prosperidad generalizada.
Con estos sentimientos, brindo por la amistad entre nuestros dos países y extiendo a Su Majestad, la Reina Matilde, y a todo el pueblo belga mis mejores deseos de bienestar, prosperidad y paz.