Politiche e Strategie per l’Economia Circolare: Il contesto Nazionale ed Europeo

0
674


La novità più rilevante sul fronte delle misure di carattere strategico, normativo ed economico adottate a livello nazionale ed europeo è sicuramente l’iniziativa promossa a dicembre 2019 dalla nuova Commissione europea per un Green Deal che punta a fare della sfida climatica e della transizione ecologica un’opportunità per un nuovo modello di sviluppo, consentendo all’Europa di esercitare una funzione di leadership sulla scena mondiale. L’obiettivo è divenire il primo continente climate-neutral entro il 2050, rafforzando la competitività dell’industria europea e assicurando una transizione ecologica, socialmente equa, promuovendo una nuova rivoluzione industriale che garantisca cicli di produzione sostenibili e rispettosi dell’ambiente mediante una serie di strategie, piani di azione e strumenti. La transizione ecologica sarà supportata dal Piano di investimenti per il Green Deal, che punta
a mobilitare almeno 1.000 miliardi di investimenti, tra risorse pubbliche e private, entro il prossimo decennio.

Il Green Deal punta a fare dell’UE un leader mondiale nell’economia circolare e nelle tecnologie pulite.

In tale ambito il 10 marzo 2020 è stato presentato l’aggiornamento del piano d’azione per l’economia circolare del 2015

Tra le principali novità, la Commmissione annuncia:
o un’iniziativa per i “prodotti sostenibili” per una progettazione circolare di tutti i prodotti, promuovendo nuovi modelli di sviluppo con priorità alla riduzione e al riutilizzo, fissando requisiti per prevenire l’immissione sul mercato di prodotti nocivi per l’ambiente e rafforzando la responsabilità estesa del produttore.
o la proposta di misure di contrasto all’obsolescenza programmata e le pratiche di green washing, puntando a migliorare l’informazione ai consumatori sulla durabilità e la riparabilità, e stabilendo, nel caso di guasti precoci del prodotto, un diritto di riparazione;
o l’introduzione di criteri e obiettivi minimi obbligatori in materia di appalti pubblici verdi (GPP) nella legislazione settoriale e l’introduzione graduale di un obbligo di comunicazione per monitorare il ricorso agli appalti pubblici verdi (GPP),
o il lancio di un sistema di certificazione e reporting per agevolare l’utilizzo dei sottoprodotti in processi di simbiosi industriale;
o norme sui contenuti di materiale riciclato nelle batterie delle auto elettriche e misure per potenziarne i tassi di raccolta e di riciclo;
o un modello coordinato a livello UE di raccolta differenziata;
o un maggiore attenzione, nell’ambito della bioeconomia, alla riduzione degli impatti ambientali legati all’estrazione e all’uso delle risorse, puntando alla conservazione della biodiversità e del capitale naturale.
o Introduzione di un target per la riduzione dei rifiuti alimentari, e annuncio di misure per migliorare la sostenibilità della catena di distribuzione e consumo del settore alimentare, soprattutto relativamente al packaging di prodotto;
o la definizione di un sistema europeo di restituzione dei telefoni cellulari, dei tablet e dei caricatori a fine vita e di requisiti minimi per la loro progettazione per migliorare la loro durata e il loro riciclo;
o la proposta di revisione della Direttiva sugli imballaggi e i rifiuti da imballaggio per rafforzare le misure finalizzate a prevenire la generazione di rifiuti.

A livello nazionale, la legge di bilancio per il 2020 contiene alcune prime misure per il “Green new deal”, con l’istituzione di un fondo per gli investimenti pubblici (4,24 miliardi di euro per gli anni dal 2020 al 2023), destinato a sostenere progetti e programmi di investimento innovativi ad elevata sostenibilità ambientale. Saranno supportati investimenti per l’economia circolare, oltre che per la decarbonizzazione dell’economia, la rigenerazione urbana, il turismo sostenibile, l’adattamento e la mitigazione dei rischi derivanti dal cambiamento climatico.

Nell’ambito delle politiche pubbliche di supporto alla transizione verso un’economia circolare, si segnala la ridefinizione del Piano Industria 4.0 con maggiore attenzione alla sostenibilità ambientale ed esplicitamente finalizzato – come “Piano Transizione 4.0” – a favorire anche gli investimenti green delle imprese nell’ambito dell’economia circolare; l’ampliamento del Fondo rotativo per il sostegno alle imprese e gli investimenti in ricerca (FRI) le cui risorse potranno essere destinate al sostegno di programmi di investimento e operazioni in tema di decarbonizzazione dell’economia, economia circolare, rigenerazione urbana, turismo sostenibile, adattamento e mitigazione dei rischi derivanti dal cambiamento climatico; l’emanazione da parte del MISE del decreto concernente le procedure per l’erogazione delle agevolazioni connesse a investimenti innovativi delle piccole e medie imprese nelle
Regioni meno sviluppate per favorire la loro transizione verso l’economia circolare.

Per quanto riguarda altre misure fiscali, va segnalato che la legge di conversione del decreto “Crescita” ha previsto una serie di agevolazioni per incentivare sia il riutilizzo e il riciclo degli imballaggi, sia l’acquisto di prodotti da riciclo e da riuso. Inoltre, con l’obiettivo di disincentivare l’uso dei prodotti in plastica monouso, esclusi i prodotti compostabili e le plastiche riciclate, con la legge di bilancio 2020 è stata istituita una plastic tax, pari a 45 centesimi di euro per kg di plastica, prevedendo al contempo un credito di imposta per incentivare l’adeguamento tecnologico mirato alla produzione di manufatti compostabili.
Le nuove norme inserite nella legge di conversione del decreto sulle crisi aziendali hanno anche consentito di sbloccare la difficile situazione generata dalla sentenza del Consiglio di Stato sulla disciplina giuridica riguardante la cessazione della qualifica di rifiuto. La nuova normativa consente ora alle Regioni di rilasciare autorizzazioni caso per caso sulla base dei criteri indicati dalla direttiva europea, facendo salve le autorizzazioni esistenti. Rimangono, tuttavia, aperte alcune criticità sul fronte del meccanismo di controllo delle modalità operative e gestionali degli impianti di riciclo previsti dalla nuova normativa.
A maggio 2019 è stato infine presentato l’aggiornamento della Strategia nazionale per la bioeconomia, con il relativo programma di attuazione, anche alla luce della nuova “European BioEconomy Strategy” che pone fortemente l’accento sulla necessità di orientare tutti i settori della bioeconomia verso la circolarità e la sostenibilità ambientale.
È opportuno infine ricordare che l’Italia, a differenza di altri Paesi europei, non si è invece ancora dotata di una Strategia nazionale e di un Piano di azione per l’economia circolare. Per l’Italia il Green Deal europeo può costituire una straordinaria occasione di sviluppo entro un percorso di transizione ecologica, se saprà definire un proprio quadro strategico coerente e sviluppare azioni per incrementare ed impiegare in modo efficace le risorse finanziarie rese disponibili dal Piano europeo.

Fonte: Rapporto sull’Economia Circolare in Italia 2020