Nel mese di giugno, Ursula Von der Leyen non immaginava che a luglio sarebbe succeduta alla presidenza della Commissione europea a Jean-Claude Juncker. Tutto è stato veloce, ma lei era preparata per agire con la sua strategia di neutralizzare tutto ciò che le era contrario. E’ riuscita ad amalgamare il suo partito, i popolari europei, le sue proposte hanno coperto ampiamente le petizioni parlamentari, non ha mai perso il sorriso, ha ampliato abilmente il discorso, approfondendolo ulteriormente.
Ursula Von der Leyen ha sentito dire di tutto su di lei, in particolare dai suoi concittadini, dai quali sono venute le critiche più forti, hanno denunciato la sua incapacità di adempiere alle funzioni, criticando la sua politica della difesa in Germania, la lunga lista di promesse, vaghe, nebulose, la mancanza di una visione, anche di essere portatrice di un vecchio pensiero.
Nella risposta, ha sottolineato l’unità, ossia il potere morbido basato sui valori dell’Ue, che consentono di affrontare il futuro dei cittadini europei. Ha richiesto la collaborazione di tutti per il bene dell’economia, che deve premiare i cittadini. Ha sottolineato la vocazione delle istituzioni, che sono convinte che i problemi del pilastro sociale debbano essere affrontati, aggiungendo che i benefici della sostenibilità avvantaggiano tutti.
Il pianeta ha bisogno del nostro aiuto, quindi la necessità di una politica ambientale sostenibile, che deve essere difesa con convinzione. Ha sottolineato che l’accordo di Parigi è pluralistico, un compito urgente. In relazione alle forze insite nella digitalizzazione, ha segnalato la necessità di un impulso economico da pensare sul quadro etico dell’economia sociale, lo spazio cibernetico e l’intelligenza artificiale «ci permetterà di essere forti, nonostante i rischi che devono essere affrontati congiuntamente, questi problemi non possono essere risolti da soli, è ciò che l’Europa merita, le persone nella digitalizzazione sono il compito principale della nostra economia digitale, la protezione di coloro che lavorano e nelle misure di lavoro, spostarsi dal mondo del passato per fare il cloud dei lavoratori, generare redditività in modo ordinato».
Ha vinto la sua convinzione, il suo carattere, la sua capacità di recuperare le migliori idee, anche quando ha detto «Voglio lavorare con gli inglesi per raggiungere una soluzione, senza dover ascoltare Farage». L’impegno per un’Europa che pensa alle donne, dove la parità viene proposta nelle istituzioni, un’Agenda che vuole tipificare il crimine di violenza contro le donne, in realtà, tutto questo può essere attuato solo da una Donna, questa è l’eletta Ursula Von der Leyen.
Altri punti sensibili, sono stati i suoi impegni nel pilastro sociale europeo, promuovere la solidarietà dei paesi membri di fronte al problema della migrazione e dei rifugiati.
Ha vinto per pochi voti di differenza, 374 voti era il minimo, invece, ha vinto per 383 voti.
Saranno i parlamentari, con i loro voti, ad approvare i Regolamenti, le Direttive, le Decisioni. S’intravede un lavoro comune, una responsabilità comune
Come avevamo previsto, i voti del Movimento 5 Stelle, hanno svolto un ruolo di primo piano, agendo come ago della bilancia con i loro 14 voti consegnati a Von der Leyen. La candidatura di Moavero Milanesi, che ricopre attualmente la carica di Ministro degli Affari esteri, è prevista dal Movimento 5 Stelle. E’ persona competente e conosce profondamente le istituzioni europee.
L’altro capo del governo italiano, la Lega Lombarda, ha votato contro. La Bifronte Italia dovrà affrontare le difficoltà quando richiederà un Commissario «di peso» alla presidente della Commissione Europea, prima dovrà essere definito all’interno del governo bifronte.
Ursula Von der Leyen ha dichiarato che formerà il suo Gabinetto con persone competenti e, come ha assicurato, sarà composta da metà uomini e metà donne. Inoltre, i candidati alla carica di commissari dovranno superare un arduo interrogatorio di competenza nelle competenti commissioni del Parlamento europeo. Tutto da vedere, se sono rose fioriranno.



