Nottetempo
Mario Benedetti
Chi di noi
Traduzione di Stefania Marinoni collana: narrativa pp. 128 – euro 12.00
“Io non voglio fare male è l’interpretazione meno rischiosa dell’amore”. Chi di noi, il racconto a tre voci di un triangolo amoroso, un’esplorazione imprevedibile della solitudine, è il romanzo con il quale il pluripremiato Mario Benedetti ha esordito nella narrativa nel 1953, ricevendo il plauso della critica uruguaiana che lo salutò come il libro più promettente di quegli anni. “Se mia madre mi ha insegnato, con superbe batoste, a non nutrire illusioni, io ho imparato da sola a non nutrire speranze. Lucas è qui, come una limitata, insolita, accessibile felicità e io, con le comprensibili scusanti che io e te sappiamo, e che mi infastidiscono solo come un male minore, come un mal di denti o di schiena, voglio afferrare l’occasione, voglio offrirmi a lui, perché lui è il presente e io credo nel presente. Dopotutto, è l’unica religione possibile”. “Ma chi di noi giudica chi?” si chiede Lucas alla fine di questo primo romanzo di Mario Benedetti, tradotto per la prima volta in italiano: la storia di un triangolo amoroso, iniziato ai tempi del liceo e che prosegue anche quando Miguel e Alicia sono sposati. Attraverso un diario, una lettera e un racconto, ciascuno affidato a uno dei tre protagonisti, Benedetti ci mette di fronte agli equivoci dell’amore, in un continuo gioco di rimandi tra verità e menzogne, tra i fatti e la loro narrazione, una storia che cambia a seconda del punto di vista del protagonista che ce la presenta, dissolvendo ogni presunta “realtà” che, soprattutto nei legami amorosi, risulta fragile come la più miope delle illusioni. Hanno detto de La tregua: «Uno dei grandi romanzi novecenteschi della resa», Andrea Bajani, la Repubblica – «Un esempio di potenza espressiva e nitidezza letteraria che hanno a che fare con la vita». Francesco Piccolo, La Lettura del Corriere della sera – «Un ritorno alla letteratura nella sua essenza, fuori da ogni circo mediatico», Mario Fortunato, l’Espresso – «Da conservare nell’anima», Caterina Bonvicini, Il Fatto quotidiano – «Struggente», Romana Petri, Il Venerdì di Repubblica – «Il mio libro del 2014», Laura Pezzino, Bookfool Vanity Fair – «Un’intricata serie di minuscoli, fulminanti, squarci biografici», Ferdinando Camon, Tuttolibri de La Stampa – «Toccante, magnifico», Michele De Mieri, Domenica – Il Sole 24 Ore – «Grande letteratura», Pietro Cheli, Amica – «Il dono raro di decantare la normalità e renderla letteratura», Marta Cervino, Marie Claire – «Tra i classici irrinunciabili del Novecento», Guido Caserza, Il Mattino – «Un capolavoro», Tina Guiducci, Gazzetta di Mantova – «Intenso, profondo e dolente», Nicoletta Magnanoni, Quotidiano Nazionale – «Una prova che ancora oggi colpisce per la crudezza e la compassione», Stefano Gallerani, Alias – il manifesto – «Una narrazione particolarissima, minuziosa, squisitamente quotidiana», Francesca Fiorletta, Nazione Indiana – «Un grande libro», Gianluigi Bodi, Senzaudio – «Ne La tregua tutti i sentimenti della vostra vita vengono elencati, identificati, rinominati e vi stupirete, nel leggerlo, di avere davvero provato tutto quanto avrete provato», Roberto Saviano.
Mario Benedetti (Paso de los Toros 1920 – Montevideo 2009), figlio di immigrati italiani, ha conquistato la fama negli anni ’60 con il romanzo La Tregua ed è ricordato, insieme a Octavio Paz e Pablo Neruda, tra gli autori simbolo della letteratura sudamericana. Collaboratore di numerose testate, direttore del Centro di Ricerche Letterarie della “Casa de las Américas” a L’Avana e del Dipartimento di Letteratura Latinoamericana dell’Università di Montevideo, ha lasciato l’Uruguay dopo il golpe militare del 1973, soggiornando prima in Argentina, poi in Perù, a Cuba e a Madrid. Numerosi i riconoscimenti ricevuti (il premio Hristo Botev de Bulgaria nel 1986, il Premio Llama de Oro de Amnistía Internacional nel 1987, la Medalla Haydeé Santamaría dal Consiglio di Stato di Cuba nel 1989, la medaglia Gabriela Mistral in Cile nel 1995 e il premio di poesia Reina Sofia nel 1999, il Pablo Neruda e il Premio Internazionale Menendez Pelayo nel 2005). Tra le sue opere tradotte in Italia ricordiamo: Racconti (Multimedia, 1995), Difesa dell’allegria (Polistampa, 2000), Lettere dal tempo (Le Lettere, 2000), Inventario: poesie 1948-2000 (Le Lettere, 2001), Andamios (Bookever, 2006), Grazie per il fuoco (La Nuova Frontiera, 2011), Fondi di caffè (La Nuova Frontiera, 2013) e La tregua (nottetempo, 2014), grande successo di vendite (15.000 copie in Italia) e premiato con il Mix Prize 2015, il premio delle Librerie Feltrinelli al migliori libro pubblicato nella stagione 2014/15.