INVITO: Roma, Inaugurazione della Mostra Fotografica Contemporanea Cilena “FACETAS OCULTAS” presso l’Istituto Cervantes. 1º Dicembre 2016

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Il prossimo 1 dicembre, alle ore 18.00, l’Ambasciata del Cile in Italia, con la collaborazione dell’Instituto Cervantes di Roma, inaugura la mostra di fotografia contemporanea “Facetas ocultas” (Fotografia cilena 1980 – 2015), con opere dei fotografi cileni  Zaida Gonzales, Claudio Pérez, Luis  Navarro, Alvaro Hoppe, Alejandro Hoppe e  Eleonora Vicuña.

Questa storia della fotografia cilena degli ultimi 40 anni è l’immagine stessa della società che descrive, una spaccatura prima di tutto.

schermata-2016-11-30-alle-18-58-06Una “faglia tellurica” politica che ha creato un prima e un dopo il 1973. Se fino ad allora l’esercizio democratico aveva permesso un’evoluzione, più o meno senza rotture profonde nella storia di questo mezzo, quello che si verifica nel settembre del 1973 porterà ondate di fotografi che avrebbero mostrato la realtà di quello che è stato il Cile di ieri e quello che è il Cile di oggi. Tutti loro incarnano non solo la resistenza all’ordine costituito, ma anche un profondo impegno per le comunità “invisibili” che popolano il loro paese.

A cura di Daniela Montecinos (cilena) e Patrice Loubon (francese), questa mostra si realizza grazie al supporto concesso dal Concorso Dirac 2016 del Ministero degli Affari Esteri del Cile e la collaborazione della Galleria NegPos di Nîmes in Francia.

Facetas ocultas riunisce tre generazioni di fotografi cileni e si concentra su questo aspetto del loro lavoro, un tentativo di sollevare il velo dagli angoli oscuri di un Cile dimenticato, irrimediabilmente umano.

Se gli sguardi di alcuni di loro sono nati sotto la dittatura, nelle strade, nel cuore della battaglia che si svolgeva, altri sono caratterizzati dall’interesse per i gruppi emarginati della società cilena. L’insieme forma, senza dubbio, una poesia urbana “radiante” della fine del XX secolo e dell’inizio del XXI. Ognuno di questi fotografi si avvale dell’esperienza del suo rapporto con il paese, del suo territorio umano, dei suoi contrasti, della sua storia. Tutti vanno alla ricerca di ciò che non è più visibile. Come se il proibito, la distanza, l’evanescenza dell’invisibile rimanesse sempre una ricerca.

Questi sono i “Lati occulti”: quelli che non oseremmo mai cercare…

Parabola di un tempo che sembrerebbe avanzare, con le epoche spalla a spalla mettendo i fotografi faccia a faccia e con lo sguardo rivolto verso la società. La memoria è una fonte per il futuro? Un cosa è certa: come in ogni opera d’arte, il coinvolgimento e la ricerca sono un paradigma. Il loro impegno in questa ricerca, in cui a volte hanno rischiato la vita, è il loro primo motore.