Papa Leone XIV: “Siamo chiamati a seminare la Speranza e a costruire pace»

0
234

“Dio è fiducioso e spera che prima o poi il seme fiorisca. E se ci accorgessimo di non essere un terreno fecondo, non scoraggiamoci, ma “chiediamo a Lui con la grazia di lavorarci ancora per farci diventare un terreno migliore”

Oggi papa Leone XVI ha avuto la sua prima udienza generale nell’atrio di piazza San Pietro in pieno anno giubilare, dove ha incontrato gruppi di pellegrini e fedeli provenienti da diverse parti del mondo. “Sono lieto di accogliervi in questa mia prima Udienza generale. Riprendo il ciclo di catechesi giubilari sul tema «Gesù Cristo Nostra Speranza» iniziate da Papa Francesco. Continuiamo oggi a meditare sulle parabole di Gesù, che ci aiutano a ritrovare la speranza, perché ci mostrano come Dio opera nella storia”.

Prima dell’udienza Leone XIV ha salutato dalla sua papamobile la folla di fedeli e ha benedetto i bambini radunati in Piazza in questa maniera carica di emozione è iniziato il mercoledì che tradizionalmente è il giorno che tutti i pontefici dedicano agli incontri con i fedeli provenienti da ogni parte del mondo. Il Papa ha sottolineato che in un mondo “in guerra è un dovere costruire la pace”.

Il tema centrale il «seminatore», sottolineando l’importanza della fede nella vita di ogni individuo: “La parabola fa nascere in noi delle domande, ci invita a non fermarci all’apparenza. Davanti alla storia che viene raccontata o all’immagine che mi viene consegnata, posso chiedermi: dove sono io in questa storia? Cosa dice questa immagine alla mia vita? Il termine parabola viene infatti dal verbo greco, e vuol dire gettare innanzi”.

La parabola del seminatore serve da metafora sull’importanza di coltivare la fede nella vita di ogni persona. Inoltre la parabola descrive come il seme della Parola di Dio viene seminato in diversi tipi di terreno che rappresentano i diversi modi in cui la fede può essere accolta e coltivata nella vita di ogni persona.

Il tema del seminatore introduce una serie di altre piccole parabole, alcune delle quali parlano proprio di ciò che avviene nel terreno: il grano e la zizzania, il granellino di senape, il tesoro nascosto nel campo. Cos’è dunque questo terreno? “È il nostro cuore, ma è anche il mondo, la comunità, la Chiesa. La parola di Dio, infatti, feconda e provoca ogni realtà”. 

Il Papa rivolgendosi in lingua spagnola ha detto che Dio getta il seme in qualunque nostra situazione: “a volte siamo più superficiali e distratti, a volte ci lasciamo prendere dall’entusiasmo, a volte siamo oppressi dalle preoccupazioni della vita, ma ci sono anche i momenti in cui siamo disponibili e accoglienti – e aggiunge – Dio è fiducioso e spera che prima o poi il seme fiorisca. Egli ci ama così: non aspetta che diventiamo il terreno migliore, ci dona sempre generosamente la sua parola”. 

Chiede ai fedeli in lingua portoghese che nel mese mariano di maggio preghiamo tutti i giorni intensamente per la pace nel mondo. Rivolgendosi agli oltre 25.000 fedeli riuniti in piazza del Vaticano, il Papa ha ricordato che “l’apostolo san Paolo insegna che ciascuno mieterà ciò che ha seminato”.

Commentando la parabola, Leone XIV ha citato un quadro di Vincent Van Gogh: “Quell’immagine del seminatore sotto il sole cocente mi parla anche della fatica del contadino. E mi colpisce che, alle spalle del seminatore, Van Gogh abbia rappresentato il grano già maturo. Mi sembra proprio un’immagine di speranza: in un modo o nell’altro, il seme ha portato frutto. Non sappiamo bene come, ma è così. Al centro della scena, però, non c’è il seminatore, che sta di lato, ma tutto il dipinto è dominato dall’immagine del sole, forse per ricordarci che è Dio a muovere la storia, anche se talvolta ci sembra assente o distante”.

Il Papa ha invitato ciascuno a coltivare nel proprio cuore il seme della Parola di Dio. “E se ci rendiamo conto di non essere un terreno fertile, non scoraggiamoci, ma chiediamogli di continuare a lavorare in noi per farci diventare un terreno migliore”.

Ha inoltre invitato i leader delle comunità al dialogo e alla pace, ricordando i conflitti che colpiscono molte regioni del mondo. Papa Leone XIV ha espresso di nuovo la sua preoccupazione per la situazione a Gaza e ha sollecitato che sia consentito il passaggio degli aiuti umanitari: “Ribadisco il mio appello affinché si ponga fine alla guerra e si assista la popolazione infantile, anziana e malata”.