“Vivete questi giorni con gioia e spiritualità̀, scoprendo nuove amicizie, ma soprattutto contemplate Roma e le tante opere d’arte espressione della fede che hanno generato tanta bellezza”
Con canti e cori in diverse lingue migliaia di giovani per la città di Roma hanno dato inizio al Giubileo dei Giovani. Mons. Rino Fisichella, Pro-Prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione, a nome di Papa Leone XIV, ha dato il benvenuto ai giovani presenti in Piazza San Pietro: “Vi abbiamo atteso da tanto tempo e ora siete qui. Grazie per avere accolto l’invito del Papa di partecipare a questo Giubileo dedicato a voi e alla speranza che ognuno porta dentro di sé. Siete venuti da tutto il mondo”.
Mons. Fisichella davanti a una piazza piena di bandiere e volti gioiosi, rivolge un messaggio di benvenuto anche ai giovani che provengono dalle zone di guerra: “Dall’Ucraina alla Palestina giunga a tutti l’abbraccio di fraternità che ci rende uniti e un corpo solo. Non fate mancare a questi paesi i segni della vostra amicizia”.
A Roma parrocchie e scuole hanno già aperto i loro spazi per l’accoglienza ai giovani pellegrini: “Molti tra di voi hanno fatto tanti sacrifici per essere qui a Roma. Il Signore non vi deluderà̀ – aggiunge Mons. Fisichella –, vi viene incontro e voi siate vigili per cogliere la Sua presenza. Vivete questi giorni con gioia e spiritualità̀, scoprendo nuove amicizie, ma soprattutto contemplate Roma e le tante opere d’arte espressione della fede che hanno generato tanta bellezza”.
In una piazza gremita di giovani che ricorda il Giubileo vissuto nel pontificato di Giovanni Paolo II, Mons. Fisichella esorta: “Siamo qui per trasmettere la fede e comprendere il grande valore che Gesù̀ Cristo possiede nella nostra vita. Rispondiamo con entusiasmo: in questi giorni Roma, con tutto ciò̀ che rappresenta, è nelle vostre mani”.

L’episodio della risurrezione di Lazzaro avviene quattro giorni dopo la sua morte. È una prefigurazione della risurrezione di Gesù e dell’umanità intera che ci lascia una bellissima testimonianza di fede: “Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa chiederai a Dio, Dio te la concederà”. Gesù̀ le disse: «Tuo fratello risorgerà̀». Gli rispose Marta: «So che risorgerà̀ nella risurrezione dell’ultimo giorno».
Mons. Fisichella torna a parlare di Marta, segno della fede: “La fede è un incontro che non stabiliamo noi. Marta e Maria avevano avvisato Gesù che Lazzaro stava male, e Gesù ritarda la sua visita, sembrerebbe strano. Quando una persona ti viene detta che è malata tu parti immediatamente. Gesù invece dice di aspettare. Ci insegna sì che la fede è un incontro. Noi siamo chiamati solo a rispondere e a metterci in cammino”.
Tradizionalmente Maria è stata identificata con la vita contemplativa; Marta con la vita attiva: due aspetti che non dovrebbero mancare in un cristiano, e che non dovrebbero essere in contrapposizione ma piuttosto complementari: “Marta è segno della nostra fede, una scelta, prima di tutto, di libertà, di scegliere di seguirlo dove Lui vuole condurci e dove ha stabilito per noi la felicità. Gesù – continua il Prefetto – deve decidere Lui quello che è opportuno fare, non solo il tempo ma anche le modalità, dobbiamo rispettare la Sua libertà, una libertà di un Dio che non può abbandonare quelli che ama”.
Anche il giovane ricco che si presentò a Gesù era tutto centrato su se stesso. Lo esorta a lasciare tutto, ma il giovane non sa rinunciare, quindi non può compiere un atto di libertà. “Siamo liberi quando compiamo una rinuncia. La fede è anche ascolto, ce lo insegna Paolo. Marta ha ascoltato quello che lui gli diceva. Il senso della nostra vita è in Lui, siamo testimoni che la vita è una vita nuova per ognuno di noi” dove la testimonianza è anche azione.
Il Prelato rivolgendosi ai giovani ha invitato ad essere testimoni di pace, unità, fede e speranza, a incontrare Gesù e a sperimentare la gioia piena: “Viviamo un periodo di grande violenza, non solo negli scenari di guerra, ma anche nelle nostre città. Date la speranza che l’amore vince sempre, costruite la pace e il mondo avrà la pace”.
E allora facciamo nostro, a conclusione di questo momento di riflessione, conclude l’Arcivescovo, le parole che Papa Leone ci ha dato domenica scorsa dalla finestra, dando l’appuntamento a sabato e domenica al Campus di Tor Vergata per “incontrare Cristo. Per questo vi attendo. Ed essere da lui risaldati nella fede e nell’impegno di seguirlo con coerenza. Marta oggi ne è l’esempio concreto – continua Fisichella -, che ognuno di noi sia capace di rinsaldare la fede, di seguire il Signore con una degna testimonianza di vita”.
