La devozione non conosce confini. Per i peruviani il “Cristo Morado” è un segno di speranza in mezzo alle difficoltà. Papa Leone XIV, ambasciatore della fede peruviana nel mondo
La grande devozione di fede in Perù arriva a Roma con la processione del Signore dei Miracoli. A farla conoscere in Italia in questi ultimi anni è stata la comunità peruviana. Una tradizione nel segno della speranza che nasce nel XVII secolo durante un devastante terremoto a Lima.
La processione quest’anno assume un significato particolare in coincidenza con il Giubileo e con i primi mesi di pontificato di un papa con nazionalità peruviana. Papa Leone, ai tempi del suo soggiorno e del suo impegno apostolico in Perù, ha sempre manifestato grande affetto per il paese andino e profonda devozione verso “El señor de los Milagros”. L’inserimento di questo evento in Vaticano rafforza la sua importanza e un profondo radicamento tra le comunità migranti, arrivate in Italia da lontano in cerca di nuove opportunità, portando con se la loro fede.
In precedenza anche Giovanni Paolo II, Benedetto XVI, fino a Papa Francesco avevano impartito la benedizione durante l’Angelus domenicale al “Cristo de Pachacamilla”. La tradizione del Signore dei Miracoli è una delle più grandi manifestazioni della fede cattolica nel mondo, ma celebrata, principalmente in ottobre, con processioni di massa in diverse parti del Perù. È una delle espressioni più significative della religiosità popolare durante l’Anno Santo che riunirà pellegrini provenienti da diversi Paesi per un cammino di preghiera comune. Il Signore dei Miracoli è una devozione che unisce il Perù con la Città eterna.
I festeggiamenti, che vedranno due giorni di attività, culmineranno domenica 19 ottobre con la grande Processione del Signore dei Miracoli che attraverserà per circa 3 km la città di Roma con canti e incensi da parte dei fedeli. Sono più di quattromila i peruviani e latinoamericani provenienti dai cinque continenti che accompagneranno l’immagine del “Cristo Morado” fino a Piazza San Pietro, dove Papa Leone XIV impartirà la sua speciale benedizione simbolo di fede, unità e speranza per i peruviani all’estero. In Basilica a seguire, verrà celebrata una messa presieduta dal Cardinale Pedro Barreto.
La manifestazione religiosa è stata organizzata dalla Confraternita del Signore dei Miracoli di Roma con il sostegno della rappresentanza del corpo diplomatico del Perù in Italia, la Prefettura della Casa Pontificia e il Dicastero per la comunicazione. “Oggi, questa tradizione si è diffusa in cinque continenti, accompagnando le comunità peruviane all’estero. Nelle città di tutto il mondo la processione richiama migliaia di fedeli – ha dichiarato il ministro dell’Ambasciata del Perù presso la Santa Sede, Manuel Carrasco – diventando un simbolo di identità, speranza e fratellanza per i peruviani all’estero e un ponte culturale con i paesi li accolgono”.
Dal canto suo, il presidente della Confraternita del Signore dei Miracoli a Roma, Wilmer Oblitas, ha sottolineato che “per molti fedeli partecipare a questa manifestazione per le vie di Roma rappresenta un’occasione per rinnovare la propria fede e ricordare le origini di una devozione che dura da più di tre secoli. Inoltre, ha detto Oblitas, che questa devozione “non appartiene solo al Perù, ma a tutti i credenti che trovano nel “Cristo Morado” un segno di speranza e di fede in mezzo alle difficoltà”.
Tra le figure più riconoscibili della processione sono le “sahumadoras”, donne vestite di bianco e viola che accompagnano il corteo con canti e incenso. Elsa Javier fa parte delle “sahumadoras” da molti anni e ha dichiarato che durante la processione le donne camminano sempre guardando Lui, il Cristo, senza mai voltargli le spalle. “Ogni passo, ogni rito, ogni canto, è una preghiera viva”. Inoltre Elsa ha sottolineato che le donne che precedono il cammino del “Cristo Moreno” hanno la missione di purificare il cammino del Signore con l’incenso, simbolo di preghiera e offerta”.

La sua origine risale all’epoca coloniale, quando uno schiavo angolano, nella sua povertà, dipinse un’immagine di Cristo crocifisso su un muro di fango a Lima uscita miracolosamente illesa dai terremoti che devastarono la città nel 1655 e nel 1687. Per i devoti del Signore dei Miracoli l’abito viola rappresenta l’identificazione con il dolore e l’amore di Cristo. In Perù questo indumento è anche associato alla gratitudine per i miracoli ricevuti, rafforzando il legame tra fede e gratitudine. Il Signore dei Miracoli invita a guardare con amore anche chi soffre lontano dalla patria, a ricordare che Gesù stesso fu migrante e schiavo per amore. Per i peruviani residenti in Europa l’evento rappresenta molto più di una cerimonia religiosa: è la conferma che una devozione nata a Lima più di tre secoli fa è diventata un simbolo universale.
Papa Prevost e il suo legame con Il Signore dei Miracoli
Sin dalla sua elezione a Papa, Leone XIV ha dimostrato una particolare vicinanza ad alcune devozioni, molte di esse proprio originarie del Perù, paese che ha segnato la sua vita spirituale e pastorale. I vescovi della diocesi di Chiclayo hanno sottolineato che Papa Leone XIV nutre un affetto particolare per il Señor de Los Milagros.
Nell’ottobre del 2024 l’allora cardinale Robert Prevost prese parte alla processione del Cristo Moreno presiedendo la messa nella Basilica di San Pietro insieme al cardinale peruviano Pedro Barreto e diventando un ambasciatore della fede peruviana nel mondo. Questo atto simboleggiava l’unione tra la fede peruviana e l’universalità della Chiesa trascendendo i confini.
Inoltre, nel 2023, poco prima della sua partenza per Roma, il cardinale Prevost ricevette un dipinto del Signore dei Miracoli, che portò con sé in Vaticano. Secondo le testimonianze dei membri della Confraternita del Signore dei Miracoli di Chiclayo, il Papa conservava questo dipinto con particolare cura nel suo ufficio nel Palazzo Apostolico, un atto che riflette la profonda devozione del Papa per questa immagine, che rappresenta l’unità e la fede popolare di tutto il popolo peruviano.
Fonte: Rainews