Dieci anni di Francesco, il primo papa latinoamericano nella storia della Chiesa

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È diventato il 265° successore di Pietro e in quella giornata memorabile del 13 marzo di dieci anni fa, affacciandosi dalla loggia delle Benedizioni della basilica vaticana, disse che i fratelli cardinali erano venuti a prenderlo “quasi alla fine del mondo”. Il pontificato di Jorge Bergoglio presenta tracce visibili di una nuova impronta in Vaticano, quella di una Chiesa più aperta ai poveri, con lo sguardo sempre rivolto alle periferie del mondo e dell’anima, impegnata in un dialogo interreligioso che apre la via della pace. Dopo Paolo VI, Giovanni Paolo II e Benedetto VXI “siamo giunti, in cinquant’anni, alla sfida del dialogo dell’amicizia”, dichiara Francesco.

Primo Papa latinoamericano nella storia della Chiesa, ha portato l’allegria del Vangelo e ha chiesto ai fedeli di tutto il mondo di avere uno sguardo centrato su Dio-Padre che non delude mai le speranze dei suoi figli. L’immagine preferita di Francesco è quella del pastore che cammina con la sua gente: “La missione – spiega – è per Gesù una passione ma, al tempo stesso, è una passione per il suo popolo” perché “per essere evangelizzatori dell’anima è necessario sviluppare anche il gusto spirituale di essere vicini alla vita delle persone, fino a scoprire che quella è fonte di una gioia superiore”.

Oltre ad aver attratto molta simpatia per i gesti schietti e le sue azioni concrete, si è reso protagonista per aver intrapreso un non facile cammino di riforme della chiesa: misericordia, tenerezza, ecumenismo e solidarietà sono rivolti soprattutto agli ‘ultimi’. Una vera riforma non è credibile e coerente se i poveri, che sono al centro del Vangelo, – dirà molte volte Francesco – non sono anche, effettivamente, al centro della Chiesa. E amministrando l’indulgenza Plenaria a credenti e non, in piena emergenza pandemica, diede coraggio a piazza San Pietro a quanti stavano perdendo la speranza, dicendo che nessuno può vivere isolato con la pretesa di salvarsi da solo.

Il Papa argentino, che ha sorpreso fin da subito proponendo una chiesa molto dinamica, dopo secoli di espansione mondiale egemonica non solo economica e politica, ma anche culturale e religiosa, si può considerare come un ulteriore segno di un declino storico europeo. Gli analisti affermano che la figura di Papa Ratzinger è stata straordinariamente capace di ricapitolare ed esprimere la grande tradizione «classica» e umanistica dell’Europa e, al tempo stesso, la grande tradizione cattolica, come uno degli ultimi e dei migliori europei del nostro tempo.

Ma il soffio dello Spirito questa volta è voluto andare oltre Oceano, andando a ripescare il successore di Pietro nel Nuovo Mondo americano, in cui vivono più del 40% dei cattolici. Nel suo viaggio Benedetto XVI verso San Paolo e Aparecida dichiarava: “Sono convinto che qui (in America Latina) si decide almeno in parte, e in una parte fondamentale, il futuro della Chiesa cattolica: questo mi è sempre stato evidente».

Malgrado in questi ultimi anni la salute non gli abbia permesso di allontanarsi da ‘casa’, Francesco, caparbio e forte della Sua vocazione al servizio delle genti, ha visitato 60 paesi e percorso più di 400.000 chilometri, equivalenti a 10 volte il giro della Terra; ha costruito ponti e risanato ferite illuminando i cammini della terra e testimoniando il messaggio del Vangelo.

Pontificato controcorrente, che rompe le resistenze e i muri del pregiudizio, per molti ha occasionato sconcerto e suscitato preoccupazione, ma ha consolato e incoraggiato molti cuori a riprendere il cammino della fede, a tornare a casa. Dobbiamo tutti sentirci il Figliol Prodigo. Francesco direbbe che Dio sa come siamo fatti; siamo vasi de barros, di creta, ma importante è tornare…e Francesco infonde questo coraggio. La Evangeli Gaudium invitava urgentemente alla conversione personale, a ritrovare se stessi, la strada, per donarsi agli altri esprimendo solidarietà, tutto per amore, con uno sguardo preferenziale ai poveri. Ambrogio sosteneva che «la natura ha riversato tutte le cose per gli uomini per uso comune. Pertanto, la natura ha prodotto un diritto comune per tutti, ma l’avidità lo ha reso un diritto per pochi». Un Papa che vuole indubbiamente sconvolgerci, destabilizzarci da ogni assimilazione e conformazione ad un cristianesimo che da troppo tempo si uniforma allo spirito mondano della tranquillità borghese. È sua la lotta al clericalismo e ad ogni forma di personalizzazione all’interno della chiesa.

Con la Sua autorevolezza e unità di vita, Bergoglio ha riscosso il sostegno e l’apprezzamento anche da parte di autorità politiche diventando il più credibile e ammirato leader della comunità internazionale. Va anche detto che i grandi poteri mediatici in genere hanno cercato di diffondere l’immagine di un “Papa progressista” banalizzando la sua figura, censurando spesso il suo Magistero e dando risalto solo alla limitata immagine che si è inteso trasmettere e diffondere, seminando confusione e perplessità da un lato, ed empatia superficiale dall’altro.

La Chiesa dell’America Latina ha dato un grande contributo a tutta la cattolicità assumendo e propagando dal suo interno l’amore preferenziale per i poveri con una netta impronta ecclesiale evangelica. In Aparecida Dio si fa piccolo fino all’improbabile e si identifica soprattutto con gli indigenti, i malati e gli esclusi che sono come la seconda “Eucarestia del Signore”. La figura di Gesù, di un Dio che fa esperienza dell’umanità per comprenderla meglio, nel dare la vita per gli amici, rende possibile credere e sperare nell’Amore disinteressato e senza tornaconto. Se vogliamo la pace, e che il mondo cambi, dobbiamo prima partire dalla pace del cuore.