Giubileo dei giovani, il primo nell’era di Leone XIV, con un forte richiamo alla pace

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Papa Prevost accoglie circa un milione di giovani: “Sono faro di speranza e costruttori di un mondo migliore”. La sfida della Capitale: “Li aspettiamo a braccia aperte”.

Prende il via il Giubileo dei Giovani, nell’era di Papa Leone XIV, che si terrà a Roma dal 28 luglio al 3 agosto. È un grande evento giubilare dell’Anno Santo, il più atteso e partecipato. La Capitale è pronta per accogliere circa un milione di giovani provenienti da 146 paesi diversi che animano e riaccendono le speranze del Vecchio Continente. È una Roma che non è indifferente a questo Giubileo dove saranno presenti anche ragazzi provenienti dai paesi in guerra come il Sud Sudan, Libano, Iraq, Siria e la Terra Santa.

Mons. Fisichella, al margine di una conferenza stampa di presentazione, ha sottolineato che il Giubileo vuole dare ai giovani, soprattutto quelli che provengono da zone di conflitto, un segno di speranza, l’abbraccio di tutti per indicare che l’incontro sarà occasione per una “vera costruzione della pace nel mondo”. 

l Giubileo è da sempre un tempo di attesa e di cambiamento, un’opportunità per i giovani da tutto il mondo per celebrare e crescere nella fede, condividere esperienze e incontrare il Papa. L’evento invita i giovani a vivere una settimana di festa, spiritualità, riconciliazione e condivisione, con un forte accento sulla pace. San Giovanni Paolo II ai giovani nel 2000, nel discorso di apertura dedicato a loro, utilizzò, per sottolineare l’importanza per la Città Eterna di essere il centro della cristianità e sede del papato, l’espressione “O Roma felix!”, O Roma felice!

Papa Leone XIV ha invitato tutti i giovani a partecipare e a non avere paura di accogliere l’invito della Chiesa e di Cristo a rispondere con entusiasmo alla Sua chiamata ricordando loro che la giovinezza è un periodo di vigore, sincerità e gioia, e a farsi portatori di speranza. Il Papa mette al centro l’importanza della preghiera come via per incontrare Dio e conoscere se stessi.

Negli incontri che ha avuto il Papa con i giovani ha fornito alcune chiavi di lettura: l’importanza della speranza, della pace e della costruzione di un mondo migliore attraverso la fede e l’azione. Ha anche sottolineato la necessità che i giovani siano faro di luce e conforto in un mondo spesso segnato dal dolore e dalla divisione. Li ha anche invitati a scoprire la presenza di Dio nei loro cuori e a trovare un significato nel servire gli altri. Papa Francesco ricordava la necessità di essere i protagonisti del presente, non solo del futuro, e di trovare nella Chiesa un luogo di accoglienza e sostegno.

Giovani del Perù in Piazza San Pietro
Giovani del Perù in Piazza San Pietro (Rainews.it) 27/07/2025

L’arrivo a Roma di una ondata di giovani, nonostante il gran caldo, vestiti con pantaloncini, canotte, sandali e scarpe da ginnastica, avrà un impatto significativo su vari livelli, sia in maniera positiva per l’economia che per la vivacità e l’entusiasmo di cui sarà teatro la Città Eterna.

La macchina operativa per garantire ai ragazzi di vivere a pieno questa esperienza si è messa in moto. Tra i momenti più significativi, oltre la Messa di benvenuto martedì 29 luglio, avranno luogo ben 70 eventi nell’ambito dei dialoghi con la Città che si svolgeranno fino a giovedì 31 luglio, giorno in cui sono attesi a San Pietro tra gli 80 e i 90 mila giovani italiani; per il 1° agosto saranno 800 i sacerdoti disponibili per la giornata penitenziale al Circo Massimo.

Sabato 2 agosto i ragazzi attenderanno in veglia stazionando negli spazi allestiti per loro presso il Campus di Tor Vergata, che diventa il più grande dormitorio aperto al mondo, con una superficie che si estende per circa 521.400, già noto per aver ospitato in passato la Giornata Mondiale della Gioventù del 2000 durante il pontificato di San Giovanni Paolo II. I giovani parteciperanno il 3 agosto alla messa presieduta da Papa Leone XIV che arriverà al Campus in elicottero per la chiusura del Giubileo e la conclusione di una settimana di celebrazioni. Per l’occasione tre di loro, provenienti da Italia, Messico e Stati Uniti, rivolgeranno domande al Pontefice sui temi dell’amicizia, del coraggio e della spiritualità a cui il Pontefice risponderà nelle rispettive lingue.

Il Papa peruviano si rivolgerà ad una platea giovanile, la generazione più iper connessa, quella che soffre di più la precarietà lavorativa, e allo stesso tempo la più sola dei nostri tempi. Nel vecchio continente il 42% dei giovani europei afferma di avere la sensazione che la propria vita sia “senza senso”, mentre oltre il 70%, tra i 16 ai 29 anni, si dichiara non religioso. In un recente report emerge la richiesta da parte dei giovani della necessità di poter contare su punti di riferimento più solidi; lamentano la mancanza di esempi di vita, di figure capaci di parlar loro di Dio, una maggiore presenza familiare che possa sostenerli per fare il loro salto di qualità.

Beato Carlo Acutis e a Pier Giorgio Frassati (Rainews.it)

Tra le migliaia di giovani presenti tanti hanno ricordato e si sono ispirati alla figura dei loro coetanei in cielo, in particolare al beato Carlo Acutis e a Pier Giorgio Frassati che saranno canonizzati a Roma il prossimo 7 settembre 2025. I giovani sono invitati a esplorare centri speciali dedicati ai futuri Santi attraverso la preghiera, la venerazione delle reliquie e gli incontri intensi con le loro storie. Entrambi avevano una profonda fede e un impegno verso gli altri, nonostante la loro giovane età. Carlo, noto come il “santo digitale”, utilizzò i social media per diffondere il Vangelo; Pier Giorgio, appassionato alpinista, si dedicò ai più bisognosi, vivendo la fede con gioia ed entusiasmo.

Il Giubileo nella storia è stato quel desiderio di fare pace con le tante tensioni dell’umanità. Una pace che viene da Dio di cui la chiesa si è fatta tramite in maniera intelligente nel primo Giubileo della storia con papa Bonifacio VII. Leone XIV segnala l’importanza del ruolo dei giovani nella Chiesa e il loro lavoro nell’evangelizzazione digitale. Li esorta ad essere agenti di cambiamento positivo, a trovare speranza nella fede e a costruire un mondo più giusto e pacifico attraverso la loro azione e la loro testimonianza.

Il Pontefice ha riconosciuto che i giovani possono attraversare molti problemi, ma ha chiarito che in mezzo a tutto questo “Dio è presente e in tanti modi diversi. Dio li cerca, li chiama, li invita a venire a conoscere suo Figlio, Gesù Cristo, attraverso le Scritture, magari tramite un amico o un parente”.

Sarà un Giubileo aperto, luminoso e gioioso. Un luogo dove non si impone la fede, ma si condivide.

Dove il Vangelo non si spiega solo con teorie, ma con sguardi, abbracci e musica. Roma in questi giorni diventa la città della fede, della felicità, della speranza per il futuro. Un incontro tra giovani dove non ci sono barriere, etichette, bandiere… solo un “noi” sostenuto dalla grazia.