Giannina Rebaioli apprezza il lavoratore peruviano

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Incontriamo Giannina Rebaioli
Manager per Naturalezza

Questa Intervista apparirà in lingua spagnola nella prossima Rivista Panoramica Latinoamericana-UE

Cosa ha fatto suo Nonno? Una lunga storia di conoscenze e di ispirazioni ha dato luogo alla nascita della società Rebaioli SpA che nasce nel 1948 quando il cavaliere Enrico Paolo, dopo una lunga esperienza nel settore delle opere civili, fonda l’azienda a  Darfo Boario Terme, in  provincia di Brescia, in Italia. Nel 1960 la società inizia ad operare nel settore delle linee elettriche aeree, lavorando per il gestore nazionale della rete elettrica italiana, contribuendo così allo sviluppo della rete elettrica nazionale ad alta ed altissima tensione. Nel 1976 la società si trasforma in società per azioni diventando Rebaioli SpA. Nel 1978 Rebaioli è stata la prima azienda italiana a introdurre l’utilizzo di elicotteri per l’attività di montaggio e tesatura delle linee elettriche.

Un piacere incontrare la signora Giannina Rebaioli che conosce la storia di questa impresa dalla sua nascita, fondata da suo padre ispirato nel lavoro dal nonno. Ci racconta questa storia familiare?

Mio nonno, prima della guerra, si trovava in Grecia, a Salonicco e lavorava presso la casa del re, come capomastro. Poi con l’arrivo della guerra è dovuto scappare ed è tornato in Italia. Mio papà aveva sempre  cercato di imparare da suo padre, ovvero mio nonno e aveva sempre avuto uno spirito imprenditoriale. Prima aveva costruito un po’ di case, poi aveva cominciato a costruire linee elettriche, all’inizio piccoli lavoretti. Poi a poco a poco ci siamo ingranditi e abbiamo iniziato a fare tutto il lavoro, dalla fondazione, dal montaggio del traliccio alla tesatura dei conduttori e abbiamo lavorato in  tutta l’Italia,  sia al nord che al sud.  Abbiamo iniziato a lavorare sulla bassa tensione, ovvero a portare la luce nelle case.

Nella nostra famiglia siamo in otto sorelle, io sono entrata in azienda, seguendo mio padre, la altre hanno lavorato in un albergo ristorante che negli anni avevamo costruito: l’albergo Aprica, anche questo con sede a Boario Terme. Ora le mie sorelle sono tutte un po’ anziane e l’attività dell’albergo è portata avanti dai nostri figli. Io invece ho sempre lavorato in azienda, poi alla morte di mio papà, che muore improvvisamente nel ’77, mi sono trovata a dover portare avanti l’azienda. Avevamo 130 operai e lavoravamo un po’ in tutta Italia e siamo andati avanti. Sola, con l’aiuto poi dei miei cognati, siamo riusciti ad andare avanti, tra molte difficoltà e nuove sfide, ma  siamo riusciti a portarla avanti e siamo andati anche a lavorare all’estero.  Abbiamo lavorato in Grecia e in tutta l’Europa. Abbiamo inoltre lavorato in Norvegia dove siamo stati  10 anni. Abbiamo costruito 250 km di linea elettrica, vicino a Capo Nord, ultimando il lavoro un anno prima della scadenza-contrattuale. Avevamo 100 e più operai, parte di questi erano brasiliani, portoghesi, peruviani. I peruviani sono stati i primi operatori stranieri a lavorare con noi e sono rimasti.  Qualcuno nel tempo è andato in pensione, ma sono stati sempre con noi e io penso che ciò sia dovuto al fatto che si siano sempre trovati bene a lavorare con la nostra azienda, in quanto sono sempre stati trattati bene e rispettati.  Per noi il personale che lavora viene prima di tutto. Crediamo che il nostro personale sia contento. I peruviani che lavorano con noi, tutti hanno comprato la loro casa, vivono qui con le loro famiglie, hanno fatto una vita di lavoro e di sacrificio però sono molto soddisfatti.

Io sono stata accanto a mio papà sin da piccola,  sin  da quando avevo 8 anni, durante l’estate lo seguivo sui cantieri e a poco a poco ho imparato a conoscere il lavoro. Io conosco tutti i tipi di fondazioni, come si fa a montare un traliccio, come si fa a tesare il conduttore.  Tutte le fasi di lavoro.  Dopo la morte di mio papà sono diventata presidente della Società. Però il mio lavoro è sempre stato più tecnico che amministrativo. A me è sempre piaciuto andare sul cantiere prima di iniziare un lavoro, io andavo sempre a vedere tutti i lavori com’erano, vedevo la difficoltà, il pericolo che  poteva esserci. Quello che ho sempre voluto e per me era la prima cosa,  è che il personale stesse bene, che venisse alloggiato negli alberghi e laddove non era possibile, predisponevamo per il personale alloggi in legno, ben organizzati, con la presenza di un cuoco, di cameriere e stavano tutti bene. Ricordo quando eravamo ad Aosta, oltre i 2000 metri, utilizzavamo l’elicottero per portare le colazioni, i pasti caldi, alle 4  portava il thè, alle 6 riportava gli operai negli alloggi e alle 5 del mattino li portava in cantiere. Abbiamo sempre tenuto molto al personale.

Il vostro è un lavoro molto pericoloso. Il vostro personale svolge dei corsi di preparazione?

Il nostro è un lavoro molto pericoloso in quanto è un lavoro svolto prettamente in quota. Ma facciamo di tutto per far lavorare il nostro personale in sicurezza. Al momento dell’assunzione formiamo il personale facendogli svolgere dei corsi sulla sicurezza e sulla specificità delle attività che andrà a compiere. Viene dotato dei migliori dispostivi di protezione individuale  in commercio. Prima di iniziare le attività, vengono svolte riunioni organizzative per analizzare tutte le specificità di quel cantiere e dove vengano rilevate particolari difficoltà, prevediamo l’utilizzo di attrezzature specifiche quali PLE, elicotteri etc.

Abbiamo già presentato l’ impresa e adesso sappiamo che c’è la terza generazione a portare avanti la conduzione dell’azienda. .

Si, la terza generazione ovvero gran parte dei figli delle otto sorelle sono in azienda. L’attuale consiglio di amministrazione è costituito dalla terza generazione, mia figlia e due miei nipoti. Altri svolgono ruoli di rilievo nelle diverse aree aziendali. Rebaioli è un’impresa famigliare.

A questo punto la terza generazione è quella che sta ricevendo un’eredità molto importante. Suo padre ha dato inizio a questa impresa non sapendo neanche quanto poteva durare, lui l’ha tenuta vicina per coinvolgerla nel lavoro ma lei, per quanto tempo è stata presidente della dell’azienda?

Sono stata Presidente dell’azienda per  40 anni, dal 1977 al 2018.

In 40 anni lei ha molto da raccontarci su come ha fatto crescere questa azienda che adesso si trova alla sua  terza generazione.

Quando abbiamo iniziato, avevamo pochi operai. Poi siamo andati avanti e a poco a poco siamo cresciuti.  Io mi prodigavo per cercare nuovi lavori. Nel tempo abbiamo cominciato ad assumere personale peruviano, già esperto e questo fattore ha contribuito a strutturarci e ad elevare la qualità del nostro lavoro. Lavoravamo prettamente in Italia, prima per ENEL, poi per Terna S.p.A. e la nostra azienda è sempre stata apprezzata per la grandissima affidabilità e qualità esecutiva dei lavori realizzati. Nel tempo abbiamo cominciato a lavorare anche all’estero: Africa, Svezia, Francia, Germania, Bulgaria, Norvegia, Austria.

Dopo la morte di suo padre lei ha dovuto portare avanti l’azienda e gestire i rapporti commerciali.  Come veniva accolto  il fatto che fosse  una donna a gestire un’azienda nel settore delle linee elettriche?

Portare avanti l’azienda, in qualità di presidente, ma un presidente molto tecnico, molto operativo ha fatto sì che il lavoro per me fosse molto totalizzante. Sono stata presente sempre, tutti i giorni in azienda o direttamente in cantiere. Non ho mai fatto ferie. Io l’estate giravo per i cantieri e andavo a vedere i lavori e gli operai. Per me il lavoro è pura passione. Quando è morto mio papà io avevo 37 anni, avevo due bambini piccoli e ho dovuto lavorare giorno e notte per andare avanti.  C’era la collaborazione da parte di tutti gli operai, che mi erano tutti sempre vicini, tutti mi sostenevano e mi ascoltavano.  Ho sempre potuto contare sulla loro disponibilità ed affidabilità. Adesso, nonostante io non sia più attiva diciamo, gli operai   vogliono sempre vedermi seduta sulla mia scrivania e ogni volta che arrivano tutti mi salutano, tutti sono affettuosi. La mia vita è stata questa.

Nei rapporti commerciali con Enel prima e con Terna poi, ma anche nei rapporti con le altre aziende, sono sempre stata rispettata per la mia conoscenza del lavoro e la mia determinazione.

Qual è stato il lavoro più importante che l’Azienda sotto la sua presidenza ha realizzato?

Il lavoro più importante per me è stato quello della Sardegna. Siamo stati in Sardegna 4-5 anni, abbiamo fatto dei  lavori importanti. La linea che attraversa da nord a sud la Sardegna è stata realizzata per larghissima parte dalla nostra azienda. Un lavoro che ci ha visti molto soddisfatti per quanto abbiamo realizzato.

Abbiamo fatto una linea importante che parte da Torino e va in Francia, e linee in Valle D’Aosta.

Altra grande soddisfazione è derivata dalla realizzazione della S. Fiorano, una linea che attraversa la Valcamonica e arriva al confine con la Svizzera, un lavoro che andava realizzato in sei mesi, per il quale abbiamo lavorato giorno e notte svolgendo un ottimo lavoro.

Lei ha saputo scegliere i collaboratori più adeguati per i lavori svolti dalla Rebaioli, qual è il profilo che devono avere questi lavoratori?

Il nostro lavoro richiede operai specializzati ovvero capaci di lavorare in quota sui pali, montare i tralicci e tesare i conduttori. Ma ad ogni modo operatori disponibili a lavorare in quota e in trasferta. Il lavoro poi si impara.

Dal momento che voi offrite una formazione vuol dire che una persona senza una previa conoscenza ma volenterosa, desiderosa, agile può trasformarsi in un operaio specializzato?

Siamo sempre alla ricerca di personale che abbia voglia di imparare e di impegnarsi. Il personale quando assunto, viene sottoposto a visite mediche, corsi di formazione sulla sicurezza e sulle attività specifiche del nostro settore. Viene poi affiancato da personale esperto per una formazione costante sul campo.

Quanto dura questa preparazione?

Per diventare un operatore capace, il periodo formativo è generalmente di due anni. Due anni in cui comunque l’operatore lavora, prima come operatore da terra, poi gradualmente inizia a lavorare sul traliccio, sempre affiancato e seguito da personale più esperto. Il nostro è un lavoro di squadra a tutti gli effetti.

Quanti operai avete attualemente nei cantieri?

80 operai operativi. E siamo sempre alla ricerca di nuovo personale, per inserire nuove leve che possano crescere al fianco degli operatori più esperti. Cerchiamo anche tecnici, geometri,  ingegneri.

Come sono i vostri  operai peruviani?

I nostri operatori di nazionalità peruviana sono molto bravi. Sono persone rispettose, equilibrate ed educate. Vorremmo assumere più operai peruviani, ma non riescono a venire in Italia a causa dei permessi di soggiorno. Lavoriamo molto bene con i peruviani che si trovano in Italia, per noi è molto più semplice assumerli. Loro sono molto contenti di lavorare con noi per poter anche migliorare la loro vita, imparare un mestiere.

Che progetti futuri avete?

Prevediamo un lavoro intenso per i prossimi 3 o 4 anni.

Stiamo eseguendo contratti quadro sottoscritti con Terna spa che prevedono tempi di realizzazione di 3-4 anni con lavori dislocati in tutta Italia. Prevedo che in Italia il lavoro si svilupperà così ancora per più di dieci anni.

Vuole fare un invito a lavorare nella vostra azienda Rebaioli S.p.A ai ragazzi peruviani che si trovano in Italia?

Invitiamo tutti i peruviani che sono nelle vicinanze, a visitare  la nostra Azienda, incontrare la gente che lavora con noi, per parlarsi e confrontarsi. Siamo ben contenti di lavorare con operatori peruviani e anche loro di lavorare con noi in quanto  trattiamo molto bene il nostro personale. Venite a farci visita, siete invitat!