RUSSIA/ALEXEY KOMOV: PREGARE DI PIU’ PER LA PACE IN UCRAINA

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Nell’intervista al responsabile delle relazioni internazionali della Commissione ortodossa russa per la famiglia anche la necessità di un Convegno come quello vaticano sulla complementarità tra uomo e donna, l’opinione che che papa Francesco sia manipolato da tanti mass-media occidentali, il ruolo della Russia in difesa dei valori cristiani. Fondamentale un’alleanza cattolico-ortodossa per vita e famiglia, tale da arginare efficacemente l’offensiva ‘luciferina’ della nota lobby.

Da lunedì 18 a mercoledì 20 novembre l’Aula del Sinodo ha ospitato il Colloquio internazionale sulla complementarità tra uomo e donna promosso per la prima volta e in primo luogo dalla Congregazione per la Dottrina della fede. Tra gli oltre 300 convegnisti di 23 Paesi e 14 religioni anche il quarantatreeenne russo Alexey Komov, uno degli animatori principali del ‘Forum internazionale’ organizzato a settembre a Mosca in materia di famiglia, rappresentante in Russia del Congresso mondiale delle famiglie, noto anche in Italia per le conferenze – promosse da Notizie pro Vita, con sale sempre molto affollate – in una quindicina di città sul tema degli odierni rapporti tra Russia ed Europa. Komov è anche direttore internazionale della ‘Fondazione caritativa San Basilio il Grande’ di Mosca.

Signor Komov, prima di tutto ci dica quali sono i Suoi rapporti con la Chiesa ortodossa russa…

Sono il responsabile delle relazioni internazionali della Commissione patriarcale della Chiesa ortodossa russa per la famiglia e la protezione della maternità. Il mio padre spirituale è l’arciprete Dimitrij Smirnov, che della stessa Commissione è presidente; molto noto in tutto il mondo russo, partecipa pure lui al Colloquio internazionale qui in Vaticano sulla complementarità tra uomo e donna.

Ecco… di queste giornate molto intense nell’Aula del Sinodo che cosa L’ha impressionata di più?

La cosa più importante per me è che ci fossero persone da ogni parte del mondo e di tante religioni e tradizioni diverse, tutte concordi nel sostenere che la famiglia – consistente nell’unione tra un uomo e una donna e aperta alla procreazione – oggi è ancor più di sempre un elemento fondamentale della società. Sappiamo che è in atto una vera e propria guerra contro la famiglia e dunque questo Colloquio era necessario per ribadire ad alta voce che l’unione tra uomo e donna è un dato naturale che si ritrova in tutte le culture del mondo, anche le più lontane tra loro. E’ stato un Convegno prezioso anche per infondere coraggio a tutti coloro che vogliono difendere e promuovere la famiglia ognuno nel proprio Paese e nelle organizzazioni internazionali.

Perché la guerra scatenata contro la famiglia?

Esiste una lobby internazionale molto potente che opera per una vera e propria rivoluzione sociale antropologica. Questa lobby è portatrice di un’ideologia luciferina e dunque anti-Chiese.

Perché si vuole promuovere una rivoluzione antropologica?

La lobby ha tra i suoi componenti dei neo-marxisti – da sempre il marxismo applicato ha perseguitato le Chiese – e dei neo-freudiani, che vogliono un uomo che, dicono, possa decidere da sé della propria vita, prescindendo da ogni legame con Dio. E’ un progetto mondiale che trova un ostacolo serio nelle Chiese e in diverse religioni, che perciò vanno combattute con ogni mezzo, cercando di marginalizzarle e ridurle al silenzio, attraverso norme legislative appropriate e lanche ’imposizione dell’ideologia del gender nell’educazione scolastica.

Dopo il saluto del cardinale Gerhard Ludwig Mueller, il Colloquio è stato caratterizzato da un intervento molto chiaro sulla famiglia da parte di papa Francesco…

Dico solo una cosa: i grandi massmedia occidentali manipolano quanto dice papa Francesco per far credere che questo Papa sia molto ‘progressista’ nell’ambito dell’antropologia umana, su famiglia e vita. In realtà, e l’ha mostrato anche durante l’intervento all’inizio del Convegno, papa Francesco resta fedele alla tradizionale dottrina sociale cattolica in quell’ambito.

Fino a 25 anni fa la grande maggioranza dei cattolici osteggiava duramente e a ragion veduta ideologia e politica della Russia comunista. Oggi invece non pochi cattolici occidentali guardano con simpatia anche ideologica alla Russia di Putin, mentre d’altro canto criticano aspramente gli Stati Uniti di Obama…

Nell’ultimo quarto di secolo, caduto il comunismo, in Russia è rifiorita la religione. Nel mondo russo – che va al di là della Federazione russa – sono state costruite (o ricostruite) 30mila nuove chiese. E’ un vero miracolo nel mondo secolarizzato e nichilista di oggi, in cui semmai in molti Paesi occidentali le chiese si vendono, si abbattono, si chiudono. In Russia è differente. Dopo settant’anni di oppressione comunista atea, la religione sta rifiorendo con forza. Ma, naturalmente, i grandi massmedia occidentali, la BBC, la CNN, preferiscono tacere su questo e disinformare sul resto.

Perché disinformano?

Perché hanno paura di far sapere ai loro ascoltatori che c’è un grande Paese – che non è gli Stati Uniti – che non ha paura di dire con chiarezza e con forza che un bambino ha diritto naturalmente a un papà e a una mamma. La Russia oggi è il Paese simbolo della difesa dei valori umani tradizionali e cristiani: stanzia una somma pari a diecimila euro per il secondo figlio, dà una concessione demaniale a chi ne ha più di tre, fa divieto di pubblicizzare l’aborto e ne restringe la diffusione aiutando anche psicologicamente la donna intenzionata ad abortire, finanzia i Centri di aiuto alla vita, fa divieto di propaganda gay tra i minori, impedisce che dei bambini russi possano essere adottati da coppie gay nei Paesi che riconoscono tale possibilità. Per la Russia i figli sono da considerare una ricchezza e la famiglia la base della società. Insomma, anche per questo si sta facendo alla Russia una guerra, che non è solo massmediatica. Molti cattolici lo hanno ben capito e perciò simpatizzano con la Russia, nonostante tutte le menzogne che vengono propalate contro di essa.

Colpisce il fatto oggettivo che siano tanti i giovani russi che frequentano le chiese…

E’ molto importante, molto confortante. Si può guardare con un certo ottimismo al futuro della Chiesa ortodossa russa, malgrado la secolarizzazione occidentale penetri anche in Russia tramite i massmedia audiovisivi. Del resto le indagini dicono che l’82% dei russi (in gran parte cristiani ortodossi) crede in Dio..

Non pochi sono i cattolici che pensano all’assoluta necessità – in un mondo sempre più nichilista – di un’alleanza strategica tra cattolici e ortodossi, al di là di ogni differenza teologica. Un’alleanza che nel quotidiano permetta di contrastare più incisivamente il dilagare della nota lobby…

Credo anch’io che sia fondamentale una collaborazione intensa, pragmatica tra Chiesa cattolica e Chiesa ortodossa per difendere i valori antropologici naturali attaccati dall’azione della lobby. Dobbiamo renderci conto che nella società contemporanea noi siamo minoranza: perciò solo collaborando strettamente tra noi potremo essere efficaci nella nostra azione di difesa di vita e famiglia.

Purtroppo l’auspicabile maggiore collaborazione tra cattolici e ortodossi è ostacolata dalla complessa questione ucraina…

Sì, la questione ucraina è di difficile risoluzione. Però non mancano le manipolazioni massmediatiche, così come le forti ingerenze di Stati Uniti e Unione europea per promuovere e legittimare il ‘colpo di Stato’ di piazza Maidan. La televisione ucraina fa molta propaganda contro la Russia e Putin. Le confesso che io sono ucraino per un quarto. Come me lo sono molti russi. E per noi la situazione in Ucraina è una vera e propria tragedia. Anche sul terreno non mancano i morti.

A questo punto come riuscire a imboccare la strada della pacificazione?

Non sono un politico per poter avanzare delle proposte concrete. Ma spiritualmente penso che la via della pacificazione si possa tentare di imboccarla grazie all’opera delle Chiese. Tra noi dobbiamo essere più tolleranti, accettarci di più, pregare di più e più intensamente e… viva Cristo Rey!

P.S. L’intervista apparirà nel numero di dicembre 2014 del mensile cattolico statunitense ‘Inside the Vatican’