NUOVO VICARIO DI ROMA: TURIFERARI IN TILT – di GIUSEPPE RUSCONI

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Stavolta i turiferari ci hanno offerto la possibilità di farci quattro sane risate. E chi lanciava un turibolo in una direzione e chi in un’altra ,in  un roteare impazzito con il serio rischio di bernoccoli dolorosi. Poi la decisione papale di nominare mons. Angelo De Donatis. E i turiferari si sono ritrovati a raccogliere i cocci e a curarsi i bernoccoli rimediati nel bailamme.

Il venerdì 26 maggio 2017, alle 12.00, il card. Vallini e la Sala Stampa vaticana hanno reso nota la nomina di mons. Angelo De Donatis, vescovo ausiliare, a vicario di Roma. Tale nomina può dare origine a riflessioni diverse, ma oggi dedichiamoci a un aspetto collaterale che però può indurre a considerazioni di fondo anche sul modo di governare di papa Francesco.

L’aspetto collaterale riguarda la grande confusione di cui ha dato prova in questa occasione il mondo turiferario. Insomma: sono volati turiboli di qua, turiboli di là, in ogni direzione… e chi incensava questo e chi incensava quest’altro. Nel cielo di Santa Marta è stato tutto un roteare impazzito, con grave rischio di bernoccoli per i turiferari in servizio.

Ieri, 25 maggio alle 19.12, ecco il sito turiferario che sguazza nella melma del sottobosco vaticano che lancia: “Paolo Lojudice nuovo vicario di Roma. Lunedì la messa al CeIS ricordando don Picchi”. Ohibò, non lascia dubbi tale sito, acquartierato in Sala Stampa vaticana (box dell’Agi e sala giornalisti): “E’ monsignor Paolo Lojudice il nuovo vicario di Roma”. Ed esulta: “Il parroco di periferia e dei rom, divenuto nel 2015 vescovo ausiliare della Capitale per la zona sud, subentrerà al cardinale Agostino Vallini che va in pensione dopo aver compiuto 77 anni, due in più dell’età prevista dal Codice di diritto canonico (Ndr: sembra di capire: Era ora che andasse in pensione!). Peperepè peperepè…: “La notizia verrà comunicata ufficialmente oggi, 26 maggio, alle ore 12.00 in contemporanea nel palazzo del Laterano, sede del Vicariato di Roma, e dalla Sala stampa della Santa Sede.”

C’è anche la ciliegina. Rivela il direttore del sito, già pupillo del cardinale Giordano e da sempre critico feroce del card. Sepe  (oltre che dei cardinali Burke e Caffarra, dell’arcivescovo Negri, di Ettore Gotti Tedeschi e di ogni creatura poco incline ad affogare nell’incenso): “Lunedì pomeriggio 29 maggio, alle 17.00, nella sede centrale del Centro Italiano di Solidarietà don Mario Picchi, monsignor Lojudice celebrerà la messa nel settimo anniversario della morte del fondatore della struttura che lotta contro ogni forma di dipendenza, don Mario Picchi”.

Puntualizza poi il sito turiferario, riferendo del sondaggio chiesto dal Papa sul profilo del successore di Vallini: “Il sondaggio non ha trovato la risposta corale che Francesco si attendeva. Da quanto emerso, però, il nome di Lojudice era non solo quello più ricorrente, ma il suo essere stato un ‘parroco di strada’ rientra perfettamente con i profili che il Papa sta scegliendo per la guida delle grandi diocesi”.

Davanti alla ‘notizia’ comunicata in tali termini (senza nemmeno un ‘forse’, un ‘probabilmente’, un ‘secondo ambienti informati’ e simili) dal sito turiferario ammanicato col sottobosco vaticano, molti saranno andati a letto sicuri che l’indomani mons. Lojudice sarebbe diventato vicario di Roma.

Ma… la mattina seguente (cioè stamattina) ecco il Messaggero, il quotidiano romano proto-turiferario per necessità e/o convinzione, con sicuri agganci sia in Vicariato che in Vaticano. Il grande titolo a pagina 15 così suona: “Una terna in corsa per il dopo-Vallini”. Nel sommario si legge: “Oggi Bergoglio renderà nota la sua scelta. Tra i nomi possibili spicca quello del vescovo di Rieti Pompili. Sarebbero in lizza i monsignori Moretti e Lojudice. I dubbi sulla consultazione tra i parroci della Capitale”. Scrive la penna turiferaria a proposito del ‘sondaggio’: “Dal test – quasi un flop, vista l’esiguità delle risposte ottenute – il nome più ricorrente è stato quello di monsignor Moretti, attuale vescovo di Salerno (NdR: già arcivescovo vice gerente di Roma con il card. Ruini e con il card. Vallini). (…) L’altro nome che ha circolato, ancora ieri, è stato quello del vescovo ausiliare Lojudice, classe 1964, il vescovo delle periferie. Anche questa ipotesi però non ha trovato riscontri” (Il sito proto-turiferario scrive qui l’esatto contrario del sito turiferario precedente). Il Messaggero aggiunge poi con l’aria di dire “eh, io sì che lo so!”, sotto l’intertitolo “Vescovo di Rieti” : “Infine, un terzo nome è stato quello del vescovo di Rieti, monsignor Pompili, figura interessante che ha dato prova di grande umanità nelle ore del terremoto nel Reatino. Ieri Pompili è stato a pranzo con papa Bergoglio, dove (???) si sono intrattenuti in un lungo colloquio a tu per tu”.

Alle 12.00 l’annuncio in contemporanea sia in Vicariato che da parte della Sala Stampa vaticana: il prescelto è monsignor Angelo De Donatis, che predicò gli esercizi spirituali al Papa e alla Curia Romana nel 2014, fu ordinato vescovo dallo stesso Papa in San Giovanni in Laterano nel 2015 e ora si ritrova come successore dei cardinali Ruini e Vallini come vicario papale della diocesi di Roma. Non passano che 4 minuti ed ecco sul tema un articolo di una settantina di righe sul noto sito turiferario per eccellenza Vatican Insider, per la penna del simpaticamente rapidissimo Salvatore Cernuzio, un vero fenomeno di reazione fulminea. Ci si può naturalmente chiedere – ma solo se si è maligni – se per caso qualcuno non avesse anticipato la notizia al sito in modo da prepararlo per tempo…

Anche nell’articolo di Vatican Insider si parla del ‘sondaggio’ precedente la scelta papale. E lo si fa con una terza versione turiferaria. “Al Pontefice sono arrivate (…) circa 400 lettere con segnalazione di nomi (tra questi circolavano, oltre a De Donatis, anche quelli di Fisichella, Ruzza, Pompili, Moretti)”. Qui si noterà che il turiferario Vatican Insider non ha nemmeno citato quello che il turiferario Messaggero comunque inseriva nella terna e il turiferario acquartierato in Sala Stampa Vaticana annunciava addirittura come eletto. A chi credere? Pasticci turiferari: ai posteri l’ardua sentenza.

A questo punto non resta che da chiedersi, considerato come i siti turiferari si abbeverino abbondantemente ai loro referenti vaticani, in cui ripongono una fiducia spesso ripagata: non è che – come ha scritto più volte Magister in “Settimo cielo” –  nessuno dei collaboratori del Papa sappia mai esattamente come agirà il Principale? Non è che diversi di questi collaboratori agiscano come dei portavoce papali, quando in realtà non lo sono realmente, conoscendo solo una parte delle informazioni? Non è che il Principale giochi abilmente sulla divisione delle informazioni tra i suoi collaboratori?

Intanto, nel caso della nomina del nuovo vicario di Roma, i turiferari ci hanno offerto gratis qualche ora di sane risate. Sarebbe bello un bis, magari per la nomina del nuovo arcivescovo di Milano.