AMICI DI FRANCESCO: LE SORPRESE DI KASPER. Di GIUSEPPE RUSCONI

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Nell’incontro mensile del ‘Cenacolo’ , svoltosi giovedì 28 maggio, si è discusso di Irlanda, Sinodo, coppie omosessuali e aborto. Ha fatto discutere anche l’espressione utilizzata dal cardinale Segretario di Stato Parolin per connotare il ‘sì’ di Dublino: «Sconfitta per l’umanità». Per il cardinale Coccopalmerio essa è condivisibile. Da parte sua il cardinal Kasper mette in guardia dagli effetti devastanti del desiderio di un figlio che la natura non può dare: si rompe la catena della generazione, l’adozione dà problemi enormi così come la fecondazione artificiale e l’utero in affitto sono espressione di una società in cui l’uomo è considerato solo un prodotto interessante economicamente e tecnologicamente.

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Era stata preannunciata come una “discussione sull’esito del referendum in Irlanda e sui suoi importanti riverberi sul processo sinodale in corso. Alla luce delle parole di Francesco ribadite al Regina Coeli di domenica 23 maggio: La Madre Chiesa a nessuno chiude la porta in faccia. A nessuno, neppure al più peccatore. Spalanca le porte a tutti perché è madre». Si poteva dunque pensare che l’appuntamento mensile del ‘Cenacolo degli amici di papa Francesco’ sarebbe stato connotato da un entusiasmo curvaiolo per il risultato di Dublino e un forte auspicio ‘rivoluzionario’ in vista del prossimo sinodo di ottobre. Invece, anche per merito dei ‘fedelissimi’ cardinali Kasper e Coccopalmerio, l’ incontro, svoltosi giovedì 28 maggio, è stato caratterizzato da interessanti scambi di opinione (anche vivaci e pure su temi come l’aborto) tra i presenti nel Centro Russia Ecumenica di Borgo Pio. Grande protagonista è stato il porporato tedesco, ma anche il confratello valtellino-abruzzese, pur se ha parlato poco, ha lasciato il segno. Come vedremo più sotto.

RAFFAELE LUISE: NON E’ PIU’ TEMPO DI CONCEPIRE L’OMOSESSUALE COME ONTOLOGICAMENTE DISORDINATO

Andiamo con ordine. L’introduzione del coordinatore Raffaele Luise ha presentato come di consueto spunti veraci. Per il giornalista, dopo l’esito della consultazione irlandese, “lo scontro all’interno del Sinodo sarà molto più aspro, dato che i ‘rigoristi’ utilizzeranno probabilmente il risultato di Dublino per cercare di bloccare ogni e qualsiasi apertura”. Il voto “è stato legittimo e dobbiamo anche dire che moltissimi tra noi cattolici sono sulle posizioni del ‘sì’ al riconoscimento del ‘matrimonio gay’», ha osservato Luise, che – a proposito della valutazione del Segretario di Stato cardinale Parolin (“Una sconfitta anche per l’umanità”) – ha detto: “Me la sarei risparmiata”. Insomma “dobbiamo cambiare, disarmare il linguaggio” quando affrontiamo i temi antropologici: “Non è più tempo di concepire l’omosessuale come ontologicamente disordinato”. Sempre su Parolin la giornalista Vania De Luca è parsa contrita per avergli posto la domanda sull’Irlanda… “Ahimè, l’ho fatta io!”.

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“UNA SCONFITTA PER L’UMANITA”: LA VALUTAZIONE DI PAROLIN CONDIVISA DA COCCOPALMERIO E RANIERO LA VALLE

L’intellettuale cattolico di sinistra Raniero La Valle ha da parte sua rilevato che “la frase di Parolin è perfettamente difendibile e condivisibile sotto l’aspetto antropologico”, perché “chi dice che non c’è più distinzione tra uomo e donna ferisce l’immagine di Dio nell’uomo”.

E’ intervenuto poi il cardinale Francesco Coccopalmerio, osservando che “non bisogna confondere l’omosessualità con il ‘matrimonio omosessuale’ e di “non essere d’accordo di equiparare le unioni omosessuali a forme matrimoniali”. Condividendo l’espressione usata dal cardinale Segretario di Stato, il presidente del Consiglio per i testi legislativi ha osservato che “se tutte le unioni fossero omosessuali, l’umanità non potrebbe andare avanti”.

KASPER: RISPETTARE, MA NON CADERE NELLA TRAPPOLA DEL RELATIVISMO – ENORMI I PROBLEMI CREATI DAL DESIDERIO DI UN FIGLIO CHE LA NATURA NON PERMETTE DI AVERE

La parola è passata al cardinale Walter Kasper che ha insistito su due ‘necessità’ per i cattolici impegnati nella sfida antropologica. La prima: “Tener salda la nostra concezione del matrimonio”. La seconda: chiedersi come riuscire a “conciliare” la posizione cattolica sul matrimonio “con il rispetto delle persone che hanno inclinazioni personali diverse”, il che “non è facile”. Bisogna essere “rispettosi e anche misericordiosi, ma senza cadere nella trappola del relativismo, per cui tutto è uguale: c’è una tendenza a equiparare che non possiamo accettare”. Per Kasper la sfida per la Chiesa è difficilissima nell’educazione dei giovani e a causa dei problemi che le unioni omosessuali comportano: “Non solo l’adozione, ma anche la fecondazione artificiale e una cosa disumana come l’utero in affitto”. Il cardinale ha ammonito a non promuovere “solo i diritti degli omosessuali, ma anche i diritti dei bambini che nessuno difende”. Un bambino, ha continuato il porporato, “ha il diritto di sapere chi sono suo padre e sua madre”; in ogni caso “i relativi problemi psicologici e giuridici sono enormi”. E nella “catena generazionale si produce una rottura che rende l’uomo un prodotto economico e tecnico per gli enormi interessi finanziari in gioco”.

Per Kasper – alcune delle cui asserzioni nell’occasione potrebbero essere state per qualcuno assai sorprendenti – “non possiamo condurre una guerra ideologica, dato che non possiamo vincere. Gli altri hanno a disposizione mezzi economici giganteschi, hanno anche dalla loro i massmedia”. Dobbiamo perciò “disarmare il nostro linguaggio”, cercando di entrare in contatto con il mondo secolarizzato.

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KASPER: NON C’E’ DUBBIO CHE L’ABORTO SIA UN OMICIDIO, MA LA DONNA NON VA CRIMINALIZZATA

Il teologo Marco Vergottini ha rilevato che “le attese per il Sinodo sono tante e perciò si deve poter portare a casa qualcosa di concreto”. Non sarà facile, poiché ci sono “settori tradizionalisti, in buona fede, che cercano di impedire ogni cambiamento”. Per Vergottini occorre “ripensare il discorso dell’ Humanae vitae” di Paolo VI, aprire all’ ammissione dei divorziati risposati al’Eucaristia, “riconoscere le coppie omosessuali”, rilevando che “in una società democratica le unioni civili sono un diritto”. Vergottini ha poi evidenziato che “anche l’aborto è una sconfitta per l’umanità”. Pur se ciò non significa che “bisogna gambizzare i medici abortisti”. Qui il cardinale Kasper ha convenuto che “non c’è dubbio che l’aborto sia un omicidio”, ma – questo premesso – “ci si deve rapportare ai casi concreti e allora non si può definire la donna che ha abortito come una criminale”. Da ultimo si è posto sul tappeto anche il “diritto ad avere un figlio”: è un vero diritto? ha chiesto una delle convenute.

Non si può certo dire che sia mancata la carne al fuoco in questo incontro del ‘Cenacolo’. Che si è svolto in un ambiente disteso, condotto con ‘parresia’ e nel contempo con civiltà di modi. Insomma: “bergogliani” sì, ma aperti a un confronto razionale. In ambito mediatico, in cui si illustrano i doganieri sempre accigliati e mai sorridenti del nuovo pensiero unico, capita ormai raramente.

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